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2010-04-16

Ciao Milan, il treno è partito


Finalmente il treno scudetto è partito! Peccato, però, che il Milan sia rimasto in stazione, arrivato in ritardo e, oltretutto, con il biglietto non obliterato... Si riassume così l’incredibile stagione rossonera che, a cinque giornate dalla fine, rischia di essere ricordata più per le occasioni perdute che per quanto di buono è stato costruito. Domenica è andato in scena l’ultimo, forse decisivo, atto di questo campionato; ancora una volta i rossoneri hanno sprecato l’occasione di avvicinarsi alla vetta e di sfruttare il mezzo passo falso dei cugini nerazzurri. Ora le occasioni mancate sono davvero troppe: Napoli, Parma, Lazio, Catania, dodici punti a diposizione, tre conquistati. Poca roba, misero raccolto di prestazioni imbarazzanti, prive di quella cattiveria agonistica vitale in simili circostanze. Il fatto di essere teoricamente ancora in corsa per lo scudetto è dovuto soprattutto ai molti punti persi dall’Inter nell’ultimo mese, oltre alla partenza negativa della Roma... Dettagli senza i quali probabilmente si sarebbe rischiato un notevole distacco.
Le dichiarazioni che escono dall’ambiente rossonero, unite nel "continuare a credere", sono apprezzabili ma sostanzialmente poco sostenibili. La sensazione è che la squadra abbia fatto il massimo, che di più sia impossibile chiederle. Questa resterà comunque una discreta stagione, dal più che dignitoso traguardo, oltre le più rosee aspettative. Anche se rimane qualche rammarico non è il caso di vedere tutto negativo, di buttar via un’intera annata. Certo, con qualche scelta più azzeccata e con una rosa più adeguata il Milan avrebbe potuto essere competitivo fino alla fine. Gli infortuni di Pato, Nesta e Beckham, tre su tutti, hanno certamente pesato sul rendimento della squadra, però non possono essere considerati attenuanti. In più di un’occasione si è preferito 'friggere' sempre sugli stessi undici piuttosto che puntare ad un essenziale turnover. Ma, ovviamente, Leonardo ha avuto le sue buone ragioni. Seedorf e Pirlo, ad esempio, in più momenti della stagione hanno dimostrato di non essere in buone condizioni, tuttavia la mancanza di degni sostituti ha sempre consigliato di puntare sulla loro titolarità. Inoltre, con a disposizione molti giocatori ultratrentenni, che da anni giocano praticamente ogni tre giorni, diventa difficile pretendere continuità di rendimento. Riguardo al modulo di gioco, l’ormai famoso 4–2 e fantasia, è vero che ha dato grandi soddisfazioni ma, è doveroso ammetterlo, anche troppi problemi.
In attacco mancano alternative al trio Ronaldinho-Borriello-Huntelaar. Le alternative invece non mancano nel pacchetto 'prime punte': Marco, Klaas e Pippo. Troppe! Il solo Borriello rientra a difendere, Ronaldinho gioca praticamente solo nel suo 'monolocale' sulla trequarti, Huntelaar sulla destra risulta spesso estraneo dal gioco... questo Milan è disegnato per non giocare con due baluardi offensivi, causa la mancanza in organico di una vera seconda punta. Problemi derivanti dall’estate, dalla confusa e striminzita campagna acquisti e dalla politica al risparmio della società a cui Leonardo si è ottimamente adeguato. Il mister, grande artefice di quell'emozionante rinascita rossonera andata in scena da Milan-Roma a Milan-Siena, ha risposto con una perfetta gestione del gruppo e, appunto, una serie di risultati davvero sorprendenti.
Dopo il pareggio contro il Catania nemmeno il più ottimista dei tifosi pensa di poter vincere lo scudetto. E, a dire il vero, anche nei giorni post Milan-Chievo (-1 dalla vetta) forse non son mai volate grandi speranze. Ora è tempo di voltar pagina e cementificare il terzo posto, "aiutati" - proprio così - da quell'ultimo 2-2 di San Siro, dall'ultimo doloroso addio ai sogni di gloria. Ora sì, "si può", si può arrivare terzi. Si può, giocando finalmente senza guardar troppo ai risultati di Inter e Roma, vivendo le ultime giornate con meno pressione, meno obbligati. E' brutto dirlo, ma la frenata delle ultime settimane sembra quasi averci liberato da un peso, da quel macigno troppo grande per le nostre possibilità. Quasi, ahinoi, come fossimo una provinciale, una su tante, semplicemente mediocre, non abituata a vincere. Purtroppo questo è quello che sta accadendo da qualche anno a questa parte. Più precisamente dalla memorabile notte di Atene. Non vorremmo che si commettessero gli stessi errori: già allora la squadra andava ringiovanita e rinforzata, e non lo si vece. Ecco, non si pensi anche quest’anno che senza i tanti infortunati la rosa sarebbe stata all’altezza delle rivali, e che la prossima stagione si possa lottare alla pari in Italia ed Europa... Idee chiarissime per il futuro in questo momento non sembrano essercene, né sugli acquisti né sulla riconferma del mister. La nostra speranza è che questo clima da pre-immobilismo estivo sia la classica, tattica, quiete dell'attesa. Attesa che la squadra raggiunta quell'essenziale qualificazione in Champions.
|di Piergiorgio Danuol - Fonte: www.ilveromilanista.it| - articolo letto 145 volte


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