FioreCaos, Balotelli, Leonardo, Blanc, Abete: ormai siamo ai minimi. E 16 panchine in palio!
Siamo ai minimi, io ci capisco poco. Mi sforzo di capire, ma faccio una fatica enorme. Cesare Prandelli dice che non ci sono le condizioni per proseguire il progetto a Firenze e in qualche modo anticipa l'addio. Pochi giorni dopo, storia di qualche ora fa, a margine della clamorosa decisione di Diego Della Valle di lasciare la proprietà della Fiorentina, assolutamente ribaltata in serata nel corso della partecipazione a "Ballarò", il grande Cesare (ottimo allenatore e ottima persona) fa retromarcia e dice che è pronto a rispettare l'impegno e che resterà fino al 2011. Sono sincero, non capisco il nesso, pur rispettando al massimo Prandelli. Prima no, non ci sono le condizioni. Dopo sì, io resto, ma la Fiorentina è nella bufera, lo abbiamo praticamente appreso da Della Valle. Non a caso dopo le dichiarazioni di Prandelli, il Patron ha manifestato in serata la volontà di continuare. Ma urge un passo indietro: il comunicato di don Diego sottintende, rivolgendosi ai tifosi, un grossissimo problema. E invita la piazza a non farsi strumentalizzare. Da chi? Da Prandelli, sembra questa la traccia, anche se non lo dice e non lo scrive. Però, è una traccia. Altrimenti da chi la gente viola non dovrebbe farsi strumentalizzare? Avesse fatto i nomi, un cognome. La schiarita in serata rende tutto più semplice, almeno così sembra.
Il popolo viola è un grande popolo, predestinato a soffrire. Magari rappresentato indirettamente da qualche opinionista che, pur di non riconoscere il grande lavoro di Della Valle (dalla C2 alla Champions, potrebbe essere un libro) è andato sempre a cercare la critica tanto per uno sfizio molto personale e molto di parte. Magari invidia o gelosia. Se la Fiorentina ha centrato per quattro anni di fila la Champions, almeno sul campo, a me sembra un risultato enorme, pazzesco. Adesso siamo in piena Fiorecaos, anche se non c'è un perché vero; in ogni caso non c'è un perché urlato, al massimo sussurrato, implicito e non dichiarato. E' giusto tutto questo? Ed è anche giusto manifestare certe intenzioni a fine marzo, con una parte della stagione ancora da salvare (la semifinale di Coppa Italia, la rincorsa all'Europa, principale o di servizio è tutto da verificare)? No che non è giusto, troppo cose non sono giuste. E non certo tutte per colpa di Della Valle.
Andiamo avanti? Sì, facciamo finta di nulla e andiamo avanti. Nel frattempo in bocca al lupo all'Inter, stasera in azione contro il CSKA Mosca, a Mou che parla soltanto in Europa e in Italia si cuce la bocca. Ma vogliamo parlare della vicenda Balotelli? Parliamone pure, c'è da rabbrividire. Ormai siamo al sesto atto (le convocazioni saltate) di una cosa non da Inter. Mourinho dice, fa capire, che deve chiedere scusa; Balotelli risponde, fa capire, che non chiederà scusa; Moratti, il numero uno, si mostra ottimista e dice che in qualche modo la situazione verrà ricomposta. Ma come può essere ricomposta se non chiudendo Mourinho e Balotelli in una stanza, trovando la soluzione per il bene dell'Inter, dentro o fuori senza fare troppe chiacchiere e troppe polemiche che a nessuno servono? Invece, andiamo avanti così. Appuntamento al prossimo balletto, magari venerdì: convocheranno Balotelli per Inter-Bologna; non lo convocheranno; ha chiesto scusa; non lo ha fatto; Mourinho le ha accettate; anzi, le ha rifiutate; il gruppo è contento; anzi, è deluso. E Materazzi cosa pensa? Mi sembra una roba da asilo: io faccio un dispetto a me, tu lo fa a me, l'altro lo fa a chi gli pare. Non ho parole. Ma Moratti non è il padrone, non dovrebbe prendere in pugno la situazione e fare in modo che la "sentenza" (chiamiamola così, sic), sia definitiva? Qualcuno dice: conta il gruppo e Mourinho fa bene. Certo, però Moratti non deve dire il contrario, manifestando ottimismo, perché in questo modo il balletto diventa infinito. E ci rimette soltanto ed esclusivamente l'Inter.
Terzo atto: Leonardo. Mi viene da sorridere: ha sbagliato le scelte, Seedorf non doveva fare l'esterno, doveva cambiare modulo, anzi non doveva, anzi poteva. E avanti così. Ma lo sanno, lorsignori, che siamo alle celebrazioni del pur inappuntabile Favalli che a 38 anni ha giocato tre partite di file senza sbandare? Lo sanno, lorsignori, che il Grande Milan – in lotta per lo scudetto – si è dovuto aggrappare a quel povero figlio di Zigoni, dopo aver convocati i vari Oddo e Jankulovski scaricati a suo tempo e rimasti in rosa soltanto perché nessuno si era presentato con una mezza proposta (a parte l'Inter per Jankulovski)? Ma lo sanno, lorsignori, che non c'è una riserva di Pirlo e che se la diffida di Thiago Silva (fenomeno) si tramutasse in squalifica dovrebbero recuperare Kaladze, ormai separato in casa da tempo infinito? Si parla della necessità, da parte di Leonardo, di avere chiarezza per una conferma su quella panchina. Ma io se fossi Leonardo andrei via, a maggior ragione se questa fosse l'aria: nessun investimento sul mercato, Berlusconi che lo pizzica, nessuno che lo tutela, alla fine le colpe soltanto sull'allenatore. Io penso che il terzo posto del Milan sia un miracolo: se, per ipotesi, diventasse scudetto sarebbe l'Evento degli ultimi dieci anni. Forse anche venti (anni). Ho visto Cissokho in Lione-Bordeaux: un portento, esattamente l'acquisto che il Milan doveva fare. E che aveva fatto, salvo poi scoprire una valutazione alta. Sarebbero stati soldi spesi bene. E così dal presunto mal di denti (di Cissokho) siamo passati al perenne mal di testa (dei tifosi rossoneri). La differenza c'è.
Il balletto delle panchine mai sarà movimentato come nel prossimo giro di carte. I sicuri, a meno di eventi non pronosticabili, sono quattro: Claudio Ranieri a Roma, Delio Rossi a Palermo, Walter Mazzarri a Napoli e Giampiero Ventura a Bari. Al momento le altre 16 panchine sono in palio, malgrado smentite ammissioni e mezze verità. Il Bologna non è più convinto di Colomba, spero cambi idea, strizza l'occhio a Di Carlo (ma il Chievo recente gioca male, perché?) anche se il vero obiettivo è Ballardini (che ha un contratto pesante con la Lazio, 750 mila euro fino al 2011). Tutti in ballo, compreso Mourinho: aprile sarà il mese della verità. Guidolin cerca di risalire la corrente a Parma, e in effetti sta riguadagnando terreno nei confronti di Marino. Vedremo.
Ci sarebbero altre cose che appartengono a questo calcio buffo e molto spesso assurdo. Quelli della Juve che hanno scaricato Ranieri con una disinvoltura pazzesca, mister Blanc e il professor Secco in testa, dovrebbero restituire una parte dell'ingaggio: chi lavora sbaglia, ma chi sbaglia in modo così grave (chiamasi autogol) dovrebbe essere fermato, oppure multato. Sono gli stessi che non hanno esitato a richiamare Zebina sul sito ufficiale. Ma quando faranno un comunicato con la lista di errori commessi da dirigenti saldamente al comando e profumatamente pagati?
Avrei un telegramma anche per Abete. Il buon Lippi lo ha citato ribadendo come il presidente federale conosca il futuro del commissario tecnico. Bene, benissimo, nuova puntata dei "misteri del cittì". Ma quanto tempo ha intenzione di aspettare Abete per comunicare la decisione di Lippi? Prima di Pasqua o subito dopo, speriamo. Se volesse farlo a metà luglio, sarebbe l'ennesima occasione sprecata. Anche chi non si occupa di calcio ha intuito che Lippi andrà via. Ma se ne parlasse Abate, dopo essere stato citato forse a sorpresa (nel senso che magari non se lo aspettava), di sicuro sarebbe meglio. Intanto, complimenti a Palermo e Napoli, stanno interpretando da grandi squadre il finale di stagione. Almeno un po' di sano calcio giocato in questo mare in tempesta. |di Alfredo Pedullà - Fonte: www.tuttomercatoweb.com| - articolo letto 155 volte