Un grande Doria esce imbattuto dal Barbera (1-1): il sogno Champions continua
Ambientalmente e dialetticamente alla vigilia il Palermo si era affidato al tutto esaurito, ai santi locali, alle colf, alle scaramanzie, ma la Sampdoria, che già aveva fatto vedere di che pasta era fatta nella bolgia dell’Olimpico, non si è fatta distrarre da fattori esterni, non ha paura di niente e nessuno, ha mostrato tutto il proprio valore, guadagnandosi ampiamente sul campo un pareggio preziosissimo.
L’1-1 ci consente di tenere dietro il Palermo a 2 lunghezze, il sogno Champions continua, mancano 90’ al termine della stagione, l’ultimo ostacolo sarà il Napoli, che arriverà a Marassi senza regalare nulla, ma già matematicamente qualificato all’Europa League senza passare per i preliminari, grazie all’ennesimo k.o. interno della Juventus.
Encomiabile la Sampdoria per impegno, dedizione, spirito di sacrificio e soprattutto per il gioco corale, perfetto Del Neri a mettere in campo una squadra compatta, corta, quadrata, capace di non perdere la bussola nemmeno dopo l’1-1, anzi di cercare più volte il colpo del k.o. nel finale, splendidi i tifosi blucerchiati al seguito, circa 2.000 nel settore ospiti del Barbera, senza dimenticare i circa 400, compreso il sottoscritto, costretti a restare a Genova a causa della chiusura degli aeroporti. Abbiamo sofferto tutti insieme, chi in Sicilia, chi a Zena, chi in giro per l’Italia e per il mondo, non è ancora finita, niente è certo, ma sicuramente un bel mattone è stato sistemato.
Se Delio Rossi conferma l’11 titolare, fatta eccezione per Goian al posto dello squalificato Bovo, Del Neri mischia un po’ le carte, dando fiducia ai positivi Tissone e Mannini, con Poli e Guberti inizialmente in panchina. La tensione in campo si tocca con mano, le squadre sono cortissime, si combatte a centrocampo, nei primi minuti si fatica a giocare, le manovre sono ripetutamente spezzettate da falli tattici e irregolarità nel gioco aereo, in primis realizzate da Migliaccio, fin troppo abituato a saltare con i gomiti alti, ne sa qualcosa Mannini, costretto ad uscire un paio di volte dal campo per perdita di sangue dal naso.
I rosanero cercano di sfondare sulle corsie esterne, ma Cavani, servito prima da Balzaretti, poi da Liverani, non trova lo specchio della porta né di testa, né in rapida giravolta, troppo larghe le maglie della difesa blucerchiata in tali circostanze. La risposta doriana arriva al 9’ con un tiro cross di Cassano dall’out destro, Sirigu si fa trovare attento sul primo palo. Con il passare dei minuti i padroni di casa si affidano sempre più alle geometrie di Liverani e ai guizzi di Pastore, ma Palombo e Tissone sono bravi a pressare a tutto campo, senza trascurare l’utilissimo lavoro “sporco” di Pazzini a rientrare sul possessore di palla.
Tra il 17’ e il 24’ Pastore cerca di lasciare la propria impronta sul match: prima fa scorrere un brivido a Storari con un diagonale dal limite, la sfera fa la barba al palo, poi da destra trova in area Cavani, il cui colpo di testa sfiora l’angolo più lontano, non impeccabili Zauri e Gastaldello in ritardo sull’uomo. Attorno alla mezz’ora però il calcio indossa l’abito da sera dinanzi allo straordinario numero di Antonio Cassano: il genio barese stoppa a modo suo, ovvero splendidamente, una palla a campanile, disorienta Kjaer e, dalla linea di centrocampo, parte in contropiede, resiste alle cariche dei centrocampisti, ha la meglio sul rientro di Pastore, allarga per Mannini, sul cui traversone però né Pazzini, né Semioli si fanno trovare al posto giusto nel momento giusto.
Siamo messi benissimo in campo e, al di là di qualche improvvisa sfuriata, aumentiamo progressivamente il possesso palla, presidiamo adeguatamente le corsie laterali: prima del break ci prova Tissone dal limite, ma la sua insidiosa conclusione a giro viene deviata in corner da un difensore rosanero. Dopo l’intervallo le compagini ritornano in campo con i medesimi effettivi, ma il match cambia improvvisamente binario al 53’: veloce e ordinata azione blucerchiata, Cassano spizzica splendidamente una palombella arrivata da centrocampo, Mannini aggredisce lo spazio e viene abbattuto da Sirigu in uscita, rigore netto assegnato da Rosetti. Sul dischetto va il Pazzo, che spiazza Sirigu e fa esplodere il settore a noi riservato.
Delio Rossi si gioca la carta Hernandez, ma il suo Palermo sbanda e rischia il colpo del k.o tra il 58’ e il 61’, quando Cassano, al termine di uno splendido contropiede partito da Mannini e proseguito da Pazzini, viene fermato da Rosetti per un dubbio fallo di mano, e Mannini viene beffato da un tocco in recupero di Kjaer, su perfetto servizio in profondità firmato Fantantonio. Ci si attende la sfuriata rosanero, invece riusciamo a non perdere centimetri in campo, fino al 66’ quando Miccoli fa fuori Gastaldello e viene atterrato in area da un intervento scomposto in corsa di Zauri, rigore ineccepibile assegnato da Rosetti, Miccoli spiazza Storari per l’1-1, ma, sulla battuta, il “Romario del Salento” s’infortuna al polpaccio, stringe i denti per una decina di minuti, ma, nel finale, sarà costretto a gettare la spugna.
La partita s’infiamma, le azioni non si contano più sui continui capovolgimenti di fronte: Guberti, appena entrato al posto di Semioli, spara alle stelle una palla d’oro servitagli da Cassano, autore dell’ennesima veronica sul fondo, mentre è Storari a dire di no con un grande intervento al bolide sul primo palo realizzato dal mai domo Miccoli, sostituito al 78’ da Budan. Il Barbera ritorna a farsi sentire, i padroni di casa schiacciano sull’acceleratore, soffriamo, ma molto meno del previsto: al 76’ Del Neri si infuria con Rosetti per la mancata concessione del vantaggio su un contropiede portato avanti da Palombo, interrotto per l’ennesimo fallo di Goian su Pazzini.
Dopo un colpo di testa di Kjaer su corner, il Palermo sfiora il vantaggio con il neo-entrato Budan, il quale si divora un goal già fatto, mandando di testa la sfera sul fondo a porta sguarnita, dopo la respinta di Storari sulla potente conclusione di Pastore dal limite. Del Neri si affida ai cambi, inserendo Pozzi e Poli al posto degli esausti Pazzini e Tissone, e, dopo oltre 3’ di recupero, arriva il triplice fischio finale di Rosetti: finisce 1-1 al Barbera, ci giocheremo tutto con il Napoli, se vinciamo, sarà Champions, a prescindere dal risultato del Palermo a Bergamo. Il nostro destino è soltanto nelle nostre mani.
PALERMO – SAMPDORIA 1-1
RETI: 54’ Pazzini rig. (S), 66’ Miccoli rig. (P)
PALERMO (4-3-1-2): Sirigu; Cassani (88’ Bertolo), Kjaer, Goian, Balzaretti; Nocerino, Liverani, Migliaccio; Pastore; Cavani (55’ Hernandez), Miccoli (81’ Budan). (A disp.: Benussi, Celutska, Calderoni, Blasi). All.: Rossi.
SAMPDORIA (4-4-2): Storari; Zauri, Gastaldello, Lucchini, Ziegler; Semioli (66’ Guberti), Tissone (85’ Poli), Palombo, Mannini; Pazzini (82’ Pozzi), Cassano. (A disp.: Guardalben, Rossi, Cacciatore, Franceschini). All.: Del Neri.
ARBITRO: Rosetti di Torino
AMMONITI: Sirigu, Goian, Migliaccio, Pastore (P); Guberti (S)
NOTE: giornata di sole, terreno in discrete condizioni. Spettatori: 35.872, con circa 2.000 doriani al seguito. Angoli: 6-1 per il Palermo. Recupero: 1'; 3'. |di Diego Anelli - Fonte: www.sampdorianews.net| - articolo letto 133 volte