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2010-05-08

Milan: uno stile diverso


Se in questo periodo le critiche verso il Milan si sprecano, occorre rivolgere uno sguardo anche allo stato di salute delle sue competitrici italiane. E non solo dal profilo dei risultati... Mercoledì sera, ad esempio, si sono affrontate la prima e la seconda della classe in una partita che agli occhi di uno sportivo è parsa un’indecorosa guerra di nervi e di violenza, dentro e fuori dal campo. Se è vero infatti che un accoltellamento è gesto di una follia purtroppo sempre più ordinaria fuori dall’Olimpico di Roma, non va dimenticato quanto si è visto dentro al campo. E se è vero poi che dentro al campo si è giocata una partita che passerà alla storia per il mostruoso calcione di Totti a Balotelli, non vanno però dimenticate le innumerevoli azioni anti-sportive di cui si sono resi responsabili nel primo tempo la panchina dell’Inter e alcuni giocatori in campo, su tutti Materazzi. Ma ancor prima di mercoledì sera l’intero pianeta aveva preso visione del primo caso nella storia del football in cui una tifoseria esulta in occasione di un gol subito e applaude gli avversari invece dei propri uomini: è evidente che in questo caso mi riferisco all’ultimo Lazio-Inter (partita forse di svolta per l’assegnazione dello scudetto).
Questa premessa mi serve per arrivare a dire che, fortunatamente, gesti di questo tipo non appartengono alla cultura milanista, che si è distinta negli anni per sportività e serenità dentro e fuori dal campo. Io non credo che le violenze di certe tifoserie organizzate siano scusabili con l’andamento negativo dei risultati della propria squadra in campo; credo però che esse siano estremamente influenzabili dal comportamento che i calciatori, gli allenatori e i dirigenti del proprio club tengono dentro e fuori dal campo.
Nel corso della nostra plurisecolare storia abbiamo avuti maestri di vita ad indossare la nostra casacca. Pensiamo all’eleganza di Nils Liedholm, oppure al nostro marcatore storico Gunnar Nordhal, che in tutta la sua carriera guadagnò una sola espulsione e a causa di una reazione scomposta al marcatore che aveva avuto “licenza di ucciderlo”, almeno sportivamente parlando. Pensiamo all’“arbiter elegantiae” Gianni Rivera, oppure al nostro attuale mister Leonardo, sempre composto, sorridente e mai indulgente alle polemiche arbitrali.
Il nostro stesso tifo è da sempre sinonimo di tradizione ultrà in Italia e in Europa e un gruppo come l’indimenticabile Fossa dei Leoni ha fatto scuola presso gli stadi di buona parte del panorama sportivo, oltre che calcistico italiano. Certamente i momenti non sono sempre stati sereni per i nostri ultras, ma ricordo che i peggiori episodi di inciviltà hanno coinvolto la tifoseria come parte lesa e mai come responsabile. Del recente passato ricordiamo, ad esempio, la trasferta a Torino nel 2002-2003, in cui degli scalmanati tifosi granata spaccarono i vetri che circondavano il perimetro di gara per tentare un’improbabile invasione. Facciamo poi mente locale al vano tentativo dei tifosi della Roma di fermare la nostra magica vittoria casalinga del 2 maggio 2004 attraverso il lancio di fumogeni. Oppure ripensiamo al derby della vergogna della Champions League 2004-2005, in cui la Curva Nord si rese responsabile del lancio di fumogeni ed oggetti vari in campo che colpirono anche il nostro Dida.
Ecco dunque che appaiono incredibili le notizie che giungono da Genova, dove le tifoserie delle due squadre cittadine si starebbero unendo per una contestazione gigantesca atta a bloccare l’arrivo dei tifosi rossoneri allo stadio Marassi per la nostra prossima trasferta contro il Grifone. Il motivo sarebbe l’opposizione alla decisione dell’Osservatorio sulle decisioni sportive che ha tolto per la prima volta dopo 15 anni il divieto ai nostri ultras a prendere parte alle trasferte in casa del Genoa, inflitto dopo la tragica vicenda dell’uccisione per accoltellamento di Vincenzo Spagnolo del gennaio 1995. Immediata è arrivata la replica della Curva Sud Milano che rimanda al mittente gli anatemi dei genovesi, augurandosi piuttosto che le forze dell’ordine facciano del loro meglio per proteggere l’arrivo di una tifoseria che per il 90% era bambina ai tempi della tragedia.
Nella speranza che il ricordo di Spagnolo sia celebrato al meglio, e cioè con una semplice e pacifica partita di pallone fra le due squadre, invitiamo, in conclusione, tutti i tifosi rossoneri (curvaioli e non) a partecipare alla nostra campagna “Vendesi A.C. Milan” di cui si parla nella home-page del sito.
|di Sebastiano Molinelli - Fonte: www.ilveromilanista.it| - articolo letto 113 volte


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