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2010-04-21

Repetita Roma (riflessioni sulla 34esima giornata)


La Roma fa suo il derby capitolino (doppio Vucinic, “Santo” Subito!) e risponde alla grande al precedente successo della rivale Inter nel derby d’Italia, ribadendo la leadership di A; la Sampdoria fa fuori il Milan dalla contesa Scudetto e sogna la Coppa dei Campioni; in Zona B spera l’Atalanta e da vita agli ultimi vagiti il Livorno.
La giornata di Campionato appena proscritta ha ribadito più che mai i valori delle prime della classe ed allo stesso tempo ha elargito la convinzione che lo scudetto possa decidersi allo sprint, spalla a spalla fra due team davvero in salute, quella salute che sembra aver ritrovato anche la neo spodestata Inter, 2-0 alla seppur in disfacimento Juventus (prodiga nell’autolesionarsi), mostrando se non altro una certa vitalità di nervi.
Dopo il successo di venerdì della beneamata, la Roma era chiamata alla pronta risposta, onde ripiombare alle spalle dei nerazzurri. L’ostacolo che le si poneva innanzi era la Lazio, in un derby -capitato a fagiolo nel bel mezzo della lotta tricolore- che si preannunciava infuocato. Difatti lo show della verde arena non ha smentito le più rosee aspettative. I biancocelesti si portavano in vantaggio con il redivivo Rocchi, conferendo ancor più pathos ad un match già incandescente sotto ogni profilo. In avvio di ripresa la compagine di Reja avrà l’occasione di ricacciare alle spalle dell’Inter l’odiata avversaria, ma Floccari si rivela inadeguato a violare la retroguardia anche su rigore (parata di Julio Sergio), e così, con tanto di sentiti ringraziamenti, la Lupa perveniva al pareggio proprio su rigore, gol di Vucinic, che poco dopo avrebbe chiuso il derby della Capitale (più che mai ago della bilancia del torneo) con una rete su punizione. Il tutto dopo che Ranieri aveva rischiato una inammissibile lesa maestà lasciando, nell’intervallo, negli spogliatoi niente poco di meno che De Rossi e soprattutto l’intoccabile capitan Totti. Una scelta che ai più sarebbe potuta apparire irriguardosa verso due storiche bandiere giallorosse e che invece è stata la discriminante per indirizzare il match nell’alveo della storia, per uno scudetto che potrebbe passare proprio da codesta scelta a dir poco coraggiosa. Da ricordare che, a differenza dell’alter ego Del Piero, Totti non è assuefatto ai cambi, tutt’altro… Se la Roma non cade dal piedistallo, lo fa invece il Milan, rimediando una scoppola per certi versi inattesa, 2-1 a Genoa al cospetto della Sampdoria di Del Neri, che giovandosi della coppia dei sogni Cassano-Pazzini sta facendo rivivere ai blucerchiati il miracolo Chievo Verona del 2002, quando portò gli scaligeri in Uefa.
Nel caso della Samp, con le dovute accelerazioni di proporzione, il miracolo sarebbe arrivare non in Uefa ma in Coppa dei Campioni, dove al momento vi andrebbero tramite i preliminari. Sogna ancora il Palermo, mentre il Napoli rientra per la Uefa, ai danni della ricotta Juventus, al momento 7^, tagliata fuori dalla Uefa e fuori da ogni chance di Champions, a meno di ribaltoni mirabolanti, aggettivo giustificato dal -6 che accusano dalla già citata Sampdoria. Intanto in Zona B Udinese e Lazio tornano a doversi preoccupare per la salvezza, per non parlare del Bologna, in procinto d’essere avviluppato dall’Atalanta. Il Siena dal canto suo è pressoché spacciato, mentre il Livorno non può far altro che aggrapparsi a qualche devozione religiosa…Fra i bombers prenota il titolo Di Natale, davanti al remissivo Milito. Terzo gradino per Miccoli che sorpassa Gilardino.
Concludiamo con il dovuto omaggio che dobbiamo al grande uomo tv Raimondo Vianello, scomparso ad 87 anni. Un personaggio che definire semplicemente un comico è a dir poco riduttivo, visto che la sua effige può essere traslata al di là dell’alveo della comicità, spingendosi nell’imbuto dell’universalità. Un personaggio che aveva fatto della professionalità e dell’ironia una ragione di vita e non un semplice lavoro di showman. Un uomo che ci manca già. Ci manca la sua verve. La sua compostezza, visto che sapeva far ridere senza volgarità, da cui gli attuali presentatori ed intrattenitori non sanno quasi mai prescindere. Un uomo come forse non ne vedremo mai più. E non è retorica…
|di Albertosig - Fonte: www.calciomagazine.net| - articolo letto 208 volte


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