Il conclamato salto di qualità per la Sampdoria sta diventando una vera e propria maledizione: ogni volta che occorre imporre la propria personalità per ottenere una serie di risultati utili contro piccole squadre, in modo da poter puntare a qualcosa di davvero importante, puntualmente la nostra si impantana in prestazioni sottotono e nettamente inferiori al livello solito.
Nella scorsa settimana di campionato, eccettuata la vittoria contro una Juventus in formato “saldi di fine stagione”, dei sei punti che potevano essere raccolti, o più presumibilmente quattro, ne è stato ottenuto soltanto uno: va bene l’emozione, a Bari, va bene la tradizione, perché quando il Cagliari scende a Marassi non ne sbaglia una, tuttavia noi non possiamo concedere tutto questo terreno ad eurorivali agguerrite più che mai.
Certamente la squadra è giovane e si farà, questo l’ho già rimarcato, inoltre i quattro gol subiti in fuorigioco nell’ultimo mese (un piccolo record, seppur negativo) complicano le cose, ma non possono determinare il nostro campionato, compromettere quest’avvincente cavalcata, purtroppo costellata di blackout sparsi e generalizzati che tarpano le ali della squadra proprio mentre sta spiccando il volo.
Non credo nella qualificazione in Champions, anche se ci spero, vista la grande occasione del quarto posto lasciato vacante dalla malaticcia signora del calcio italiano e vista anche, più in generale, l’imprevedibilità del calcio: forse non saremmo nemmeno maturi per affrontarla, considerato il carico di ripercussioni psicologiche che essa si porta dietro (si veda, nel suo piccolo, quali danni ha creato l’anno scorso il doppio impegno).
Forse è meglio aspettare ancora un po’, forse è meglio trascorrere qualche anno in Europa League, occupando posizioni di maggiore prestigio, piuttosto che fare sempre da comparse, e forse assisteremo all’ennesima qualificazione nella massima competizione europea del Palermo, dopo quelle di Fiorentina, due anni fa, e Udinese, cinque anni fa, sempre a nostre spese.
Pazienza, abbiamo sostenuto la squadra nei momenti più bui della serie B, figurarsi ora a ridosso dei quartieri alti: ma l’appetito vien mangiando e per uno che ha sfiorato la grande era della Sampdoria vincente per un paio di anni, la voglia di vedere i nostri colori trionfare diventa sempre più forte e incontenibile. La ruota girerà, così dicono, e prima o poi toccherà anche a noi. Non aspetto altro…
Tuttavia, mentre ci concentriamo sul futuro, sui progetti e le speranze, l’acquisizione di esperienza e il nuovo che avanza, una cosa la Sampdoria potrà fare fin da subito, dimostrando buona volontà e propensione alla crescita: vincere il derby prossimo venturo, riscattare l’oscena figura dell’andata, imporre la migliore classifica. La Genova Blucerchiata non può più aspettare di gioire nella stracittadina, osservando un’altra prestazione incolore in un match importante. Questo sarebbe un ottimo punto da cui partire, in ottica futura, per una Samp vincente e sempre più protagonista in un campionato che va democratizzandosi. |di Federico Cabella - Fonte: www.sampdorianews.net| - articolo letto 144 volte