Sembra passata un’eternità dallo storico 20 aprile 2010, storico per i tifosi interisti, ebri di gioia per la vittoria leggendaria sul Barça, una serata che allo stesso tempo verrà ricordata per l’ennesima Balotellata. Mario l'ha fa grossa stavolta, getta via con rabbia la maglia nerazzurra dopo aver insultato a gran voce e in diretta mondiale i tifosi. Di lì a poco il pubblico si scatena; volantini contro di lui ad Appiano, cancello dello stesso centro d’allenamento imbrattato che, unito alle fughe in tutta fretta di Mario, hanno creato un clima insostenibile, dal quale SuperMario sembra stia uscendo bene. Mourinho, che le pensa davvero tutte, non si mette a festeggiare temendo ricadute ma ora può essere fiero del ragazzo. Mario il 28 aprile, di ritorno da Barcellona, ha pianto, i tifosi che erano lì gli hanno dato conforto. In seguito si è scusato e contro la Lazio è andato sotto lo spicchio di stadio nerazzurro battendo la mano sullo stemma dell’Inter, situato al di spora del cuore. SuperMario ha poi trovato nuovamente il contatto con i compagni; nei cinque giorni romani ha riedificato il rapporto con gli altri, venendo coinvolto in scherzi e nelle ore libere è uscito insieme al resto della truppa, il tutto poi prima di essere chiamato in causa contro la Roma.
La sua non è stata una grandissima gara, ma una gara ‘normale’, attenta e precisa dove l’indisciplinato talento ha seguito i dettami del suo tecnico. Il 4-3-3 di Mourinho lo ha fatto esprimere al meglio anche in fase di recupero palla. Mario non ha dunque deluso, nemmeno quando Totti gli ha lasciato un ricordo sul polpaccio destro. Un self control davvero invidiabile che ha stupito Mourinho e i compagni. Mario ha dato i suoi segnali, ora tutto cambierà. La filosofia ‘io per l’Inter’ sta cominciando a essere anche sua e a questo punto Massimo Moratti si convincerà che tenerlo può essere la soluzione migliore. |di Alberto Casavecchia - Fonte: www.fcinternews.it| - articolo letto 139 volte