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2010-05-03

La Lazio s'è scansata. Ora tocca a noi


“Oh Nooo”. Basta il sarcastico striscione esposto in Curva Nord per capire benissimo il clima che ha regnato all’Olimpico durante il posticipo tra Lazio e Inter. Un messaggio di finta delusione estratto immediatamente dopo il gol di Samuel, che ha sbloccato un perdurante e inquietante (per tutti) 0-0. Il destinatario è chiaro: il tifoso della Roma, che sperava in una prestazione orgogliosa degli odiati cugini, idealmente alleati solo per una notte. Nessuna alleanza, ci mancherebbe, l’opportunismo giallorosso non viene premiato. Il supporter della Lazio, oltre a essere amico intimo di quello nerazzurro, aveva già scelto quale squadra sostenere nel posticipo della 36esima giornata. E non si trattava della ‘sua’ Lazio. Inutile nasconderlo, anche i giocatori biancocelesti si sono adeguati all’aria che si stava respirando. Il pareggio tra Atalanta e Bologna nel pomeriggio è stato un toccasana per le aspettative di entrambe le tifoserie, dal momento che ha letteralmente affievolito l’ardore degli uomini di Reja (squalificato per l’occasione). Tra tutti quelli scesi sul rettangolo di gioco, solo in tre hanno mostrato segni di vita: Muslera, Lichtsteiner e Zarate, quasi non fossero al corrente dello stato d’animo del popolo biancoceleste. Troppo poco per impedire all’Inter di portare a casa l’intera posta, due colpi di testa, uno per tempo, per tornare in testa alla classifica.
Tutto torna, insomma, anche perché la Lazio, con 5 punti di vantaggio sulla zona retrocessione, di certo non avrebbe pianto una sconfitta contro la corazzata di Mourinho. Non so dire se a parità di intenzioni il compito dell’Inter sarebbe stato più difficile, quando vuole vincere la Beneamata accelera e non fa prigionieri. Non sapremo mai se l’esito sarebbe stato differente, perché l’atteggiamento delle aquile ha falsato gli equilibri in campo. Clima surreale all’Olimpico, clima all’italiana, a voler essere maligni. Non si tratta di scarso fair play, è ormai un’abitudine sui nostri terreni di gioco assistere a partite, nelle ultime giornate, il cui esito è scritto in partenza, anche se a volte la sorpresa è dietro l’angolo (quel maledetto 5 maggio 2002…). A Roma, sponda giallorossa, sono già partiti gli insulti nei confronti del cugino, reo di non essersela giocata come il Parma aveva fatto il giorno prima contro la squadra di Ranieri. Ma è un reclamo inutile, perché il rischio di veder celebrare lo scudetto alla Lupa per il laziale è troppo opprimente per ascoltare campane alternative. Nessun dubbio, dunque: forza Inter, Lazio scansati. E così è stato.
Bacchetto comunque i nerazzurri, perché nonostante il tappeto rosso hanno sprecato davvero tanto, troppo, facendo innervosire il loro allenatore. In certe situazioni, per quanto paradossali, bisogna essere cinici come sempre. Sto già ascoltando i media parlare di poca sportività, di campionato falsato e così via, quasi fosse una sorpresa incredibile quanto accaduto all’Olimpico. La Roma si lamenta, ma deve incolpare solo se stessa se sta vedendo lo scudetto sfuggirle di mano. Il match point contro la Sampdoria lo ha avuto, ma l’ha sprecato. Inoltre, vorrei sottolineare quanto abbiano ‘prodotto’ le lamentele dei giallorossi, società, giocatori e tifosi, dopo l’arbitraggio di Damato una settimana fa, sempre all’Olimpico. Reclami fuori luogo, con tanto di recupero di un’intervista da tifoso dell’arbitro (e di un fotomontaggio squallido), quasi avesse realmente danneggiato la Roma sul campo. Cosa mai avvenuta.
Nonostante ciò, ecco puntuale il contentino, la rete che ha spaccato la partita del Tardini: Totti si aggiusta il pallone con la mano e segna, ma le proteste ducali servono a poco. Né l’arbitro Rocchi, né l’assistente Rosi notano nulla di irregolare e la partita cambia, indirizzata verso un successo prezioso della Roma. Quindi, perché lamentarsi dell’atteggiamento prevedibile della Lazio, quando di favori se ne ottengono ambo i lati? Della natura, poi, preferisco non parlarne per evitare di alimentare polemiche. Ora restano due partite in campionato, non particolarmente difficili, ma che richiedono il massimo della concentrazione. Ma prima, c’è questa finale di Coppa Italia, sempre all’Olimpico, contro la Roma. Nessun tappeto rosso, si combatterà fino all’ultimo secondo per alzare il primo trofeo stagionale. La corsa al triplete nerazzurro parte proprio mercoledì prossimo. In un clima decisamente meno amichevole…
|di Fabio Costantino - Fonte: www.fcinternews.it| - articolo letto 133 volte


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