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2010-04-28

Allegri per il dopo Leonardo


Il Milan travolto al Barbera lascia spazio a più di una riflessione. Negativa. Concordiamo sia con Leonardo che con Galliani. Per il primo è stato sbagliato l’approccio alla gara. Per il secondo non era lecito aspettarsi di più da un Milan largamente rimaneggiato. Esiste una versione ulteriore: la nostra. Ci abbiamo messo del nostro. Lasciatecelo dire. La formazione con cui il Milan è sceso in campo contro i siciliani non ci è proprio piaciuta. Genova e Palermo non sono state due trasferte, ma due Waterloo. Insistere con Oddo centrale lasciando in panchina un giovane bravo e desideroso di affermarsi come Albertazzi, ci è parso un vero e proprio suicidio. Tattico e tecnico. Il Milan dei giovani che non utilizza i giovani. Una incongruenza grande quanto una casa. Una enormità. Oddo in quel ruolo, che non è il suo, ha stentato parecchio. Un pesce fuor d’acqua. A Genova ha consentito a Pazzini di rifilarci la rete decisiva. Quella della sconfitta. A Palermo ha sofferto maledettamente. Non ci ha capito nulla. Miccoli, ad esempio, ha fatto quello che ha voluto. E non solo in occasione del gol.
Tra le righe condividiamo le perplessità di Silvio Berlusconi. Contro la Samp e contro il Palermo Leonardo ha dimostrato quello che parecchi temono. Il Presidente in primis. Di non essere, cioè, l’allenatore più adatto per gestire i giovani e per portare avanti il famoso progetto. Il cambiamento. L’esordio di De Vito non basta. Leo si affida troppo ai senatori. Alla vecchia guardia. Forse gli manca il coraggio di buttare con convinzione qualcuno nella mischia. Utilizza sempre e soltanto l’usato sicuro. Non rischia. A Palermo Mancavano 11 giocatori. L’occasione giusta per lanciare e valorizzare qualche ragazzo. Abbiamo vinto la Coppa Italia Primavera. Osare sarebbe stato lecito. A Barcellona hanno fatto esordire il signor Pedro, un prodotto di quel vivaio che ha già fatto fare parecchia panchina ad un certo Ibrahimovic. Anche Messi proviene dal vivaio blaugrana. Noi insistiamo con i soliti noti. Parecchi dei quali sono alla frutta. Jankulovski non è presentabile. Perché farlo giocare? Inzaghi invece non gioca quasi mai. Altra stranezza. E’ un “senatore”. Uno di quelli che contano. Non gioca. Leonardo proprio non lo vede. Se dovessero infortunarsi tutti gli attaccanti, probabilmente Leo metterebbe il fedele Dida punta centrale. Difficilmente Inzaghi. Mai Zigoni. Eppure Leo sa benissimo che il serbatoio della prima squadra è e sarà la formazione Primavera. Il vivaio. La politica aziendale è questa. Prendere o lasciare. Non sappiamo se questo sia il momento giusto per attingere al vivaio. Per lanciare qualche ragazzo. Sappiamo solo che abbiamo tutti i centrali fuori uso e che adattare un terzino destro in quel ruolo potendo pescare altrove è stato un errore gravissimo. Madornale. Un errore che ci ha fatto perdere 6 punti. Sampdoria e Palermo hanno maramaldeggiato. Primo e secondo posto sono già occupati. La terza postazione è nostra ma è meno al sicuro di quello che si potrebbe pensare. Per mantenerla serve gente motivata, vogliosa di ben figurare, determinata. Servono vittorie. Punti. Stimoli. I giovani sono parte integrante del progetto Milan. Facciamoli giocare. Vediamo di che pasta sono fatti quelli che già abbiamo in casa. Diamo loro fiducia.
Parecchi senatori sono al passo d’addio. Inevitabile. Dida, Oddo, Jankulovski, Kaladze, Inzaghi. Forse Gattuso. Andranno via. I sostituiti sembrano già in casa. Albertazzi in difesa. Hottor e Strasser a centrocampo, Zigoni e Verdi in attacco. Astori rientrerà da Cagliari. Dennis Aogo, giovane terzino dell’Amburgo, è il nome nuovo. Una trattativa con i tedeschi pare esista già. Il nuovo corso è iniziato. Tornerà in rossonero anche il miglior portiere del Milan: Marco Storari. A Genova sta parando da campione. Storari è un grande portiere. Nei momenti difficili del girone d’andata ha consentito al Milan di mantenere una posizione di classifica più che dignitosa. Noi non l’abbiamo dimenticato. Altri sì. Come segno di gratitudine e riconoscenza a gennaio è stato mandato a Genova. Sponda Samp. Gli è stato preferito Dida. Giudicate voi. Difficilmente verranno acquistati nomi altisonanti. Però saranno confermati i migliori. Pato in primis. Il che non è poco.
Restano da definire alcuni particolari unitamente alla guida tecnica. Filippo Galli, Tassotti, Massimiliano Allegri. Il nuovo allenatore del Milan uscirà da questa terna. Noi diciamo Massimiliano Allegri. Tra il Milan e l’ex allenatore del Cagliari pare ci sia stato già più di un semplice contatto. Sembra esista una intesa di massima. Da verificare. Tassotti non riscuote grandi consensi. Filippo Galli continuerà a fare quello che ha sempre fatto, cioè curare con Giovanni Stroppa e Mauro Pederzoli il vivaio milanista. Paolo Maldini sarà promosso Dirigente. Subentrerà nei compiti che furono di Leo. Una ideuzza sui motivi che hanno indotto Cellino a licenziare in tronco Massimiliano Allegri, crediamo di averla. Allegri non si è promesso alla Juve, bensì al Milan. A campionato in corso. E’ l’unico in grado di coniugare il progetto giovani con il clima di austerità che si respira e si respirerà a Milanello. Uno dei pochi abituato a lavorare con i ragazzi e a valorizzarli. Il suo Cagliari ha sempre giocato bene. Ha sempre divertito. Giovani ne ha lanciati tantissimi. Ogni sano identikit conduce a lui. Il Milan ai milanisti è solo una bella frase a effetto. Nulla di più. Almeno in questa circostanza. Filippo Galli è bravo ma totalmente privo di esperienza. Tassotti non è ritenuto pronto. Il Milan dei giovani non potrà permettersi una incognita in panchina. Si aspetta solo la conclusione del torneo per mettere nero su bianco. Non dovrebbero esserci sorprese. L’unica potrebbe essere Prandelli alla guida della Nazionale. Allora, forse, Allegri potrebbe scegliere i viola e Lippi Milano. Sponda Milan. Potrebbe accadere. Ci crediamo poco. Intanto Galliani avrebbe chiesto a Cellino notizie su Andrea Lazzari. Come dire: tanti indizi fanno una prova.
|di Claudio D'Aleo - Fonte: www.ilveromilanista.it| - articolo letto 163 volte


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