Salvo clamorose sorprese, il terzo posto in classifica e la qualificazione diretta alla prossima Champions League dovrebbero essere raggiunti. L’obiettivo così dichiarato ad inizio stagione è stato ampiamente raggiunto; questo aveva chiesto la società e questo Leonardo ha saputo raggiungere malgrado molte difficoltà lungo il percorso. Leo è riuscito a sopportare le perplessità iniziali, le critiche dei media, i risultati che inizialmente non arrivavano, lunghi infortuni nei ruoli più importanti e le troppe squalifiche. Una sola cosa probabilmente il mister non è riuscito a “digerire” facilmente: le critiche o presunte tali da parte del Presidente, di colui che l’estate scorsa avallò la scelta di Galliani di affidare il Milan al tecnico brasiliano. Dopo l’eliminazione di Manchester ci fu una dura presa di posizione di Leo, il tema principale riguardava le esternazioni di Berlusconi sul fatto che a parer suo bisognerebbe far giocare bene la squadra. “Basta una sola parola e me ne vado”, così si espresse Leonardo in conferenza stampa il sabato a Milanello.
La scorsa settimana l’ennesimo, si spera ultimo, atto. Leonardo ha dichiarato che il rapporto tra i due è incompatibile, diversi nel modo di vedere il calcio, di schierare la squadra. Senza prendere posizione in maniera evidente, tutto si potrà dire di Leo ma non che non abbia saputo far giocare bene la squadra. Può essere stato troppo “testardo” in alcune circostanze, inesperto nel leggere alcune fasi della gara, aver sbagliato qualche sostituzione, ma sono infinitamente maggiori le note positive rispetto agli errori commessi. Tutti i tifosi rossoneri ricordano la serie di vittorie tra ottobre e gennaio, la rimonta dopo il brutto inizio di campionato, la vittoria di Madrid, di Torino contro la Juventus, le goleade contro Genoa, Siena, Sampdoria, le vittorie inseguite con tenacia a Verona contro il Chievo, in casa contro il Cagliari o nel recupero di Firenze; partite e successi che non possono essere state frutto del caso ma frutto del gioco offensivo, della fantasia e degli assist di Ronaldinho, dei goal di Borriello, della coppia difensiva Thiago Silva-Nesta, di un gruppo unito e di una mentalità vincente che solo Leonardo ha saputo imprimere. A conclusione di ciò il mister è riuscito a farci sognare, sperare di poter lottare per lo scudetto fino a poche giornate dal termine del campionato.
Come andrà a finire ormai è questione di poche settimane e poi finalmente si saprà chi condurrà il Milan nella prossima stagione. Inutile dire che Leonardo meriterebbe di restare ma se così non fosse di certo non è stato messo nelle condizioni migliori per poter proseguire il proprio lavoro. Una tra le ipotesi più probabili sembra essere quella della coppia Filippo Galli-Tassotti, l’alternativa più affascinante quella di Marco Van Basten. Una caratteristica che deve proseguire è quella del Milan in mano ai milanisti, almeno speriamo che questo rimanga una certezza così come lo è stato per tutti questi ultimi ventiquattro anni. La questione allenatore passa come predominante, come se la squadra non avesse bisogno di essere rinforzata e ringiovanita...quasi fosse importante solo chi la schiererà in campo. L'acquisto di un difensore centrale, un laterale, un centrocampista, un attaccante esterno, è invece necessità prioritaria. Anche perchè difficilmente l'erede di Leonardo riuscirà a far meglio del brasiliano senza nuovi rinforzi. Da non sottovalutare che una delle ragioni per cui Leo non resterebbe un altr’anno alla guida dei rossoneri è proprio l’incertezza e le poche disponibilità della proprietà ad investire sul mercato estivo. Comunque si risolva la questione mister, quello di Leo rimarrà sempre un ottimo ricordo. Persona seria, di classe, intelligente, al di fuori del teatrino mediatico abituato a vedere continuamente. Grazie di tutto! |di Piergiorgio Danuol - Fonte: www.ilveromilanista.it| - articolo letto 120 volte