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2010-05-09

L'obiettivo di Del Neri: "Dare ai nostri tifosi la Champions League"


Meno 2 alla sfida che può valere un posto in Champions League. Domenica, allo stadio "Renzo Barbera", andrà in scena l'attesissimo Palermo-Sampdoria. Tutto ormai è pronto in casa blucerchiata: i giocatori, i tifosi, l'ambiente e, ovviamente, anche Luigi Del Neri, chiamato, insieme ai suoi ragazzi, ad una nuova grande impresa. Il tecnico blucerchiato, oggi in conferenza stampa a Bogliasco, è sembrato attento e sicuro dei propri mezzi agli occhi dei media - tra cui anche SampdoriaNews.net -che hanno ascoltato le sue parole, confermando di fatto la grande fiducia che nutre verso la propria squadra: «Abbiamo una partita importante e troveremo un ambiente carico, come lo era a Roma, ma andremo là con la giusta deteminazione e convinzione: sarà tutta da giocare».

Dopo tante "finali" giocate, ora è arrivata anche la "finalona"...

«Beh, sarebbe così se ritenessimo il Napoli solo una formalità, ma non è affatto così. L'ultima partita non è affatto scontata, i partenopei sono in corsa per il sesto posto che eviterebbe loro i preliminari di Europa League. Domenica insomma a Palermo sarà una finale solo in caso di nostra vittoria. Sarà un match point, sì, ma tra il dire e il fare ci sono di mezzo i rosanero. Come ha detto Zamparini, sia noi che loro meriteremmo di andare in Champions e dispiace che alla fine una delle due vedrà svanire i propri sogni, ma i campionati di entrambe, senza ombra di dubbio, non verranno sminuiti dall'esito finale di questo duello».

Finora avete disputato un ottimo campionato. Ma il quinto posto, a questo punto, importa meno, non pensa?

«Vero, ma la Sampdoria deve giocare sempre come ha giocato finora, non dimenticando il suo cliché naturale che l'ha portata ad essere protagonista di questa stagione. Domenica la Sampdoria giocherà nello stesso modo che l'ha portata finora ad esaltarsi; non avremmo motivo di cambiare, anche perché in una finale unica è meglio esaltare le proprie qualità piuttosto che cercare qualcosa di nuovo».

L'approccio di domenica sarà lo stesso della partita di Roma?

«Anche quello di Milano non era male. La squadra in questo girone di ritorno ha affrontato tutte le grandi squadre, mantenendo sempre il prorio equlibrio senza mai sbagliare neppure uno scontro diretto. Senza nascondere le difficoltà che ci saranno domenica, questo ci dà fiducia, perchè sappiamo di avere una continuità e non più gli alti e bassi del girone di andata».

I suoi giocatori in settimana hanno detto che non è nel vostro dna giocare per il pareggio. È d'accordo?

«Non so neanche come si prepara una partita per fare un pareggio. Una partita si prepara per ottenere il massimo, sia mentalmente che a livello di gioco, affrontando ambienti difficili pur mantenendo l'equilibrio tattico e la testa giusta. Cercheremo di lavorare da squadra con grande intensità calcistica, con grande rispetto per il nostro avversario. Il nostro obiettivo è quello di cercare di ottenere, meglio di loro, il risultato finale. Se così sara, non avremo in ogni caso niente da rimproverarci».

Domenica ci sarà un vero e proprio esodo blucerchiato verso Palermo. Come sente l'ambiente in città?

«Il fatto che ci seguiranno in più di 2.000 è un segnale che la squadra ha raccolto in quest'ultimo periodo grande credibilità da parte dei tifosi. Questo numero rappresenta un dato importante, che fa sapere alla squadra che la città è con lei. L'affetto che ci danno i tifosi si trasforma in fiducia nei nostri mezzi, perché sappiamo che i nostri sostenitori non ci abbandoneranno; loro credono in quello che facciamo e sanno che la squadra ha dato loro ampie garanzie in questi ultimi mesi: basti pensare al nostro girone di ritorno, tenuto finora con ritmo da vittoria del campionato».

Di fronte a voi ci sarà un'ambiente caldissimo, però. Si aspettano 36.000 tifosi rosanero al "Barbera"...

«A Roma e a Milano ce n'erano ottantamila e non sono state gare dove la nostra squadra è partita sacrificata inizialmente: sono state gare in cui si è combattuto alla pari. Questo è il grande cambiamento della Sampdoria rispetto agli ultimi anni: se prima molti, in queste partite, la indicavano come vittima sacrificale, quest'anno il trend è cambiato. Inter e Roma ci hanno affrontato sapendo che noi combattevamo alla pari. Ora, il Palermo è una squadra con un allenatore che sa il fatto suo, una squadra che, soprattuto in casa, concede poco, ma, anche se sappiamo che sarà difficile, visto che al "Barbera" i rosanero non hanno mai perso, sappiamo ciò che possiamo ottenere facendo una partita importante e mettendo in campo tutte le nostre possibilità».

Molti media hanno identificato Palermo-Sampdoria con la sfida Miccoli-Cassano. Che ne pensa?

«Sarebbe riduttivo, ci sono anche Liverani-Palombo, Pazzini-Pastore e molti altri duelli. Penso che loro, così come noi, abbiano una squadra completa, forte fisicamente e con carattere. Loro sentono il momento importante della loro città e penso che ci troveremo di fronte una squadra che produrrà un'intensità ed una aggressività calcistica di grande levatura».

Questa è probabilmente la partita più importante del ciclo blucerchiato degli ultimi anni, ma a causa di insistenti voci di mercato, la tifoseria non riesce a godersela appieno. Cosa ci può dire in merito?

«Vuol dire che quest'incertezza porta bene, se abbiamo ottenuto questi risultati convivendo con queste pseudo-problematiche. Noi ora pensiamo solo ad essere concentrati su questa partita, poi i giornali parlano e possono dire cose vere e non vere, ma tutto verrà definito a fine stagione. Dite che io vado alla Juve? Se va via Mourinho potrei andare anche all'Inter, potrei anche spezzettarmi e dividermi in cinquanta squadre diverse, ma l'unica verità è che per adesso io sono alla Sampdoria e noi della Sampdoria pensiamo solo a dare ai nostri tifosi quello che meritano: ossia la Champions League».
|di Stefano Orengo - Fonte: www.sampdorianews.net| - articolo letto 119 volte


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