Facciamo innanzitutto finta di non aver visto i clamorosi errori arbitrali di Orsato, perché non siamo interisti e non ci piace far polemiche inutili. Quello che resta è una partita normale, pareggiata, meritando qualcosa di più forse all’attivo, ma assolutamente tutto quello che c’è stato nel passivo. I due gol del Catania sono infatti due perle pregiate per i cineasti del calcio, qualora volessero creare un montaggio su come una difesa non deve contrastare un’azione centrale portata avanti dagli attaccanti avversari. Vediamo, cioè, nel primo gol un clamoroso errore nel fuorigioco non riuscito che favorisce Maxi Lopez consentendogli di sgusciare tra le maglie avversarie e battere sul palo più lontano Dida. Il biondo attaccante argentino, sino a oggi ricordato probabilmente solo per l’incredibile bellezza della moglie modella, è poi complice di una triangolazione con Ricchiuti che lascia basito S.Siro sul secondo gol. Basito non tanto per il risultato che si andava a sancire (uno 0-2 passivo in meno di 45 minuti), quanto per il fatto che dopo il primo passaggio di Ricchiuti a M.Lopez siamo tutti andati con lo sguardo a vedere dove il primo si sarebbe poi piazzato n attesa del cross di ritorno; tutti, tranne i difensori del Milan che lasciano il piccolo numero 10 catanese staccare in aria con tanto di rincorsa, a mezzo metro dalla porta.
Ringraziando la Roma per averci dato la gioia di vivere almeno una settimana con l’Inter non più prima (e speriamo mai più), iniziamo a mettere in luce i punti salienti per riprogrammare la squadra per la prossima stagione, anche sulla scorta di quanto visto oggi. Partiamo, quindi, col parlare della difesa. L’ultimo quartetto difensivo “da Milan” che abbiamo avuto risale, a mio modo di vedere, alla stagione 2004-05 e recitava: Cafu, Nesta, Stam, Maldini. Dopodiché c’è stato solo il lento accanirsi di Maldini a continuare a giocare, nonostante i continui infortuni muscolari e articolari, che lo ha portato a lasciare, per giunta in malo modo, il calcio e il Milan alla fine dell’anno scorso. Stiamo parlando di un monumento - sia chiaro - nonché dell’ultima nostra autentica bandiera, ma è indubbio che di pari passo con la sua permanenza prendeva piede un’idea pericolosissima nelle menti dei dirigenti, quella cioè che finché giocava Maldini l’intera difesa era in salvo.
Fortunatamente un degno erede di Maldini è stato trovato e si chiama Thiago Silva. Ma non basta. Il brasiliano è sempre più da solo e fare reparto con Favalli o addiritture con Ambrosini, come visto oggi, scusate, ma non credo sia proprio esaltante. In realtà, prima che si infortunasse, c’era Nesta ad affiancarlo, ma occorre ricordare che anche il romano ricorre annualmente e da diverse stagioni, ad interventi chirurgici delicati e sono lontani i tempi in cui riusciva a fare una stagione per intero. Dopodiché va aggiunta l’età, i suoi 34 anni cioè, al bilancio complessivo sull’opportunità di vederlo ancora titolare; francamente il mio giudizio è un risoluto no. Fatti fuori, come mi pare giusto, Favalli e Kaladze (il primo per raggiunti limiti d’età, il secondo per malcontenti di lunga data), il Milan deve improrogabilmente andare alla caccia di due centrali che possano integrarsi nella formazione titolare con T.Silva, o al limite, accompagnare Dani Bonera in panca.
Allo stesso modo, per quanto riguarda i terzini di fascia, occorre rinnovarsi. Oddo è la barzelletta dell’intera serie A, Zambrotta ha l’età di Nesta e annessi acciacchi; Antonini e Abate sono, per carità, una bella favola, ma ormai conosciuta dalla prima all’ultima parola e con grossi limiti nella trama. Limiti visti soprattutto in Champions League o contro le big italiane, dove emergono notevoli difficoltà da parte loro nell’interpretare entrambe le fasi, difensiva e offensiva, insieme. Per tacer dei cross di Abate, che, fino a qualche settimana fa, erano uno dei punti di spunto più divertenti nelle discussioni della nostra chat. Servono dunque almeno altri due esterni bassi che possano, quantomeno dare loro fiato e servirebbe che con una bella dose di umiltà nel cuore, Zambro e Oddo dicessero ad un eventuale rinnovo di contratto. Per una società come la nostra, non disponibile a spendere, talvolta anche certe cessioni hanno il valore di un acquisto. |di Sebastiano Molinelli - Fonte: www.ilveromilanista.it| - articolo letto 191 volte