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2010-04-20

Il Punto con Walter Fuochi


Ieri con l’Udinese un pareggio che brucia, che fa male e che, per come è stato preso rischia di passare alla storia più come una sconfitta che come un pari. E’ un risultato che richiede due tipi d’esame. Uno razionale, e dunque è accettabile perché è il risultato che si voleva alla vigilia ed è un risultato che, portato a casa, tutto sommato è utile. Poi c’è il secondo versante, che è quello emotivo, e bisogna riconoscere che è il versante prevalente: quando ti regalano tre punti li devi portare a casa, anche rapinandoli. L’Udinese li aveva regalati al Bologna e il Bologna ne ha dati indietro due in un modo imperdonabile: sia per il tempo, 91’, sia per il modo, ha preso gol in contropiede non gestendo un vantaggio, non gestendo una palla propria.
A fine gara c’è stata anche tensione tra gli stessi giocatori. Giocatori esperti sanno che il pallone bisogna tenerlo fra i piedi e non cercare avventure. Quando Mudingayi calcia verso la porta dell’Udinese una punizione non si sa per fare cosa – visto che con l’1-0 danno tre punti e con un eventuale 2-0 danno i tre punti lo stesso – chi ha giocato 500 partite come Buscè si arrabbia e ha ragione. Noi vediamo molte partite in televisione adesso, benedicendo il satellite, e abbiamo visto più e più volte il Barcellona che quando è in vantaggio passa indietro la palla fino al suo portiere: non c’è niente da vergognarsi, lo può fare anche il Bologna.
Ancora un rigore non dato, ma si continua a dire poco o nulla. No, si dice poi anche: non c’è bisogno di strepitare od offendere. Ieri tutti hanno detto che c’era un rigore su Raggi, l’arbitro non l’ha visto e non l’ha dato: può succedere. Le proteste vengono elevate, poi se bisogna insultare la gente non ci sto. E’ stato sottolineato, ed è stato sottolineato come Pasquale andasse espulso. Sì, certamente il Bologna non gode di favori arbitrali, e basterebbe godere di una sostanziale giustizia, però ripeto: al 91’, palla tra i piedi, siamo 1-0, c’è una colpa se non la porti a casa.
Ieri tre punte in campo ma la musica non è cambiata: l’attacco non segna. Soprattutto se di tre non se ne fa uno, perché la condizione fisica individuale mi sembra piuttosto modesta. Poi ricorderei che i migliori esiti di Di Vaio sono stati ottenuti giocando isolato là davanti: non ho capito questo ricorso a Zalayeta, forse perché aveva messo il broncio la domenica prima. Alla fine, delle punte che hanno giocato si finisce per rimpiangere quella che non ha giocato, Gimenez. E sposo un’osservazione di un mio anziano e valoroso collega, Adalberto Bortolotti. L’ho sentito ieri sera in tv dire: se Gimenez è un giocatore da 5 minuti è difficile, facendogliene fare 10, che li azzecchi: proviamo a fargliene fare 60, anche statisticamente è più probabile che i 5 minuti saltino fuori da un arco più ampio. Sottoscrivo in pieno
Domenica prossima arriva il Parma, ma mai come in questo momento l’avversario conta relativamente: bisogna vincere e basta. Sì, ma poi conta anche l’avversario: un avversario che non ha più nulla da chiedere alla propria stagione. Questo non significa che calerà le braghe gratis, però le motivazioni sono modeste, doverosamente aggredito dovrebbe fare un passo indietro. Poi ci vuole energia, per aggredire, convinzione, corsa, testa, gambe: tutto. Speriamo ci siano ancora.
Bisogna quindi capire quanto sia ancora in salute questo Bologna. Dopo Udine il dibattito che si è aperto è se continuare a dare fiducia ai veterani o chiedere aiuto a qualche forza fresca. Poi però il conto si riduce in fretta: la difesa è quella lì, il centrocampo è per forza quello lì, anche perché è stato decimato dagli infortuni. Le uniche variabili sono in attacco, dove puoi mettere Gimenez o puoi addirittura correre l’azzardo di Savio: insomma, puoi fare qualche riflessione. Non trascuriamo anche che siamo sotto effetto Ranieri, ossia la mossa coraggiosa di fare fuori Totti e De Rossi potrebbe fare proseliti: sicuramente Ranieri è il genio di oggi, se Floccari avesse segnato il rigore altrettanto sicuramente oggi sarebbe lo scemo del villaggio. Ma di calcio di solito ragioniamo così, senza molto equilibrio.
L’Atalanta si è avvicinata e quindi lo scontro diretto sarà ancora più decisivo, e poi c’è la stessa Lazio che è appena un gradino sopra al Bologna e non può ancora dirsi matematicamente salva.
Però la Lazio ha due ultime giornate in calendario molto addentabili. L’Atalanta per salvarsi deve fare filotto ma sta dimostrando che in casa quel filotto è in grado di farlo. Noi abbiamo una sola avvertenza: dobbiamo andare a Bergamo non passibili di sorpasso, cioè bisognerebbe avere 4 o 5 punti di vantaggio. Averne 3 sarebbe già pericoloso perché, come si sa, in caso di sconfitta la parità in classifica sarebbe a beneficio dei bergamaschi, quando si andrà a guardare il confronto diretto.
|di Cinzia Saccomanni - Fonte: www.zerocinquantuno.it| - articolo letto 157 volte


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