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2010-05-11

A tu pe tu con Lanzafame ...


Il Parma ha inflitto alla Juventus il quattordicesimo ko stagionale in campionato e, fra i protagonisti di questa gara, spicca Davide Lanzafame. Il talento scuola Juventus, che comunque ne detiene ancora la metà del cartellino, sale in cattedra con una doppietta e, ai nostri microfoni, esterna tutta la sua soddisfazione per aver lasciato un'impornta indelebile in quella che poteva essere per lui la partita più importante della stagione.

Partiamo dalla doppietta alla Juventus, squadra in cui sei nato e che ha metà del tuo cartellino

"E' andata bene, l'annata è stata positiva e chiaro che per me giocare a Torino è stata un'emozione unica. Sono cresciuto qua e a gennaio c'era anche stato quel discorso finito poi senza nulla di fatto. Per me è stata una rivalsa visto che loro comprano spesso giocatori stranieri, potenzialmente più forti, ma alla fine quelli come me, Giovinco o De Ceglie hanno dimostrato il proprio valore. La Juventus è comunque la Juventus e vediamo come andrà".

A gennaio il Parma era disposto a lasciarti tornare poi la Juventus si è tirata indietro. Cos'è successo?

"Il mio obiettivo era rimanere al Parma, alla Juventus vorrei tornarci un giorno, ma da protagonista. Nel momento in cui si è capito che l'interesse non era importante, ma forse più che altro per coprire le assenze, abbiamo deciso di non far nulla. Oggi non mi pento affatto della scelta e vorrei restare a Parma per confermarmi e crescere ancora in vista di un possibile grande salto".

Un pochettino di rivalsa, però, hai detto di averla avuta

"Un po' di rispetto l'ho avuto non esultando alla prima doppietta in serie A. Loro hanno fatto le loro scelte, ma non posso sputare sul piatto dove ho mangiato. Il campo, in ogni caso, ha parlato e domenica mi ha dato ragione".

Hai parlato anche di Giovinco e De Ceglie. Come mai la società non crede nei suoi giovani?

"Purtroppo queste grandi società tante volte non si rendono conto di quello che hanno in casa e fanno scelte diverse. Noi solo lavorando possiamo dimostrare il nostro valore e la Juventus ha ceduto la mia metà del cartellino nell'operazione Amauri. Posso capirlo perché io ero ancora un giocatore in crescita e sfido chiunque a dire che quell'operazione era sbagliata. L'importante, comunque, è aver dimostrato che ci sono anche io visto che metà cartellino è ancora della Juventus. Penso che anche a loro abbia fatto piacere nonostante la sconfitta".

Com'è stata questa stagione a Parma?

"Ho trovato la mia dimensione: io sono un ragazzo molto tranquillo e la città è giusta per me. Ho trovato Leonardi, che ha creduto in me dai tempi della Juventus, un presidente ambizioso che crede nei giovani e un mister che, a dispetto di quanto si può dire, ha creduto in me".

Ti dispiace che il Parma possa ripartire senza Guidolin?

"A noi non hanno ancora detto niente e noi vorremmo che rimanesse. Io gli sono grato, ma c'è una società che decide e, se andrà via, farà sicuramente benissimo".

La tua comproprietà come verrà risolta?

"Non si sa niente. La stagione deve finire e poi Juventus e Palermo si parleranno. Il Parma, come ha sempre detto, credo abbia intenzione di comprare una metà e io spero di rimanere per confermarmi. Mi sono ambientato, sto bene e sarebbe stupido cambiare per ricominciare da capo".

Il Parma è nono a 49 punti dopo la promozione in A. Che effetto fa?

"Nessuno si immaginava un campionato del genere. C'è stato quel momento di sbandamento a gennaio, ma facendo i conti, con una vittoria col Livorno, faremmo 52 punti. Sarà dura fare meglio il prossimo anno ma ci proveremo. Il presidente Ghirardi è stato molto contento e speriamo inserisca qualche tassello per fare un ulteriore salto di qualità. Io parlo come un giocatore del Parma perché spero di esserci ancora anche al prossimo ritiro".

Tu sei stato a Bari con un direttore sportivo come Perinetti. Pensi che il Siena, acquistandolo, abbia guadagnato tanto?

"Il Siena con Perinetti è a metà dell'opera. Lui è una persona competitiva e un grande intenditore di calcio, qualità molto importante per il suo ruolo. Inoltre ha un rapporto splendido coi giocatori, sa dialogare e sa stare al suo posto. Nel momento in cui ha carta bianca sa gestire il patrimonio di una società, che è la cosa più importante".
|di Raffaella Bon - Fonte: www.tuttomercatoweb.com| - articolo letto 116 volte


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