Juve: Benitez al 60%. Milan tra Marchetti e Tasci. L'Inter spenderà così: Mazzarri, ma quanto piangi
La Juve affonda. Non in classifica, la vittoria sul Cagliari è stata comunque un brodino. La Juve affonda per convincere Benitez. Ha avuto almeno quattro contatti nell'ultimo mese. E almeno un paio di incontri segreti. La Juve affonda, vuole Bentiez a tutti i costi. E Benitez ha aperto le porte: possiamo discutere, indipendentemente dalla qualificazione in Champions (difficile, ma non possibile). A patto che si legga bene dentro il progetto, che ci sia un budget straordinario da dedicare alle strategie di mercato (ci sarà), che si possa agganciare almeno tre pedine importanti, una per reparto, compreso l'attaccante di straordinario valore (Dzeko e Fernando Torres nella lista, per Dzeko sarà un'asta infinita con i migliori club europei, se la base sarà di 30 milioni vedo difficile che il Milan possa essere in lizza). Benitez vuole leggere bene, vuole capire bene, vuole essere certo che verranno fatte le cose nei dettagli. L'aspetto importante è uno: intanto la Juve non accetta più i consigli assurdi che hanno portato al licenziamento di Ranieri, all'ingaggio di Ferrara, all'arrivo in pompa magna (?) di Fabio Cannavaro e Grosso. E poi la Juve entra in azione senza aspettare il risultato della stagione, l'eventuale quarto posto oppure l'eventuale qualificazione in Europa League, sarebbe stato assurdo aspettare. Benitez ha un contratto lungo e ricco, fino al 2014, ma ha chiaramente capito che non potrà restare al Liverpool in eterno. Juve al 60%, oggi. I prossimi otto giorni saranno fondamentale, dal prossimo minuto qualsiasi indizio sarà buono per salire dal 60'% all'80% e quindi al 100%. Oppure per scendere se Benitez non verrà accontentato nei dettagli. Ripeto: l'aspetto non è economico, almeno non soltanto economico, ma si tratta di mettergli a disposizione una struttura senza crepe, che non perda acqua dai primi giorni di lavoro. Benitez è Benitez, mica l'ultimo della compagnia. Se non il primo, di sicuro il secondo.
Il mercato dell'Inter decollerà dopo la semifinale di ritorno con il Barcellona, quando forse capiremo definitivamente il destino di Mourinho (Laurent Blanc soluzione gettonata se Special One andasse via). Ma nel frattempo l'Inter ha messo giù una serie di appunti segreti da memorizzare. E' tornata dal Gremio per chiedere Mario Fernandes e si è sentita sparare 15 milioni secchi, con possibile sconto del 10 per cento, non del 50 per cento come vorrebbero i collaboratori di Moratti che al momento prenderebbero Fernandes a sette-otto. Operazione Coutinho: ci sono due correnti interne, c'è chi lo tessererebbe subito e lo lancerebbe in prima squadra; c'è chi lo parcheggerebbe in Italia per non bruciarsi un posto da extracomunitario; il Vasco de Gama sbava per poterlo trattenere fino a dicembre. Situazione apertissima e che condizionerà le mosse. Una cosa è sicura: Coutinho è fortissimo, chi lo conosce bene mi dice che sia più pronto del tanto reclamizzato Neymar del Santos per un immediato (e proficuo) inserimento in Europa. Nella lista c'è sempre Hernanes, reduce da uno straordinario periodo di forma, destinato a lasciare il San Paolo. Un pallino vero è Aguero: quando lo scrissi, un paio di anni fa, in tanti si scandalizzarono. Aguero non è Messi, ma un 30 per cento di Messi. E Moratti a un tizio così strizzerà sempre l'occhio. Ma adesso sono troppo importanti gli snodi campionato-Champions, l'Inter ha fissato i paletti ma non va oltre. Al massimo programma qualche "uno contro uno", qualche scambio logico e intelligente: Miguel Veloso-Quaresma è una traccia precisa, Mancini al Lione (se il Milan non lo riscatterà) per eventualmente sondare Ederson (proposto al Napoli) è un'altra idea che frulla per la testa. Ma non c'è fretta o ansia.
La gente mi chiede nomi nuovi, nomi freschi, legati al Milan. Ma di fresco c'è poco. Insistono su Cacau: sondato, come no?, ma ritenuto non da Milan al cento per cento. Può darsi che arrivi come scorta, ma non è scritto. Due cose nuove: il Milan continua ad avere in mano Marchetti, portiere dallo strepitoso rendimento e non mi faccio condizionare da qualche errore commesso nelle ultime settimane. Traduzione: Marchetti è un portiere da prendere subito, non a caso ci pensano Juve e Fiorentina, non a caso presseranno dall'estero. Ma lunedì sera, non dieci anni fa, un mio amico fidatissimo mi ha detto che il Milan conserva ancora una specie di diritto di prelazione, alla luce anche degli eccellenti rapporti con Cellino. Domanda: sarebbe giusto rinnovare il contratto a Dida, richiamare Storari che alla Samp sta facendo bene, oppure prendere un portiere forte forte e con almeno otto anni davanti a grandi livelli? Rispondete voi. Vedremo cosa farà il Milan. Nel frattempo, in attesa di capire quando e se Leonardo saluterà, il Milan ha apprezzato molto Tasci, centrale dello Stoccarda: lo ha fatto seguire con attenzione, ha sciolto alcune riserve, lo farà seguire ancora. Di sicuro Tasci nella lista rossonera, l'unico problema è che lo Stoccarda chiede 15 milioni, esattamente come il Gremio per Fernandes. Se Loenardo andasse? Occhio sempre ad Allegri (assurdo il suo esonero nelle ultime ore: ormai non esiste più mezza logica), alla soluzione interna Tassotti e alla sorpresa dell'ultimo minuto. Mi stupirei se Allegri restasse a Cagliari: non a caso Cellino ha bloccato Bisoli (ma piace anche Atzori che potrebbe sostituire Bisoli a Cesena in cado di addio). Panchine di B: l'Empoli pensa a Pane per la sostituzione di Campilongo, tutte le altre situazioni sono apertissime. Grandi, attualmente in lotta per la promozione, comprese.
Non c'è bisogno che tranquillizzi io i tifosi della Roma, ma il fatto che il Bayern dica che Toni tornerà alla base a fine giugno vale quanto il due di briscola. Se Toni non vuole tornare, e non vuole tornare indipendentemente da Van Gaal, non tornerà. E Toni sta così bene a Roma che non ci pensa neanche lontanamente a rientrare in Baviera. Al massimo per una bevuta, un brindisi di addio…
Siamo in ritardo sul mercato: una volta si decideva a fine marzo, stavolta tutto slitta a fine aprile almeno. Tra lotta scudetto, lotta Champions, budget da definire, eventuali e varie, le motivazioni che giustificano lo slittamento non mancano. Adesso mi piacerebbe concludere con due discorsi distinti e separati.
Il primo: quelli che puntano su risultati scontati e abbassano le quote, stavolta non ci hanno capito un tubo. Le ultime perle: Lecce-Torino doveva essere pareggio, ha vinto il Lecce; Bologna-Lazio doveva essere pareggio, ha vinto la Lazio. Se non ti consentono di giocare, anche a 1,01, la vittoria del Padova e Salerno e bloccano i giochi già da metà settimana, significa che abbiamo proprio una mentalità tutta italiana. Infatti, poi il Padova a Salerno non ha vinto, ma come sono bravi a prevedere l'esatto contrario…
Un argomento che mi sta a cuore chiama in causa Walter Mazzarri. Non se ne può più delle sue lacrime, dei suoi pianti, dei suoi lamenti per giustificare una sconfitta. Mai una volta che Mazzarri dica: ho sbagliato io. Invece, quando perde o è colpa degli arbitri, oppure è sfiga, tremenda sfiga, perché il Napoli ha giocato meglio degli altri e gli altri hanno tirato due sole volte in porta segnando tre gol… Mazzarri la smetta di piangere. E se proprio vuole continuare sappia che la gente non ha gli occhi foderati di prosciutto. Il Napoli ha subito grandi torti arbitrali, come li hanno subiti altre società. Ma non ho mai sentito Delio Rossi lamentarsi per un fischio sbagliato che avrebbe condizionato la sconfitta. E se lo ha fatto, non ricordo e vado a braccio, si sarà lamentato una volta. Mazzarri è un lamento continuo: colpa degli arbitri, colpa della sfortuna, abbiamo giocato meglio, siamo stati più bravi. Ha visto clamorosi episodi contrari in Napoli-Parma che io non ho visto neanche con la lente d' ingrandimento. Quando la squadra era in lizza per la Champions, Mazzarri diceva che non si poteva pretendere la luna, che il Napoli aveva fatto molto, che gli obiettivi sarebbero stati rinviati alla prossima stagione. Quando il Napoli si è allontanato dalla Champions, e la generosa gente che ama quei colori ha sofferto un po', Mazzarri ha cambiato disco dicendo che la squadra avrebbe potuto farcela anche per il quarto posto. Per la paura di chiedere, o per la voglia di costruirsi un alibi, Mazzarri ha evitato di invocare rinforzi a gennaio, quando De Laurentiis (gasatissimo) gli avrebbe acquistato la luna. Don't cry, Mazzarri: per favore non piangere. E parliamo di calcio: se farai bene, nessuno potrà dire il contrario; ma tutti capirebbero (e lo hanno capito) se altri discorsi venissero fatti per giustificare errori, gravi o meno gravi, della gestione tecnica. |di Alfredo Pedullà - Fonte: www.tuttomercatoweb.com| - articolo letto 238 volte