Cannavaro: «Prandelli al posto di Lippi? Perchè no»
«Sono dei gesti brutti, che non andrebbero mai fatti perchè, comunque, siamo degli esempi, dovremmo essere sempre degli esempi positivi. Sicuramente, Francesco ha sbagliato, lo sa, ha chiesto scusa. Quindi, non è che, adesso, bisogna colpevolizzarlo eccessivamente». Fabio Cannavaro cerca di addolcire i toni della polemica innescata dal calcio del capitano giallorosso a Mario Balotelli, gesto censurato anche dal presidente della Repubblica. Il difensore della Juventus, ai microfoni di SkySport 24, dice: «Penso che tutti debbano avere la possibilità di chiedere scusa. Ha fatto un errore, lo ha capito, ha l'esperienza e la maturità giusta per capirlo da solo, tranquillamente. Non è che qualcuno glielo debba far notare». Al pari di Nesta, Totti sarebbe stato il benvenuto in azzurro. «Sono due ragazzi eccezionali - dice Cannavaro -. Hanno scelto di non venire più in Nazionale per problemi fisici. Il gruppo è sempre stato unito, aperto a tutti e, sicuramente, li avrebbe accettati a braccia aperte». E sempre in tema di Nazionale, il dopo-Lippi potrebbe chiamarsi Prandelli: «È un allenatore che ha grandissima esperienza, sa lavorare con i giovani, sa gestire un gruppo abituato alla Champions League. È un allenatore che ha fatto tanta esperienza, all'epoca del Parma. Ho avuto la fortuna di stare un po' con lui, prima del passaggio all'Inter. Anche in quel breve periodo, si intuivano e si capivano le sue qualità». Starebbe bene in Nazionale? «Non male», risponde Cannavaro. Ma c'è anche il capitolo Juve, a partire dai dissidi con il pubblico bianconero. «Quello della Juve è esigente - rileva - ma ci sono i tifosi e gli ultras. Questi ultimi hanno contestato molto. Forse, in un momento di difficoltà, avremmo avuto bisogno più di appoggio, di avere i tifosi dalla nostra parte. Questo è dispiaciuto tanto. La ricetta? Non solo a Torino, non solo nel nostro stadio, io farei entrare nelle curve solo bambini, fargli fare festa perchè, comunque, alla fine il calcio deve essere quello. Non è possibile vedere, anche nel finale del derby, tutti quei poliziotti. Penso che siamo arrivati ad un limite che, se non ci svegliamo, rischiamo, magari, di perdere veramente tutto». «Io vecchietto? A 32 anni ho vinto un pallone d'oro». Così Cannavaro risponde a chi lo vede troppo maturo per la coppa del Mondo in Sudafrica. «Penso che nelle sette partite che si disputano in un Mondiale un giocatore d'esperienza sia un qualcosa in più e non un peso. Dopo un'annata come quella che ho passato una vittoria al Mondiale ci starebbe proprio bene». Archiviato il discorso Nazionale, si passa poi a parlare di Juve. Fosse stato un dirigente bianconero, avrebbe acquistato dal Real Madrid Fabio Cannavaro? «Penso proprio di sì. Il motivo principale è legato all'ingaggio: io sono tornato in Italia con un ostipendio molto ridotto. Con me hanno fatto un affare anche se la stagione non è andata granchè. Io sono un giocatore che garantisce 35/40 partite a stagione e che gioca in Nazionale. Dicono che io non sono più quello del 2006 ma se ero sempre lo stesso avrei vinto un altro pallone d'oro. I calciatori attraversano annate buone e annate negative, è normale». Sul futuro alla Juve Cannavaro non si sbilancia: «In questo momento non mi sento di affrontare il discorso legato al prossimo anno. Capisco le aspettative della società e sarebbe poco intelligente dopo un'annata così andare in sede a chiedere un rinnovo. Se la società deciderà di non esercitare il rinnovo potrei anche andare all'estero dove il calcio si vive come uno sport, dove finita la partita si vive senza stress e senza polemiche. L'esperienza in Spagna è stata fantastica. Adesso però voglio pensare alla fine del campionato e al Mondiale». Ultima battuta su Benitez, uno dei tecnici seguiti con grande interesse dalla dirigenza bianconera: «E' un allenatore che ha dimostrato in questi anni il suo spessore anche come manager. Sicuramente alla Juve potrebbe far bene. Se dovesse arrivare non avrei problemi a parlargli in spagnolo». Cannavaro però vuole spendere parole d'elogio anche a Zaccheroni: «E' arrivato in un momento di estrema difficoltà e ha lavorato bene. Purtroppo un allenatore è legato ai risultati e questo non lo aiuta ma lui ha provato a portare la tranquillità che ci è sempre mancata nello spogliatoio. Quando hai settanta infortuni in una stagione gli allenatori possono fare ben poco». |Redazione Juventus News - Fonte: www.juventusnews.tk| - articolo letto 157 volte