Lo strano incrocio di calendario tra Perinetti ed il suo passato tiene i tifosi con il fiato sospeso
Stranezze di calendario. Dopo l’impegno di sabato santo contro la Roma, il Bari affronterà in sequenza Siena, Napoli e Juventus. Ovvero, una buona fetta delle squadre con le quali ha lavorato il direttore sportivo del Bari Giorgio Perinetti.
Roma è la città che gli ha dato i natali e la Roma la società in cui Re Giorgio (come è stato ribattezzato dai tifosi, da queste parti) ha cominciato a lavorare nel mondo del calcio. Dal 1972 al 1987, quindici anni a cavallo tra le presidenze di Gaetano Anzalone e Dino Viola, conditi dalla conquista di quattro Coppe Italia e, soprattutto, un titolo di Campione d’Italia nel 1982-83. Era la Roma di Liedholm, ma anche di Pruzzo, Falcao e Di Bartolomei. Unico cruccio di quegli anni, la sconfitta in Coppa Campioni, in finale all’Olimpico per mano del Liverpool, nella stagione successiva a quella dello scudetto. L’unione tra la Roma e Perinetti, si ripeterà otto anni dopo, nel 1995, e durerà per altri tre anni. Siamo già nell’era Sensi, e Giorgio sarà anche chiamato dallo scomparso dottor Franco a collaborare, brevemente, anche nel 2002.
Il Siena rappresenta invece il recente passato: tre stagioni, dal 2004 al 2007, che hanno lasciato un profondo segno nel diesse, anche per il rapporto costruito con l’allora presidente De Luca. Al punto che, con il recente passaggio di proprietà della società toscana al nuovo patron Mezzaroma, le sirene di mercato hanno spesso raccontato di un suo possibile ritorno.
Poi c’é il Napoli, che ha seguito la lunga militanza in giallorosso e, anni dopo, preceduto l’esperienza senese. Perinetti approda all’ombra del Vesuvio nel 1988, alle dipendenze di Corrado Ferlaino, e vi resta fino al 1993, contribuendo alla conquista di una Coppa Uefa nel 1989, del secondo scudetto (1990, con Bigon allenatore) e di una Supercoppa Italiana (nel settembre dello stesso anno). Nel 2002 il ritorno, che coincide con due tra le annate buie della storia partenopea, sotto la reggenza di Giorgio Corbelli prima e di Salvatore Naldi poi, culminate con il fallimento del 2004 e la conseguente perdita del titolo sportivo.
Infine, la Juventus: qui l’incrocio tra passato e futuro si fa più intricato ed intrigante. Perinetti ha lavorato nel club bianconero tra il 1998 ed il 2000, l’altra Juventus, quella dell’Avvocato per intenderci. Due soli anni, di cui si ricordano solo le dimissioni di Marcello Lippi e l’avvento di Carlo Ancelotti, culminato con un secondo posto in Serie A. Un’esperienza in cui Giorgio non ha avuto grande fortuna. Un’esperienza, stando ai media, che potrebbe però ripetersi a breve: con una Juve da ricostruire, letteralmente, dalla testa ai piedi, l’esperienza e le capacità dell’eclettico dirigente romano sarebbero una manna dal cielo.
I tifosi juventini lo sanno, e sui forum si invoca il suo ingaggio; quelli baresi, di contro, fanno i debiti scongiuri, sperando soprattutto che, dall’incontro delle prossime settimane con i vertici societari, possano scaturire programmi concreti e solidi, tali da fornire a Re Giorgio le motivazioni sufficienti da indurlo a non sciogliere il legame col sodalizio biancorosso. |di Mauro Solazzo - Fonte: www.tuttobari.com| - articolo letto 163 volte