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2010-04-19

Buffon: "Resto qui anche senza Champions"


Quasi tumulata la qualificazione alla Champions League, Gigi Buffon vorrebbe almeno tenere in vita la dignità («Dobbiamo salvarla, nelle partite che restano»): della Juve, di chi ci gioca e dei suoi fedeli. Poi chissà, potrà pure cambiare divisa, come poteva essere e non è stato negli ultimi tre anni: «Io non gioco a nascondino, basta leggere tra le righe quello che la società ha detto venti giorni fa». Che, però, per una volta era cristallino: «Per quanto riguarda quanto scritto su una presunta cessione di Buffon, voglio rassicurare i tifosi: Gigi non si tocca, resterà alla Juventus». Scritto e firmato, lo scorso 23 marzo, dal vice direttore generale bianconero Roberto Bettega. Semplicemente, vige il criterio già stabilito da tempo: se mai arrivasse una super offerta, il club ci penserà e, quasi certamente, lo venderà. In caso contrario, a questo punto, la cessione sarebbe piuttosto incomprensibile. Dentro San Siro, però, quasi tutte le parole ritrovate se le mangiano rabbia e delusione: per la partita e il campionato.
Di seguito, l'intera intervista a Gigio.
Gigi Buffon avevate fatto un pensierino a uscire vivi da San Siro?

«Quando resti in dieci ti aggrappi al carattere, e noi l’abbiamo fatto, ma era davvero dura arrivare alla fine con un risultato positivo. A un certo punto abbiamo pensato di potercela fare, ma quando giochi per oltre un’ora e un quarto contro questa Inter diventa troppo complicato. È una squadra con una forza fisica importante e, in attacco, ha davvero una qualità straripante».

Zaccheroni dice che la prima ammonizione a Sissoko non c’era e che ha piegato la partita.

«Non mi sembra che avesse fatto molto per meritarsela».

Nella ripresa pure lei ha perso la pazienza, rincorrendo l’arbitro fino a metà campo: che era successo?

«Prima una serie di episodi, e in quell’occasione una gomitata di Samuel ad Amauri: era fallo, e punizione al limite dell’area. Nulla. Sono capitano e a un certo punto la personalità bisogna tirarla fuori».

Pare fili sempre tutto storto: non vedete l’ora che finisca?

«No, guai se lo pensassimo. Abbiamo ancora quattro partite, che sono importanti, anche per salvare la dignità».

Più facile che salvare la Champions, a questo punto.

«Ormai non dipende più da noi, ma da quelli che ci stanno davanti. Certo dobbiamo creare tutti i presupposti per qualificarci e avere la coscienza a posto».

Almeno l’altra sera avete dato battaglia, pure meglio di altre volte.

«Il dispiacere è di non aver giocato ad armi pari, perché in dieci era difficile far risultato: ma non è stavolta che dobbiamo avere dei rimpianti».

Chi vince lo scudetto?

«Purtroppo non riguarda la Juve, allora non mi interessa poi tanto».

Per chi tifi?

«Visto che sono amico di Vito Scala (preparatore di Totti e in Nazionale, ndr), di Francesco e di Ranieri, dico Roma».

Andare o meno in Champions cambierà il suo futuro alla Juve?

«No, comunque finisca il campionato, non cambierà nulla. Leggete tra le righe ciò che ha detto la società».
|di Massimiliano Neirozzi - Fonte: www.nerosubiancoweb.com| - articolo letto 175 volte


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