Missione compiuta: Rocchi-Brocchi, una rima che vale la salvezza
LIVORNO – Mai più 2009/10. Un grido, un’eco che deve giungere lontano, il più lontano possibile. La Lazio chiude con un sospiro di sollievo una delle più brutte stagioni della sua storia recente. Si salva soltanto l’ultima parte di campionato dove Reja è riuscito a dare la scossa ad un gruppo inebetito sia mentalmente che fisicamente. Si salvano la forma, la grinta e i risultati centrati in trasferta.
Il prossimo anno serve consistenza, serve impegno e serve tanta qualità a tutti i livelli. Servono giocatori in grado di difendere sempre la squadra nei momenti di difficoltà. Servono trascinatori, anche parlanti e non solo silenziosi. Servono leader, serve gente vera che possa veramente contribuire alla causa, parlando a voce, ma anche con i fatti. Serve una migliore diffusione d’immagine, servono giocatori che parlino sempre, che ci mettano la faccia anche quando le cose non girano (e quest’anno l’hanno fatto o l’hanno potuto fare in pochi). Soprattutto ci sono troppi scontenti: servono giocatori e staff decisi ad andare avanti con entusiasmo con e per questa maglia. Serve tanto. Quasi tutto.
FORMAZIONI – Ruotolo deve rinunciare a Pulzetti (29 presenze/36), Miglionico (13/36), Knezevic (27), Tavano (24), Rivas (16), Filippini (24) ed Esposito (3). L’ex capitano del Genoa si affida a Lucarelli e Bellucci in avanti. Prutsch prende il posto di Bergvold come interno di centrocampo. Parola d’ordine aspettare e colpire. Reja conferma la formazione annunciata alla vigilia con Lichtsteiner sulla destra (Scaloni resta a Roma), Floccari e Rocchi in avanti.
LA CHIAVE – Il gol di Brocchi alla fine del primo tempo è la mazzata psicologica che la Lazio impone alla partita (così come fa con i ritmi). Il quasi contemporaneo vantaggio del Napoli sull’Atalanta è il sollievo tanto atteso. Mai più 2009/10 (vedi sopra).
IL LIVORNO – La squadra ultima in classifica con i record peggiori dell’anno (nell’ordine: peggior punteggio, peggior rendimento nel girone di ritorno, peggior attacco e differenza reti; meno vittorie e più sconfitte, oltre al maggior numero di espulsioni) si presenta con una formazione rimaneggiata, ma non per questo arrendevole e poco battagliera (un po’ lenta nella manovra). Un paio di sortite offensive e alla terza arriva il gol di Lucarelli bravo ad inserirsi nelle maglie della difesa laziale e a realizzare in spaccata il gol del pareggio. Restano i record per il capitano amaranto che saluta il suo pubblico (Ruotolo gli regala la standing ovation). Record anche per Galante che raggiunge Capaccioli al secondo posto dei giocatori con più presenze (134) con la maglia del Livorno e ingaggia un bel duello con Floccari durante la prima parte di gara. Nella ripresa l’ultimo a mollare è Danilevicius.
LA LAZIO – “Anche il Genoa giocava con il 3-5-2 quindi abbiamo fatto fatica” si diceva dopo la partita vinta a Marassi. Nei primi minuti il copione sembra lo stesso con la Lazio che pare non riuscire a trovare spazi contro un’altra squadra speculare (lo stesso era accaduto contro il Napoli).
In più, l’uscita dal campo di Lichtsteiner non lascia presagire nulla di buono.
Poi il match si apre e con un’azione da calcetto degna del miglior Zeman, la squadra di Reja va in vantaggio: scambio Kolarov-Mauri sulla sinistra con il brianzolo che serve a Rocchi un pallone comodo comodo da spingere solo in rete. Gli unici pericoli per la porta difesa da Muslera arrivano per vie aeree fino al gol di Lucarelli. Come a Genova, Rocchi colpisce un legno (il palo esterno), ma è segno che la Lazio resta in partita. Poco più tardi infatti De Lucia intercetta la solita gran punizione di Kolarov diretta all’incrocio e poi Brocchi fa come Redbull: mette le ali e riporta in vantaggio le aquile romane con un gran tiro da fuori che si insacca all’angolino alla destra del portiere amaranto. È il 44’, ovvero il miglior momento per andare in vantaggio. Nonostante arrivi qualche brivido nel finale di gara, non resta che amministrare la partita (oggi) e ri-pianificare il futuro (presto).
SUGLI SPALTI – Nel settore ospiti tanti tricolori e tanta voce per sospingere la Lazio verso la vittoria. I tifosi laziali presenti a Livorno sono circa un migliaio. Forse si poteva fare anche di più, ma l’effetto è compatto e potente. Bei cori e battimani continui.
“A noi della partita non ce ne frega un *****” è il grido di battaglia della Nord di Livorno, a testimonianza del fatto che non sono certo motivi sportivi quelli che animano la curva amaranto quest’oggi. Altro giro, altro coro: “nelle foibe ci mettiamo pure voi”. Chissà se domani qualcuno ne parlerà. |di Federico Farcomeni - Fonte: www.lalaziosiamonoi.it| - articolo letto 104 volte