Ci son macchine nascoste, e però nascoste male, e le vedi dondolare al ritmo di chi è li dentro
per potersi consolare godendo sui clacson fra i fantasmi di… No, non voglio riproporvi le strofe della bellissima canzone di Luciano Ligabue, ma semplicemente farvi notare che, la topolina biancorossa, in questo entusiasmante campionato partito a luci spente e tra l’indifferenza comune, si sta facendosi largo tra le fuoriserie della nostra serie A.
Poca importa quella che sarà la posizione finale, il piazzamento finale. Ciò che realmente conta è che la nostra cara topolina biancorossa sia stata capace di sgomitare e farsi largo tra le tante macchine di lusso presenti in questo campionato. Certo, i maggiori quotidiani e i mass-media dal sex-appeal più pronunciato, parlano, osannano e gridano a gran voce le gesta delle solite grandi sorelle, dimenticando e sottovalutando che , un po più a sud dello stivale, c’è una principessa piacevole che tante belle cose fa notare.
Ok, adesso basta con le sviolinate e i commenti a favore, ma, almeno noi baresi, biancorossi d’adozione, cerchiamo di non dimenticare e relegare in soffitta quanto di buono visto sin ora. La Bari, il Bari, ha regalato, e continua a farlo, momenti di gloria a tanti tifosi, costetti nel recente passato a fare un po come Giuda, ovvero rinnegare e nascondere la propria fede, la propria dottrina. I motivi, le ragioni, son note anche ai meno attenti del pallone: campionati passati perlopiù a fare da compartecipanti obbligati, da comparse prive di ogni importanza. Adesso, il sole è venuto fuori, ed è giusto godersi il suo calore.
La gara di Livorno potrebbe significare tante cose. Una su tutte, la reale possibilità di sfondare il limite dell’impossibile: entrare in Europa, a testa alta e dal portone principale. Mister Ventura, gasato come non mai dopo la vittoria contro il suo passato (la Samp di Antonio Cassano), sta cercando in tutti i modi, in questi giorni, di mantenere la calma e trasmettere la stessa a piazza e giocatori. Ha detto, giustamente, che il campionato del Bari è bello e soddisfacente già così come consumato sin’ora. Vero, ma mister, mi consenta: perché, a questo punto, non puntare alla storia? La speranza è quella che anche il club di via Torrebella abbia il nostro stesso sogno, la nostra stessa passione. Sarebbe francamente inutile entrare nell’Olimpo dei potenti senza garanzia alcuna. “Genzino” Matarrese e family devono, adesso, dimostrare il loro amore per la banda biancorossa e per la città tutta, troppo spesso costretta a riporre i suoi sogni nel cassetto della cameretta. Non gli si chiede mica la luna, ma solo pianificazione seria e progetti sensati carichi di gioia. Invogliare i ragazzi a raggiungere la meta, trattenere Perinetti in Puglia e riconfermare, a suon di quattrini, quei giocatori protagonisti della rinascita biancorossa, sarebbe molto più di una semplice dimostrazione d’amore, molto più di una dichiarazione di guerra. Sì, guerra, ovviamente sportiva, che attende i galletti di Puglia da qui a fine stagione, quando si tireranno le somme e si faranno i dovuti conteggi. Sperando che questa volta, i conti tornino, ma non solo per la società, ma per la piazza intera. |di Andrea Dipalo - Fonte: www.tuttobari.com| - articolo letto 130 volte