Un Milan molle come nelle peggiori uscite, sconclusionato e passivo esce meritatamente sconfitto al Marassi di Genova ma conquista ugualmente il terzo posto grazie al pari fra Palermo e Sampdoria. Certamente una qualificazione alla prossima Champions League ottenuta nel modo peggiore e più indecoroso.
Nel Milan di Leonardo, forse ancora per poco, e che andava caccia dei punti per la matematica qualificazione alla prossima Champions League, si rivede Pato dal primo minuto sulla fascia destra, Seedorf in panchina con Gattuso e Flamini accanto a Pirlo. In difesa Abate preferito a Zambrotta. Per i genoani che hanno squalificato il tecnico Gasperini un 3-4-3 dove spiccano il tridente Palacio-Acquafresca-Sculli, il nazionale Criscito ed il regista spagnolo Zapater.
La partita è combattuta ed equilibrata. Più Genoa all’inizio, meglio i nostri nella seconda metà del primo tempo. I rossoblu adottano il solito 3-4-3 abbastanza elastico con Tomovic, tornante sinistro, spesso sulla linea difensiva. Criscito fa il centrale di sinistra accanto a Bocchetti e Papastathopulos. La diga di mediana è Juric-Zapater. Mesto gioca più avanzato di Tomovic mentre Sculli e Palacio sono aggressivi e tengono i nostri terzini piuttosto bassi. La manovra è finalizzata ad allungare l’intera squadra rossonera. Reggiamo perché non c’è Seedorf. Infatti, sebbene Pirlo sia in versione Cadavere Ambulante questa volta ne ha due di mediani accanto e non il solo Ambrosini, peraltro parecchio in calo fisico ultimamente. Questo ci permette di non trasformare la nostra area di rigore in terra di conquista facile e di tagliare i rifornimenti ad Acquafresca. La presenza poi di Pato davanti, invece che Mancini o Huntelaar, ci dà pericolosità e profondità almeno potenziali, saltiamo l’uomo e teniamo anche la loro retroguardia guardinga e bassa, troppo il timore di essere infilata dal Papero. Borriello fa buone cose quando si allarga a sinistra ma non può servire nessuno perché Antonini è bloccato dietro da Palacio mentre Ronaldinho è troppo statico così non c’è nessuno che si sovrapponga o che tagli in area.
Il secondo tempo comincia bene ma prosegue male e finisce anche peggio. Dopo le due occasioni per Borriello ben sventate da Amelia è su corner che il Genoa trova il gol della vittoria con Sculli. Da questo momento in poi, cioè circa il minuto 60, i rossoneri offrono una prestazione indecorosa e indegna della maglia che indossano. I padroni di casa con nulla da chiedere a questo campionato lottano su ogni palla, si lanciano negli spazi, raddoppiano e triplicano le marcature, giocano concentrati e ordinati, sfiorano il secondo gol in più di un’occasione e fanno girare a vuoto il nostro centrocampo. La qualificazione aritmetica alla Champions League arriva grazie ad un rigore di Miccoli che a Palermo blocca sul pari una scatenata e arrembante Sampdoria. Non abbiamo mai cambiato ritmo, nemmeno quando sapevamo del vantaggio doriano. Abbiamo tirato indietro la gamba e giochicchiato a tacchi e veroniche anche quando il terzo posto era a rischio. Abate ha mostrato limiti enormi in fase di cross e in fase difensiva venendo a più riprese umiliato da Sculli. Pirlo e Seedorf hanno ancora una volta fatto capire che sono ex-giocatori di calcio che vanno sostituiti dal proprietario più ricco della Serie A da almeno due campioni in quei ruoli. La squadra sarà destinata ad andare ancora più lo scorso anno se non si investirà pesantemente proprio a centrocampo e sulle fasce. Il problema non è l'allenatore ma la rosa. |di Giuseppe Aramini - Fonte: www.dnamilan.com| - articolo letto 134 volte