Alla fine il terzo posto è arrivato, di certo il merito è tutto di Palermo e Sampdoria in quanto, se fosse dipeso da noi, ci saremmo preparati all'ennesima ultima giornata da dentro o fuori. Viene una certa tristezza a pensare che negli ultimi anni le nostre ultime giornate di campionato siano state contrassegnate dalla lotta per....il terzo posto. Questa nuova formula della champions league, con le prime 4 ammesse ha scalato di anno in anno gli obiettivi della società: come sono lontani i tempi in cui il nostro presidente costruiva squadroni con l'imperativo di primeggiare in Italia e in Europa, come sono lontani i primi anni 90 (e gli ultimi 80), con una squadra che scendeva in campo per vincere sempre e ovunque. Ormai siamo ridotti a lottare ogni anno per il terzo posto, come se poi servisse a qualcosa a parte che a prendere soldi per avere il bilancio migliore: per il resto, con le squadre costruite negli ultimi anni, andare in champions è solo un modo per renderci ridicoli (ricordiamo Manchester-Milan). Se a questa nostaglia dei tempi che furono aggiungiamo che quest'anno l'Inter andrà a fare tripletta allora il quadro è completo. La squadra di Moratti è la dimostrazione che lottare su 3 fronti è possibile, basta costruire squadre complete e ben allenate: di sicuro vincere il campionato italiano con questa concorrenza non è una impresa (se Roma e Milan sono le candidate più serie dell'anno per contendere il titolo allora c'è qualcosa che non va nella competizione), ma in champions bisogna riconoscere che l'Inter ha veramente fatto ottime cose. Quello che stupisce non è tanto la ricchezza dell'organico, quella già si sapeva, quanto l'ottima condizione atletica della squadra: pur avendo molti ricambi, i giocatori cardine rimangono sempre gli stessi e questi corrono a tutta birra da settembre. I nostri non sono mai in condizione: a settembre è appena iniziata la stagione, a dicembre fa freddo, a gennaio ci si prepara per la primavera, in primavera la stagione sta finendo e siamo stanchi. Questo ritornello ormai ci accompagna da anni. La realtà è che con una squadra dall'età media di 142 anni non si può andare lontano, con sulle fasce Zambrotta e Oddo, con Favalli, con Pirlo assolutamente vergognoso, con Seedorf, Huntelaar, Inzaghi e chi pù ne ha più ne metta non si può pretendere più del terzo posto. Dare la colpa a Leonardo e cambiare allenatore è molto comodo per la società: poi per contenere i costi si metterà in panchina un Galli o Tassotti di turno, non si farà mercato come al solito e l'anno prossimo, dopo essere arrivati o terzi o quinti ed essere usciti dalla coppa agli ottavi se va bene, si cambierà nuovamente allenatore perchè lo squadrone non giocava bene. Prepariamoci ad anni di vacche magre e sfottimenti ripetuti da parte dei cugini, del resto ora possono permetterselo. Che tristezza. |di Alessio Scalzini - Fonte: www.dnamilan.com| - articolo letto 161 volte