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2010-05-10

Verbena, l'aroma dello scudetto


Cambiare tutto affinché non cambi nulla. Non c’è che dire, questa giornata ha avuto una trama decisamente “gattopardesca”: perché, soprattutto negli ultimi venti minuti di gioco, tutti i tifosi nerazzurri hanno vissuto una girandola incredibile di emozioni. La partita col Chievo prende ormai una piega felice per l’Inter, che sembra dilagare sui clivensi, mentre da Roma non giungono notizie, il che significa scudetto virtuale. Poi segna Granoche, che devia un tiro da lontano di Marcolini; 4-2, nulla di male. Poi, un boato: dalle radio arriva infatti la notizia del gol del Cagliari: Andrea Lazzari (il nome non viene segnalato sul tabellone dello stadio). Sembra fatta, la gioia è incontenibile.
Gioia che però pochi minuti dopo si trasforma in brivido, per la dormita di Materazzi che consente a Pellissier di realizzare comodamente il 4-3, gettando un alone spesso di tensione negli ultimi quindici minuti di gioco in tutto lo stadio (il gesto di disperazione di Mou al momento dell’errore di Stankovic la dice lunga!). Nel frattempo, Totti realizza la sua doppietta personale ribaltando il punteggio dell’Olimpico, mentre l’Inter cerca invano il quinto gol ma alla fine conserva il risultato positivo, chiudendo imbattuta in casa per il secondo anno di fila, ma soprattutto conservando i due punti di vantaggio dai giallorossi a novanta minuti dalla fine.
In buona sostanza, comunque, questo tourbillon di emozioni non ha portato effetti concreti: rimane tutto come prima, l’Inter resta ancora in vetta a un giro dalla fine, ma chi pensava di poter festeggiare a San Siro già oggi, è rimasto deluso. E’ ancora tutto da giocare, e il destino nerazzurro passerà ancora una volta da Siena. Lì dove tre anni fa Roberto Mancini festeggiò il suo primo scudetto sul campo dopo quello assegnato nel 2006; di fronte a quella squadra che all’andata cullò il sogno dell’incredibile colpo esterno scongiurato dalle prodezze in extremis di Sneijder e Samuel. E che adesso, nonostante la retrocessione già sancita, promette comunque di onorare l’impegno fino in fondo (a prescindere dai discorsi su eventuali premi a vincere che hanno già reso la vigilia infuocata). Non solo: torna in ballo il Chievo di Di Carlo, che ospiterà la Roma a caccia del sorpasso sulla retta d’arrivo.
“Bentegodi” e “Franchi”, quindi, teatri dell’ultimo atto di questa appassionante lotta scudetto. Mancano ancora novanta minuti per decidere a chi andrà questo tricolore, “novanta minuti per segnare” come recita l’inno “Pazza Inter”. Stavolta, però, ci sarà da segnare, più che un gol, un nome, quello dell’Inter nell’albo d’oro del campionato per la 18esima volta. E allora, spingiamo tutti insieme i nostri beniamini verso questo nuovo traguardo: tutti, allo stadio, in tv, nelle piazze, in un modo o nell’altro, ma proprio tutti dobbiamo esserci domenica. Per invadere, fisicamente e idealmente, la città toscana. Per prenderci questo scudetto, perché questo titulo abbia l’aroma della Verbena, l’erba che cresce in Piazza del Campo, come recita il famoso ‘canto’ intonato dai contradaioli.
|di Christian Liotta - Fonte: www.fcinternews.it| - articolo letto 143 volte


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