Sabato sera si conclude il campionato agonia 2009-2010. Un terzo posto acciuffato a fatica, grazie ai salti mortali fatti da un allenatore, Leonardo, sbertucciato e messo alla porta dall'Illustrissimo Presidentissimo; un terzo posto faticato nonostante i lunghi black-out di Juventus e Fiorentina, con rivali i cui nomi sono quelli di Palermo e Sampdoria. Signori, il peggio deve ancora arrivare. Il Milan non sa che pesci pigliare. Il mercato attualmente ha questa prospettiva: Storari, Yepes, Astori, un centrocampista e una punta, ma quest'ultima solo nel caso in cui Braida riesca nell'impresa di vendere Huntelaar a qualche fesso per una quindicina di milioni. Partono risate inarrestabili quando sento parlare di Allegri sulla panchina, a prescindere dell'ultima battuta del comico Adriano ("Allegri è milanista, ha fatto una tourneè ai tempi di Fabio Capello"): con questi giocatori il tecnico rivelazione del campionato potrebbe ripetere al massimo il primo mese di campionato sulla panchina rossoblu': 5 partite, 1 punto. Ronaldinho, Pirlo, Seedorf e Gattuso sarebbero dei corpi estranei nel dinamico 4-3-1-2 del tecnico toscano e questi presunti campioni, fuoriclasse solo a fine mese nell'atto di ritirare lo stipendio, non se li piglia nessuno. Ad Allegri servirebbero almeno Astori, Lazzari, Biondini e Matri (avessi detto Mexes, Vargas, Krasic e Dzeko): quattro giocatori troppo costosi per le tasche vuote del Milan. Il cui mercato non decollerà e la dichiarazione di Galliani "per scegliere il tecnico ci vuole tempo", conferma due sensazioni: la prima è che il mercato non esisterà e in ogni caso non terrà conto, in quel minimo di acquisti, delle indicazioni dell'allenatore, la seconda è che la dirigenza (Berlusconi escluso) è consapevole che con questa rosa neanche Mandrake riuscirebbe ad arrivare terzo il prossimo anno. L'unica speranza di Galliani e compagnia (oltre a quella di riuscire a conservare il più a lungo possibile gli onerosi stipendi e le cene al ristorante Giannino) è quella che Nesta non abbia un raffreddore, che Thiago Silva riesca in altre imprese titaniche come quella di non farsi squalificare giocando (nel ruolo di difensore) una dozzina di partite in diffida, che Borriello si mantenga in salute e migliori in realizzazione e che il capriccioso Pato decida di crescere e di diventare un fuoriclasse a tutto tondo. Anche se ribadisco la mia provocazione urlata qualche articolo fa: si venda Pato e si costruisca una squadra dignitosa. Programmazione, progetto. Due parole che Galliani e compagnia usano a sproposito. In casa Milan non esiste programmazione e progetto. Neppure uno scudetto Primavera, qualora arrivasse, potrebbe spostare di una virgola la sensazione, salvo campare nell'utopia che il prossimo anno Verdi e Albertazzi (o chi per loro) possano diventare titolari nel Milan. |di Riccardo Giannini - Fonte: www.dnamilan.com| - articolo letto 124 volte