E' (quasi) finita! Il Pagellone dei Direttori Sportivi: che disastri
Da amanti del mercato abbiamo notato una cosa, vediamo se siete d'accordo con noi. Ai tifosi italiani interessano più le trattative di calciomercato che il risultato finale del campo. Esempio: gli interisti stanno per firmare il primo grande slam, mai riuscito a nessun club italiano, e pensano già a chi sarà il prossimo allenatore. Ci scrivono mail, lettere e partecipano ai sondaggi televisivi per capire se Mourinho dopo Madrid, realmente…tornerà a Madrid. Florentino Perez fino alla prima decade di aprile non ne voleva sentir parlare di Josè, oggi è meno categorico. I suoi collaboratori gli stanno facendo il "lavaggio del cervello" e dopo l'impresa con il Barcellona anche tra i tifosi galacticos ha acquistato punti e considerazione. Vedremo. Non usciamo fuori tema. Come ogni fine stagione tocca ai Direttori Sportivi passare per la bacheca della scuola e vedere i voti finali; ci sono anche i giudizi e tantissimi sono rimandati a settembre. Alcuni, forse, non avranno la possibilità di tornare tra i banchi. Prima del campionato diamo i voti, sempre ai D.S., sbilanciandoci anche un po'. Alla fine, a giochi fatti, è più facile. Siete pronti? Partiamo…
Carlo Osti (ATALANTA) Voto 4:
Doveva impegnarsi per fare peggio di così. Il primo errore lo commette sulla gestione degli allenatori. Punta su un emergente, Gregucci, ma non gli dà il giusto sostegno. Brucia Conte e rispolvera Mutti; neanche Van Gaal avrebbe fatto il miracolo con un mercato all'insegna del colpo Barreto, successivamente naufragato.
Giorgio Perinetti (BARI) Voto 8:
Un'impresa da volpone del settore. La scorsa estate sembrava stesse facendo la collezione delle figurine dell'album Panini di serie B. Ha avuto ragione; lascia in eredità ottime plusvalenze e comproprietà intelligenti da risolvere. Chi lo sostituirà (Castagnini?) troverà già il piatto a tavola. Il suo addio è la sconfitta della famiglia Matarrese.
Salvatori-Baraldi (BOLOGNA) Voto 5:
La salvezza è opera di Franco Colomba, unica scelta indovinata dalla società. Zalayeta è stato un fallimento, il colpo Gimenez è farina del sacco altrui. La famiglia Menarini dovrebbe affidarsi a un Direttore Sportivo di maggiore esperienza per sopperire al deficit economico.
Massimo Cellino (CAGLIARI) Voto 6,5:
Presidente e Direttore, factotum del Cagliari. Indovina quasi tutto. Non cede alle lusinghe del Napoli per Conti, si tiene Cossu, aspetta l'anno giusto per cedere Marchetti e si porta a casa, non del tutto, Astori. Stratega e competente. Meritava un 7 se non fosse stato protagonista della pagliacciata dell'esonero di Allegri. Se è a conoscenza di fatti a noi sconosciuti ce li faccia pervenire e chiediamo scusa.
Pietro Lo Monaco (CATANIA) Voto 7,5:
Con il massimo rispetto per la piazza e i suoi tifosi ma ci chiediamo uno così che ci faccia ancora a Catania! Deve portare la Champions League sull'Etna per essere chiamato da una grande? In Sicilia è il padre-padrone. Può permettersi di dire in televisione, parlando di mercato, "…e che volete che ne sappia il Presidente". Nell'anno della salvezza aritmetica, ottenuta con due giornate di anticipo, sbaglia solo una scelta e la paga a caro prezzo: Gianluca Atzori. Si rimette sui binari giusti con Mihajlovic e valorizza tutta la sua scuderia: Andujar, Silvestre, Carboni, Martinez, Biagianti, Izco, Ricchiuti. Come mai in Italia solo lui ha pensato a Maxi Lopez? Abbassa l'età media della squadra di 4,5 anni e programma il futuro. Adesso pensi al rinnovo di un contratto importante in scadenza nel 2011…
Giovanni Sartori (CHIEVO VERONA) Voto 7:
Con Di Carlo si salva in cavalleria ma se è vero che vince le scommesse Mantovani, Sorrentino e Sardo è altrettanto vero, che con il modulo difensivista del tecnico, rischia di far abbassare i prezzi di Pellissier, Granoche (in comproprietà con la Triestina) e Abbruscato. Perde a zero Yepes, grave errore, ma il risultato finale gli dà ampiamente ragione.
Pantaleo Corvino (FIORENTINA) Voto 5,5:
Le mani sulla tastiera si rifiutavano di battere quel voto. Ci piange il cuore perché la sua professionalità è immensa e la sua competenza imprescindibile ma quando si portano a casa questi risultati è difficile strappare la sufficienza. Se c'è poca sintonia tra allenatore e Direttore si paga tutto il doppio. Il suo vero problema è Prandelli: non gli fece vendere Mutu, e il risultato si è visto, non gli valorizza i giovani e gli tiene in panchina Keirrison. Coverciano può far miracoli per Firenze!
Enrico Preziosi (GENOA) Voto 6:
Presidente generoso e volenteroso ma, nell'anno in cui spopola la Samp, fallisce l'aggancio all'Europa che conta. Qualche macchia sulla stagione del Grifone: Floccari, Crespo e Acquafresca. Troppi attaccanti hanno fatto cilecca. Per il bene del Genoa e di Gasperini sarebbe opportuno che a fine stagione si faccia un bilancio sereno e si prendano le decisioni più opportune per entrambe le parti.
Marco Branca (INTER) Voto 8:
Il miglior mercato dell'Inter dell'era Massimo Moratti. Incassa, nell'operazione con il Barcellona, rilancia Sneijder, fa un gran pacchetto Motta-Milito con il Genoa e sta per chiudere il "triplete". Direttore in ombra ma efficace. Avesse gestito meglio, insieme al Presidente, il caso Balotelli avrebbe ottenuto anche un bel 9 di fine anno.
Alessio Secco (JUVENTUS) Voto 4,5:
Non ce la sentiamo di sparare con i cannoni, ci fermiamo ai fucili. Oggi è fin troppo facile fare fuoco sulla Juventus. Quello che pensavamo di Secco lo abbiamo scritto negli ultimi due anni. Inopportuno, inesperto e inadeguato. In estate, anche noi, eravamo rimasti abbagliati dal mercato bianconero; promuovemmo Diego ma bocciammo Felipe Melo. Il vero grande errore è stato Cannavaro prima e affidare la panchina a Ferrara poi. Il mercato non lo può fare un Commissario Tecnico che, giustamente, nell'anno del Mondiale pensa solo ai propri interessi. Grosso un flop, Paolucci desaparecido, Candreva una sorpresa.
Igli Tare- Claudio Lotito (LAZIO) Voto 4:
Che coppia, signori! Solitamente, per sbaglio, almeno una trattativa si indovina; loro neanche questa. La cessione di De Silvestri lascia il vuoto, la beffa Pandev il segno, Ledesma si è arrugginito e a pagare sono gli allenatori. Ballardini ha la colpa di aver avallato strategie assurde e controproducenti. Reja strappa uno 0-0, sempre meglio di un finto 0-2.
Signorelli-Ricci-Spinelli (LIVORNO) Voto 4:
Sotto il 4 non scendiamo per una questione di rispetto delle persone. Già il fatto che il voto bisogna darlo a tre dirigenti per un mercato, si intuisce che in questa società non è poi tutto così normale. Ogni anno la stessa storia. L'ascensore sembra quasi una strategia per prendere più soldi dalla Lega per la promozione e l'indennità per le retrocesse. Spinelli farebbe bene a lasciare ma non solo con le parole; questa volta vogliamo i fatti.
Galliani-Braida (MILAN) Voto 5:
L'esperimento Leonardo lo bocciammo 10 mesi fa e lo bocciamo oggi che anche il Presidente Berlusconi si è reso conto dell'errore. Capiamo le difficoltà dei due dirigenti ad allestire una squadra con 20 milioni di euro, pochi ma non pochissimi, ma ormai è diventata una brutta abitudine sbagliare l'acquisto dell'attaccante: da Oliveira a Sheva fino a Huntelaar, ingaggiato da titolare e relegato a panchinaro da Leo. Troppi errori anche sui rinnovi. Punti su Abate ma lo fai giocare terzino? Inzaghi non rispettato e Gattuso accantonato. Il grande caos sulla gestione portieri. L'Inter gli aveva regalato lo scudetto ma il Milan non ha accettato. Grave! Per il futuro serve la programmazione dei tempi d'oro per far fronte alla crisi dell'euro.
Riccardo Bigon (NAPOLI) Voto 5:
Dovremmo giudicarlo solo per il "colpo" Dossena? Meglio di no. E' giovane e deve farsi le ossa; ci teniamo bassi perché a gennaio con un paio di interventi seri il Napoli, davvero, avrebbe potuto puntare al quarto posto. Se non c'è riuscito quest'anno facciamo fatica ad immaginare, in un futuro recente, un Napoli da Champions. Il rischio è che il giovane Bigon si faccia inghiottire dagli squali del mercato. Già a Torino hanno avuto la conferma che un ottimo Team Manager non deve essere, obbligatoriamente, anche un buon Direttore Sportivo.
Walter Sabatini (PALERMO) Voto 6,5:
Se dovessimo limitarci solo al voto, per quanto espresso dalla squadra sul campo, meriterebbe anche un 7,5. Il giudizio è più ampio e siamo ancora scottati dai flop di Zenga, Rubinho, Morganella, Bertolo, Michelidze e Melinte.
Pietro Leonardi (PARMA) Voto 7:
Come scrivevamo nell'introduzione, parlare oggi è molto più semplice rispetto alle previsioni che facciamo in estate a mercato chiuso. Siamo soddisfatti per aver indovinato i pronostici su Donadoni, Leonardo, Ferrara e Atzori ma chiediamo scusa al Parma e soprattutto a Pietro Leonardi per averlo bocciato come fosse l'ultimo arrivato. Su 20 squadre abbiamo toppato sul Parma. Onore e merito ad una matricola che in questa stagione è andata ben oltre le previsioni. Complimenti al Direttore che ci ha smentito con i fatti, dopo averlo fatto con le chiacchiere a settembre.
Daniele Pradè (ROMA) Voto 6,5
Il suo lavoro encomiabile, con il supporto di Montali, è stato fatto più dietro le quinte che sul mercato. Cede bene Aquilani, dandogli un valore di mercato eccessivo, facendoci dubitare anche della capacità manageriale di Benitez, strappa Toni al Bayern Monaco senza dissanguarsi e riesce a cedere a gennaio Okaka e Guberti che avrebbero trovato poco spazio nel girone di ritorno. Ci piacerebbe valutare il suo lavoro nel momento in cui avrà la possibilità di gestire un budget dignitoso.
Giuseppe Marotta (SAMPDORIA) Voto 7:
La stagione con la Samp e la promozione alla Juventus sanciscono di fatto il suo salto di categoria. Aiutato da una società solida riesce a lavorare con professionalità e abnegazione. Scrupoloso e attento sui conti del club si conferma capace nelle trattative difficili (vedi Cassano e Pazzini) può migliorare ancora come talent scout (dopo i flop sudamericani Bottinelli e Fornaroli).
Manuel Gerolin (SIENA) Voto 4:
Alla fine se n'è andato anche lui con la coda tra le gambe. Paga una situazione societaria difficile ma non si dimostra all'altezza del compito richiestogli.
Sergio Gasparin (UDINESE) Voto 5,5:
Spesso la soluzione più facile è quella che trovi in casa. Asseconda troppo le esigenze di Pozzo e non lascia spazio alla sua inventiva. Aveva programmato un maxi scambio con la Juventus, senza far circolare un euro, per abbattere anche i costi fiscali ma l'affare era troppo difficile da spiegarlo alla dirigenza juventina. D'Agostino e Zapata andavano liberati. Saprà dimostrare tutto il suo valore a Genova. |di Michele Criscitiello - Fonte: www.tuttomercatoweb.com| - articolo letto 151 volte