Del Neri: «Abbiamo la consapevolezza di giocarcela fino alla fine»
Il tecnico di Aquileia predica calma: «La partita col Livorno? Sarà la base con cui affronteremo il Palermo».
Cinque giorni fa la Sampdoria regalava ai suoi tifosi una delle più grandi gioie degli ultimi anni. La vittoria di Roma rappresenta una vera e propria impresa per i colori blucerchiati. Un'impresa per certi versi inaspettata, ma non poi così impronosticabile per chi osserva da vicino i giocatori del Doria ogni giorno, consapevole della forza del gruppo plasmato da mister Del Neri. Il tecnico blucerchiato domenica scorsa era euforico, ma, smaltita la “sbornia” del post-vittoria, si è presentato oggi in conferenza stampa concentrato, pronto a ricevere il Livorno che, sebbene già retrocesso, è un ostacolo non certo da sottovalutare: «I toscani non sono clienti facili -ha dichiarato-, giocheranno la partita per dimostrare che avrebbero meritato di rimanere in A».
Mancano tre partite, dunque la Sampdoria domenica è attesa alla terz'ultima finale. Domenica dopo domenica la posta si alza sempre di più, non pensa?
«Certamente, ma non dobbiamo dimenticare che abbiamo già raggiunto un obiettivo importante: l'Europa sicura. In questo momento forse ha meno rilevanza, ma è un risultato di grande spessore che dimostra quanto bene ha fatto la società quest'anno e che, in cuor nostro, ci dice che abbiamo fatto un bell'exploit».
Domenica pensa di applicare un po' di turnover in vista della grande sfida col Palermo?
«Niente turnover: giocheremo con la squadra migliore che si possa mettere in campo. Se ci saranno cambiamenti, questi non avveranno certo né per il discorso dei diffidati, né in vista del Palermo; se ci saranno, saranno per un discorso pratico. In questo momento, ad esempio, Mannini e Tissone stanno molto bene; e lo stesso Pozzi non è escluso che possa essere portato in panchina. Quella col Livorno è una sfida importante e non va sottovalutata, perché sarà la base fondamentale per la partita di Palermo della settimana prossima».
Delio Rossi ha dichiarato di vedere la partita contro il Siena come una semifinale, in vista della finalissima della settimana prossima contro di voi. È d'accordo?
«Di finale credo ci sia poco, dipende da molti fattori: da come andrà domenica, dalle motivazioni, dalle energie spese e dal caldo, che è un elemento da non sottovalutare. Io personalmente non credo che quella di domenica possa essere considerata una semifinale: ci saranno tre finali. Ed occorre fare attenzione perché, anche se ora siamo in vantaggio, tutto si può ribaltare: anche la Roma fino a pochi giorni fa era padrona del proprio destino, mentre adesso deve sperare in un passo falso dell'Inter».
In passato ha spesso detto che, secondo lei, il campionato della Sampdoria viene “snobbato” dai media nazionali. Dopo le ultime partite, la sua opinione è cambiata?
«A livello nazionale, è ovvio che ci sia un occhio di riguardo verso le grandi squadre, ma io non penso che ci sia una disparità di trattamento, bensì, diciamo, un interesse diverso. Io, personalmente, penso che squadre come noi e Palermo meritino ampio rispetto per quanto fatto quest'anno; queste hanno infatti dimostrato di poter essere competitive al pari delle grandi del campionato, pur non avendo investito come loro. In questo modo hanno creato una base solida per costruire qualcosa di importante e, se nei prossimi anni si confermerà questo trend, in futuro ci sarà più interesse anche per altre squadre oltre alle cosiddette “grandi”».
Esiste il rischio che la Sampdoria, dopo aver battuto Milan e Roma, possa sottovalutare un avversario come il Livorno?
«Non credo sia possibile in questo momento. La settimana è corsa via al pari delle altre; e noi abbiamo la consapevolezza di poter fare partita. L'importante è prendere di petto le partite come abbiamo fatto nelle ultime nostre uscite, perché se siamo qui vuol dire che abbiamo qualità e che meritiamo di starci. Col Livorno daremo il massimo, per riuscire a conquistare tre punti che ci permetterebbero di arrivare a Palermo con la consapevolezza di essere in “palla”, cioè a posto fisicamente e psicologicamente. Non sarà comunque facile, perché i toscani sono una buona squadra con giocatori che possono crearti dei grattacapi; non è un caso che abbiano battuto la Roma e abbiano dato del filo da torcere al Milan a Milano. Domenica, comunque, avremo dalla nostra anche l'aiuto del pubblico, che come al solito ci sosterrà per novanta minuti».
Se lei fosse il CT, convocherebbe Lucchini e Gastaldello? I due sembrano aver dimostrato di meritare una maglia azzurra...
«Non sono il CT, ma penso che un'occhiata alla nostra coppia di centrali la darà sicuramente. Se deve scegliere una Nazionale italiana, è giusto guardare a Lucchini e Gastaldello, che devono stare sereni a prescindere da una convocazione o meno. Nel caso non arrivasse, i nostri due difensori devono avere comunque la consapevolezza di essersi meritare un posto di elite nel nostro campionato».
Il presidente Garrone in settimana non ha mancato di confermare la stima che ha per lei. Com'è il suo rapporto con lui?
«Ci mancherebbe che non ci fosse stima tra due persone che hanno un obiettivo comune. La prosecuzione o meno del rapporto non influisce certamente sulla stima, che rimarrà sempre immutata. Riguardo al contratto, vi dico che un contatto c'è stato, ma ora siamo più concentrati al campo, perché è chiaro che dipenderà anche da come finiremo il campionato. Non che questo il risultato finale influenzi la scelta, si intenda, ma a fine stagione, quando saranno chiari gli obiettivi raggiunti dalla Sampdoria, verranno definite anche le posizioni di allenatore e dirigenza. Ora è meglio pensare all'obiettivo; nel caso riuscissimo a mettere la ciliegina sulla torta, sarebbe assai difficile che le due componenti stacchino».
Lei crede ad una possibile rimonta al Milan in chiave terzo posto?
«Dipende dal Milan, non da noi. La Samp è stata forte finora proprio perché ha fatto la corsa su sé stessa e su nessun altro. È questa la molla giusta: il credere in ciò che si fa, senza lo stress di non riuscire ad ottenere un obiettivo. Arrivando poi verso la fine del campionato, con il caldo, bisogna trovare nuove energie psicologiche: chiuderà meglio il campionato chi ne avrà di più. In questo momento, però, la Sampdoria ha acquisito più consapevolezza nei propri mezzi e, con essa, è aumentata anche la quantità di quello che può dare in campo».
Quand'è che ha avuto la convinzione di poter lottare fino all'ultimo per la Champions?
«Dopo la vittoria col Milan, perché la squadra è riuscita a mantenere il giusto equilibrio dopo il derby; non era facile, ma lo abbiamo fatto nel migliore dei modi, e di lì mi sono convinto di avere una squadra che sa quello che può fare sul campo e che può giocarsi il rush finale con delle chanche di riuscita. La vittoria di Roma ha poi confermato tutto questo, perché a parte i rigori reclamati, i giallorossi devono fare mea culpa per aver fallito delle occasioni nel primo tempo, mea culpa che si deve poi sommare alla forza della Sampdoria, che è stata capace di fare due gol, giocando alla pari, contro una squadra che non perdeva da ventiquattro turni. È proprio questa la nostra forza, la capacità di non essere nervosi e di riuscire a ragionare anche in svantaggio. Con la consapevolezza di giocarcela fino alla fine». |di Stefano Oronzo - Fonte: www.sampdorianews.net| - articolo letto 127 volte