Livorno: da srl a spa: un cambiamento innocuo o no?
Livorno - Metà settimana è ormai alle spalle, il Livorno si avvia a sfidare la Lazio in un clima che potrebbe essere di fuoco, ma la situazione societaria continua a tenere banco. In questi giorni sembrerebbero esserci state diverse defezioni, a partire dal misterioso imprenditore del nord e operante nel settore tecnologico il quale si sarebbe preso un po' di tempo prima di dare il via ad una trattativa ufficiale. Anche Berrighi annuncia il dietrofront, ma qui la cosa è diversa perché si parla di una cordata e probabilmente il costruttore di Venturina ha difficoltà a trovare soci. Tuttavia è bene non fidarsi tanto di queste retromarce, dato che si parla di una possibile compra-vendita con in ballo minimo dieci milioni, non bruscolini. Intanto Bergamo alza il tiro affermando che il suo ruolo di mediatore è per conto non di uno, ma di due uomini d'affari; i cosiddetti bene informati, poi, riferiscono che la pista Gaucci è tutt'altro che morta e che la scorsa settimana si sarebbe persino sfiorato l'accordo per poco meno di tre milioni di differenza tra domanda ed offerta. Ma la vera notizia è un'altra ancora: il Livorno passa da essere una società a responsabilità limitata ad una società per azioni con un capitale sociale di circa 3,5 milioni di euro. Cosa cambia? Resterà una società di capitali, però se prima c'era un solo proprietario, Aldo Spinelli (ed il Livorno fa parte del Gruppo Spinelli, anch'esso srl e con lo stesso titolare), adesso esso dovrà essere suddiviso in azioni e ciò equivale a dire che ci saranno nuovi soci. Cambia anche la tassazione che nella spa è maggiore rispetto alla srl e nella prima sono previsti anche organismi come l'assemblea degli azionisti ed i collegio sindacale. Al di là di questi aspetti tecnici, ciò che in città ci si chiede è il classico "cui prodest": perché Spinelli ha intrapreso questa strada? C'è forse qualche escamotage giuridico che permette in realtà qualche risparmio? Oppure è forse il messaggio più chiaro che il presidente manda per far intendere che il passaggio di mano è dietro l'angolo? Anche perché in teoria non ha molto senso questo cambiamento considerando la personalità dello "sciù", uomo che non accetta volentieri di spartire le redini del comando, tanto meno potrebbe averlo se pensa di rimanere; e poi chi sarebbero i nuovi azionisti in caso decidesse di restare in sella? Il figlio Roberto che non ne ha mai voluto sapere di ruoli societari? Collaboratori stretti come Gnecco e Siri (la buttiamo lì..)? Tutto ciò invece è molto coerente con l'entità di alcuni potenziali acquirenti, ossia le già citate cordate Berrighi e Bergamo con i vari imprenditori che si spartirebbero le quote azionarie; è anche il ragionamento più facile da fare, ma chi ha seguito fin qui la storia del possibile addio di Spinelli non può non arrivare a formularlo. Ribadiamo che le nostre sono soltanto ipotesi, ma che sicuramente si staranno facendo anche quegli sportivi che non sottovalutano questo cambiamento, il quale può essere epocale, ma rappresentare anche l'emblema della conservazione. |di Lorenzo Corradi - Fonte: www.amaranta.it| - articolo letto 108 volte