Del Neri: "Il derby sia per i tifosi che per la nostra stagione"
Il derby: “una partita a sé” si dice in questi casi. Potrebbe sembrare mera retorica; ma, soprattutto nel caso della stracittadina di Genova, non è così. Il derby della Lanterna è la sfida più sentita in città, e, anche nella conferenza stampa odierna di Luigi Del Neri, seguita da SampdoriaNews.net, quest'aria di derby si è sentita. Eccome se si è sentita. Coloro che hanno assistito dal vivo alle parole del tecnico di Aquileia possono assicurarlo: la voglia di riscatto della Sampdoria è tanta. Riscatto dopo la disastrosa partita di andata. La squadra blucerchiata è chiamata a invertire un trend negativo, e lo vuole fare domenica sera contro i cugini di sempre del Genoa, in una battaglia che avrà luogo allo stadio “Luigi Ferraris” alle ore 20.45.
Ogni partita è una finale. Se domenica sera dovesse giocare la finale di Champions League, l'avrebbe preparata in modo diverso da questa?
«Ogni partita ha una storia a sé. Questa, però, ha una doppia faccia, ed è forse l'unica finale particolare di questo finale di campionato. Un risultato favorevole, da un lato, farebbe contenti i nostri tifosi e, dall'altro, ci permetterebbe anche di mettere una bella pietra sulla possibilità di raggiungere un traguardofantastico a maggio. Questa partita l'abbiamo preparata con attenzione, ma la giocheremo sempre con l'atteggiamento che abbiamo avuto nelle altre settimane. Un atteggiamento improntato a noi stessi, non sugli altri».
Com'è stata questa settimana dal punto di vista emozionale? È riuscito a prepararla come tutte le altre?
«Precisiamo subito che, come ho detto, noi dobbiamo sempre pensare a noi stessi. Noi pensiamo alla partita come siamo abituati noi a pensare alle partite; con grande serenità. Perché è proprio questo atteggiamento sereno che dimostra grande sicurezza. Certo, per questa partita c'è ovviamente più emozionalità proveniente dall'esterno, ma il nostro atteggiamento è rimasto e deve rimanere questo, perché è proprio questo che ci ha portato a risultati positivi. Non vedo perché dovremmo cambiarlo».
C'è voglia di vendicare la sconfitta dell'andata?
«Assolutamente. Mi sembra che sia una cosa logica; ma la nostra è una voglia di vendicare sportivamente la sconfitta giocando la partita; dandole la giusta intensità e giocando con attenzione, velocità e temperamento. Queste saranno le chiavi che dovranno darci la forza necessaria per lottare cento minuti sempre al massimo. Poi tireremo le somme a fine gara».
Domenica potrebbero scendere in campo ben cinque uomini diversi dagli undici scesi in campo nella gara d'andata. Cosa può significare?
«Significa che la società ha operato bene a gennaio e che abbiamo recuperato molti infortunati. In una settimana in cui si è discusso molti degli infortuni degli altri, dico che nessuno prima della gara d'andata ha parlato dell'assenza di Semioli. Rispetto ad allora abbiamo lui, abbiamo Guberti e anche Storari: mi sembra che la squadra sia molto cambiata, ma non è cambiato il modo di vedere le partite. Domenica vedremo di sfruttare ciò che negli ultimi due mesi ha fatto sì che la Sampdoria ottenesse certi risultati».
La Sampdoria nel rendimento degli ultimi due mesi è stata inferiore solo alla Roma. Ci può tracciare un bilancio di quest'ultimo periodo e dirci come pensa che saranno le settimane che ci separano dalla fine del campionato?
«Quello che abbiamo fatto ultimamente penso sia stato dato dall'atteggiamento della squadra e dei giocatori, che hanno fatto uno sforzo importante. Uno sforzo importante, sì, perché ora come ora ci troviamo in mezzo a 5-6 squadre che, a differenza nostra, sono state create per essere lì. E per questo, la spesa energetica per noi è stata alta. Ora siamo lì a giocarcela, in buona condizione fisica e senza infortuni; ma non ringrazio la fortuna per questo; ringrazio la preparazione che ha fatto il mio preparatore atletico; mi sembra giusto sottolineare la bontà del lavoro svolto sul campo e penso che questo sia un dato importante di merito. Per il futuro penso che, se avremo la possibilità di raggiungere un poker importante per l'Europa, dovremo cercare di prenderlo. Cercheremo quindi di fare risultato domenicalmente. Affronteremo squadre di pari classifica come Palermo e Napoli e, per fare risultato, dovremmo produrre un grande sforzo se vogliamo raggiungere un obiettivo importante. Vedremo, ma certo è che come forma psico-fisica ci siamo».
Prima di ogni stracittadina si discute e si fanno pronostici su chi possa essere l'uomo-derby. Lei chi pensa possa essere?
«Non mi interessa. Io punto sulla squadra, non sui singoli; altrimenti giocheremo in uno contro undici: il che è abbastanza impossibile. Allo stesso modo, ovviamente, non mi preoccupo dei singoli del Genoa: infatti il loro modo di giocare ha sempre esaltato la squadra, e lo stesso voglio fare io. Non mi piace dire “Tizio batte il genoa”; preferisco “La Sampdoria batte il Genoa”, se questo sarà possibile».
La situazione a Pegli parla di una serie di infortuni occorsi ai giocatori rossoblù...
«Non credo molto nell'emergenza del Genoa. All'andata ci hanno battuto senza Crespo e Floccari e sono sicuro che domenica troveremo un avversario in piena forma, che giocherà al massimo per vincere. Così come noi non abbiamo fatto nessuna lamentela per essere stati senza Semioli per quattro mesi, loro non ne faranno per i loro infortunati. Il Genoa ha giocatori di grande lignaggio e un allenatore di grande spessore. Sanno tenere il ritmo alto e sono una squadra compatta ed unita che farà di tutto per vincere. Così come farà la Sampdoria».
Nelle ultime settimane lei ha spesso utilizzato un undici, diciamo “di base”, dobbiamo aspettarci il loro impiego anche domenica sera?
«Assolutamente».
Secondo lei sarà una bella partita o una partita?
«Sarà una partita. Una partita che deve sommare la bellezza della partita e l'intensità. Tutte e due le squadre lotteranno al massimo delle loro possibilità, ma questo non intaccherà la bellezza o meno della gara. Ci sono infatti tante belle partite che finiscono 0-0 e sono grandi partite, in cui nessuna delle due formazioni sbaglia nulla. Questa, comunque, non sarà una partita: sarà La partita».
Quanto sarà importante la tenuta psicologica per questa gara?
«La tenuta psicologica sarà sì importante, ma dipenderà anche dalle situazioni che verranno a crearsi. Non basterà credere di poter ottenere il risultato, perché credere non vuol dire ottenere. Ciò che serve è credere in quello che si fa, sperando di ottenere certe situazioni. Non bisogna infatti credere nel risultato, ma nella partita e in quello che in essa si vuole proporre. Quello che si pretende dalla squadra è che giochi al massimo delle possibilità e con una mentalità vincente».
E, a livello psicologico, questo derby influirà anche sulle partite dopo? Dopo la partita di andata, per voi un po' è stato così...
«All'andata venivamo da un 5-1 di Torino che aveva già prodotto uno sconquasso importante. Ovviamente non penso che quella squadra dovesse vincere 25 partite di fila, ma siamo arrivati di fronte a una Juve che ha fatto la miglior partita dell'anno e questo ha prodotto una perdita di credibilità. Il derby all'andata risentiva già di questo, e una sconfitta in quella maniera nella stracittadina ha lasciato sicuramente uno strascico. Direi che bisogna vedere il “come”, io penso che sia proprio quello che determini un riflesso di credibilità».
Chiudiamo con un ultima domanda. Meglio il derby o il quarto posto?
«Tutti e due. Perché il derby sarà sicuramente fondamentale per raggiungere quella posizione che si chiama quarto postouna posizione in quel quarto posto. Ed anche perché in questo momento qui ci permetterebbe di mantenerlo il quarto posto». |di Stefano Orengo - Fonte: www.sampdorianews.net| - articolo letto 186 volte