La Lazio doma San Siro: un punto d'oro e salvezza più vicina
MILANO – Una Lazio ancora dinamica, grintosa, che attacca lo spazio che cerca di non concedere troppo agli avversari. Una Lazio tenace, capace di spingersi oltre sin da subito e poi abile a contenere le sfuriate di un Milan che, forse, abbandona definitivamente la lotta per lo scudetto. La traversa di Antonini e le clamorose occasioni fallite da Borriello e Abate (a porta vuota) nella ripresa sentenziano un pareggio tutto sommato giusto, soprattutto per quanto fatto vedere dalla Lazio nella prima frazione. Il Milan cerca i tre punti, ma lo fa a sprazzi e senza la cattiveria che si dovrebbe addire alla situazione. I giocatori della Lazio che escono tutti uniti dal campo dopo aver ringraziato i 1.000 tifosi giunti a San Siro è il quadro ideale e inaspettato di una grande serata. "La società dei magnaccioni" riecheggia in uno stadio incredulo e deluso. La Lazio compie un altro, decisivo passo verso la salvezza: e la zona retrocessione adesso è staccata di 5 punti.
FORMAZIONI – Le vere novità sono soprattutto in panchina: Leonardo infatti non si porta Huntelaar e preferisce i giovanissimi Verdi (classe ‘92) e Zigoni (‘91); Reja decide di non rischiare Floccari (che neanche si accomoda in panchina) e manda in campo Zarate a sorpresa.
LA CHIAVE – Era la sfida tra l’allenatore più in erba e quello più navigato della Serie A. Alla fine vince l’esperienza di Edy Reja. Il 3-5-2 ormai funziona e la Lazio non subisce assolutamente la pressione e la tensione dell’occasione. Gioca a mente libera, anche consapevole dei risultati del pomeriggio. E dovrà essere questo l’obiettivo che dovrà prefiggersi la squadra biancazzurra da qui fino alla fine del campionato, sperando di arrivare al derby con la salvezza quasi in cassaforte. IL MILAN – Le due fiammate iniziali sono un chiaro indizio di come il Milan deciderà di impostare la partita: portare palla con calma per tentare di colpire velenosamente alla prima occasione. E ci riesce quando Flamini cerca chiaramente il contatto con il muro-Kolarov e Tagliavento concede un rigore a dir poco generoso ai rossoneri. Muslera intuisce il penalty di Borriello, tuffandosi alla sua sinistra e tocca pure il pallone ma lo devia in rete. Nel primo tempo la squadra di Leonardo paga il modulo inconsueto e la tensione nervosa dell’evento: vincere significherebbe portarsi di nuovo a -1 dall’Inter cugina e capolista. E dopo aver fallito il sorpasso contro il Napoli e aver ceduto nuovamente terreno nella sconfitta con il Parma, viene il dubbio che questo Milan “alla Tele Santana” sia stato costruito per divertire (tanto) ma non per vincere. Il calcio “toda joia” di Leo cerca, appunto, la letizia del gioco, e quando si deve pure far carico della vittoria diventa tutto più difficile.
LA LAZIO – Come contro Cagliari e Siena, è ottimo l’approccio alla gara degli uomini di Edy Reja. I giocatori si cercano, sembrano in vena e creano più occasioni del Milan (merito anche delle incertezze di Nelson Dida). La grinta è quella giusta. La personalità pure. Viene fuori soprattutto quando Lichtsteiner se la prende palesemente con Calcagno per un presunto fallo di mani di Ambrosini fuori area (Tagliavento invece concederà solo l’angolo). È proprio lo svizzero che trova il jolly al 32’: Ledesma lancia, Mauri ci va con la testa e un rimpallo con Antonini favorisce Licht che fulmina Dida da pochi passi. È il suo secondo gol in 5 giorni, il terzo con la maglia della Lazio.
Nella ripresa la squadra di Reja arretra il baricentro, ma prova comunque a colpire: l’occasione più clamorosa (ancor più di quella del primo tempo) capita sui piedi di Dias che si inserisce bene su un calcio piazzato ma spedisce alto di piatto al volo. Reja mette dentro Julio Cruz al posto di Rocchi e nel finale toglie Lichtsteiner per inserire Biava.
Sabato prossimo arriva un Napoli nuovamente rilanciato in zona Champions. Ma se la Lazio è quella vista nelle ultime tre uscite, c’è da rimanere fiduciosi. |di Federico Farmomeni - Fonte: www.lalaziosiamonoi.it| - articolo letto 123 volte