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2010-03-26

Stendardo: "Reja ha fatto scelte coraggiose, è lui il nostro motivatore..."


"A Norcia è scattata la molla che ci ha permesso di svoltare”: dopo i due successi consecutivi contro Cagliari e Siena, ormai in casa Lazio è questo il leit motiv del momento. Questa volta è Guglielmo Stendardo a sottolineare l’importanza della tre giorni in terra umbra, dove la compagine di Reja ha deciso di cambiare rotta: “Ci siamo guardati negli occhi, abbiamo messo da parte rancori ed interessi personali per il bene comune della Lazio – ha confidato il centrale partenopeo ai microfoni di Radio Incontro - . Poi è ovvio che i risultati ti danno tanto morale ed in questo senso il successo ottenuto contro il Cagliari è stato fondamentale. Quando si scende in campo si cerca sempre di dare il massimo – continua Stendardo spiegando le difficoltà stagionali- , ma non sempre si riesce a fare bene. I risultati erano negativi ed il clima a Roma si è fatto teso. Oltretutto, questa squadra non è abituata a lottare per la salvezza. Ora tutto è cambiato, anche chi trova meno spazio dà una spinta in più”.
Un doppio 2-0 in pochi giorni che ha restituito gioia e gratificazione ai tifosi: “Ieri è stata una splendida serata – spiega - . Una serata indimenticabile per tutto l’ambiente della Lazio. Allo stadio c’era un clima di entusiasmo che non vedevo da tempo. Era necessario dare continuità al successo di domenica e penso che chi è venuto allo stadio si sia divertito. Alla fine, poi, c’è stato l’episodio delle maglie rifiutate dai tifosi, ma non ha inficiato. E’ stato una stagione difficile, i tifosi hanno mille ragioni per essere delusi e demoralizzati”.
Una ritrovata serenità, dunque, il cui artefice ha un nome e cognome: “Reja ha dimostrato di saper fare scelte coraggiose, si è preso tutte le responsabilità rischiando in prima persona e di questo gli va dato atto. E’ una persona che ci può dare qual qualcosa in più, che può farci uscire da questa situazione difficile. Credo che sia in grado anche di fare il lavoro del motivatore – continua, riferendosi alla decisione della squadra di non avvalersi dello psicologo Popolizio - Non credo che ragazzi della nostra età abbiano bisogno di un mental coach, un ragazzo di 30 anni non può influenzare la testa dei calciatori”.
L’ultima battuta sulla sfida di domenica sera contro il Milan: “Noi dobbiamo interpretare le otto partite restanti come finali, anche se contro il Milan sarà molto dura. Servirà la massima aggressività per non farli ragionare”.
|di Daniele Baldini - Fonte: www.lalaziosiamonoi.it| - articolo letto 122 volte


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