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2010-04-19

Juve, 200 milioni? Serve solo una persona… Le contraddizioni di Zamparini ed i titoli di coda su Leo


200 milioni in tre anni. Arriva Benitez, prendiamo Torres per l'attacco al posto di Amauri e Trezeguet, pensiamo di cedere Melo dopo appena 10 mesi e facciamo anche un tentativo per Fabregas, senza dimenticarci che Benitez pensa sempre a Mascherano. Signori, questa è la Juventus del futuro. Titoli a nove colonne con questi famosi 200 milioni di euro da investire sul mercato; per noi sarebbe una goduria, come andare in Paradiso ed immaginare un ritorno sulla Terra. Peccato che almeno due aspetti fondamentali non siano stati minimamente presi in considerazione. Il primo: 200 milioni nonostante una possibile esclusione dalla Champions League del prossimo anno? Seconda e non ultima: a chi sarà affidato questo compito? Se Rafa Benitez arriverà con un ruolo da manager, allora ci fidiamo, anche se necessiterebbe di almeno un paio di anni per conoscere il nostro mercato. L'Italia non è l'Inghilterra. Sarebbe bello vedere Benitez intavolare trattative tra l'Hilton, il Gallia ed il Quark Hotel di Milano. L'Italia è un Mondo a parte, dove i procuratori comandano il vero sistema e, spesso, le società ne sono vittime. La Juventus ha bisogno di un solo dirigente in questo momento. I tifosi continuano ad invocare il nome di Luciano Moggi; il suo ritorno sarebbe tanto clamoroso quanto popolare. Noi, però, ci soffermiamo su una figura fondamentale per il club torinese. Visto lo scontato e doveroso addio di John Elkann, solo una persona può salvare questa Juve: Andrea AGNELLI. Non è un errore di battitura la scritta del cognome a caratteri maiuscoli. La Juve è Agnelli e gli Agnelli sono la Juve. Andrea è l'unico capace di risollevare questa società, con abnegazione e competenza. Via Elkann, Secco e Blanc. La triade del disastro. In quel caso non serviranno 200 milioni, ma semplicemente un po' di intuito, competenza e saggezza. I tifosi bianconeri sono infuriati, soprattutto perché 4 anni dopo si sono resi conto che a volere il male della Juve furono proprio gli stessi dirigenti; pur consapevoli dei guai che avrebbe corso la società spalleggiando un progetto diabolico per far abbassare la cresta a chi l'aveva alzata nel corso degli anni con scudetti, maxi plusvalenze e cessioni miliardarie. A proposito del passato/presente: qualcuno saprebbe spiegarci la funzione di Roberto Bettega? Ha fallito in pieno. Un ex Team Manager a fare il DS, un ex uomo immagine a ricoprire il ruolo di Direttore.
Domani nuova puntata di Calciopoli presso il Tribunale di Napoli. L'immagine che ci portiamo dall'ultima udienza, di martedì scorso, è di un colonnello dei Carabinieri imbarazzato ed impacciato. Avevamo dato credito a quest'inchiesta 4 anni fa, ma non conoscevamo i personaggi. Avessimo capito prima chi è Attilio Auricchio, probabilmente, non avremmo sprecato neanche un po' di inchiostro. Eloquente quella scritta che capeggia sulla testa dei Giudici: "La Legge è uguale per tutti". Maurizio Zamparini, Presidente del Palermo, ha definito "m…a" quello che faceva Luciano Moggi, ai tempi della Juventus. Un attacco diretto e duro. Non mettendo in dubbio il pensiero del Presidente del Palermo, ci fa riflettere se a dirlo è uno come Zamparini che fino a 6 mesi fa chiedeva consigli a Moggi, avallava le sue idee sul mercato, a tal punto da mettere sotto contratto dirigenti con esperienza in altri settori prima di sbarcare nella ben amata Sicilia. Rivedendo uno spezzone del Processo di Biscardi di qualche anno fa, Zamparini aveva tutt'altra idea dell'ex DG Juventino, a tal punto da chiedere al suo vecchio allenatore Ballardini di andare a cena a Milano proprio con Moggi.
L'ultimo week end di campionato ci ha lasciato tre conferme. L'Inter lotterà fino alla fine per portare a casa tutto (in bocca al lupo per la sfida di domani sera con il Barcellona), la Roma sogna e fa bene a farlo perché può riuscire nel miracolo ed il Milan di Leonardo ha mollato del tutto. Il tecnico brasiliano, molto probabilmente, chiuderà terzo. Non si può considerare una vittoria per i rossoneri, nell'anno in cui la Roma dalle mille difficoltà economiche rischia di vincere il tricolore e nell'anno in cui l'Inter ha fatto di tutto per mandarlo sull'altra sponda del naviglio. Abbiamo visto bel calcio al Milan per soli due mesi. Poi Leo è andato in confusione. Complice una squadra poco competitiva e soprattutto la mancanza di esperienza come allenatore. Tornerà in Brasile, il Milan gli deve mille grazie. Per quello che ha dato da calciatore, per quanto dimostrato da ottimo dirigente… beh il grazie all'allenatore può anche lasciarlo da parte.
|di Michele Criscitiello - Fonte: www.tuttomercatoweb.com| - articolo letto 221 volte


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