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2010-05-15

Inter-Bayern, meno 7: battere i tedeschi significa sfatare un tabù


Comincia oggi su FcInterNews.it un percorso lungo sette giorni nei quali verranno analizzati, fatti, corsi storici e interpreti dell’imminente finale di Madrid, del prossimo 22 maggio, tra Inter e Bayern Monaco. Nerazzurri e tedeschi hanno pressoché fatto gli stessi passi; non certo additate da tutti come le favorite a giocarsi la finale, le due squadre sono riuscite nell’impresa di buttare giù i pilastri del calcio europeo, come Chelsea e Barcellona (la finale da tutti pronosticata) i nerazzurri, ed il Manchester United invece i tedeschi, giunti in finale grazie e soprattutto alle grandi gare di Monaco e di Manchester, contro i Red Devils. I precedenti tra le due squadre non sono tanti in Champions, solo due, nel corso del girone eliminatorio della Champions League 2006/2007, quattro se si conta la Coppa Uefa dell’88/89. In queste quattro sfide i nerazzurri hanno colto solo una vittoria, a fronte di un pareggio e due sconfitte. Quale miglior modo dunque di ristabilire la situazione a Madrid, portando a casa quella Champions, dopo 45 di attesa?! I bavaresi però non staranno di certo a guardare; da sempre parte dell’elite del calcio europeo, il Bayern Monaco ha conquistato 4 Champions League, ben tre consecutive dal ’73 al ’76.
La prima battendo l’Atletico Madrid per 4-0 nella ripetizione del match (dopo l’1-1 di due giorni prima) il 17 maggio del 1974, grazie alle doppiette dell’odierno Presidente Uli Hoeneß e del grande bomber tedesco Gerard Müller. I tedeschi, capitanati da Franz Beckenbauer, erano lo zoccolo duro della Nazionale della Germania Ovest campione mondiale, in casa, sempre nel 1974. L’anno dopo, sulle ali dell’entusiasmo, conquistano la seconda Coppa dei Campioni, superando per 2-0 il Leeds con i gol di Roth e dello stesso Müller. La terza coppa consecutiva il Kaiser la solleva nel maggio del 1976, dopo aver superato il Saint Etienne grazie al gol di Franz Roth. Il calcio di punizione di Der Bull incastonò il nome del Bayern nella leggenda, unica squadra insieme all’Ajax di Cruijff a vincere tre coppe di fila, alle spalle dell’irraggiungibile Real Madrid di Puskas e Di Stefano con 5 coppe vinte in fila. I bavaresi si ripeteranno a Milano, nel 2001, superando il Valencia di Hector Raùl Cuper ai calci di rigore.
I nerazzurri dal canto loro hanno scritto la storia vincendo le due Coppe Campioni di fila ben dieci anni prima; storie di un altro calcio, ormai andato. Inter e Bayern tornano nell’Olimpo del calcio europeo, loro di diritto, dominatrici incontrastate degli anni ’60 e ’70, con il loro calcio fisico e ordinato. Analoghe, per certi versi, le due squadre: alla bellezza estetica del Real Madrid e del Benfica di quegli anni (dirette avversarie nerazzurre superate nelle finali) si opponeva la disciplina tattica e le capacità tecnica della squadra di Herrera. Così come il calcio dei tedeschi di Franz Beckenbauer, sempre tosti e difficili da battere, presero in eredità il calcio totale dell’Ajax e dell’Olanda di Cruijff, fino a battere gli orange, ai Mondiali del 1974, con un 2-1 all’Olympiastadion di Monaco. I tedeschi evocano grandi gare del passato, ma anche cocenti sconfitte; chi non ricorda la mitica sgroppata di Nicola Berti, a Monaco, oltre 60 metri di corsa prima di mettere dentro il 2-0, duplicando il vantaggio nerazzurro di Aldo Serena. Era la Coppa Uefa della stagione 1988/89, quella dei record per intenderci, e l’Inter a Milano sottovalutò la tenacia teutonica, sotto forma dei gol di Wohlfarth, Augenthaler e Wegmann, tutti nel primo tempo, nell’arco di sette minuti. Inutile fu il gol di Serena e l’assalto del secondo tempo degli uomini del Trap. I tedeschi tennero botta e si qualificarono.
Inter e Bayern, storie comuni anche di campioni passati da queste due big d’Europa; basti pensare a Karl Heinz Rummenigge, 162 gol in 310 incontri nel Bayern e 24 gol in tre anni di Inter, dove collezionò 64 gettoni di presenze. Dopo di lui, Andreas Brehme e Lothar Matthäus, campionissimi indiscussi, capaci di incrementare il loro palmares sia in Germania quanto in Italia, tanto da rimanere nel cuore dei tifosi nerazzurri per la loro tenacia, la loro forza fisica e per i loro traccianti da fuori, autentici siluri che finivano le loro lunghe corse in fondo al sacco. Non ultimo Lucio che ha seguito in un certo senso le orme di questi due fenomeni del calcio teutonico, replicando all’Inter tutto quanto di buono fatto in Baviera.
Inter e Bayern, due squadre, due storie ricche di successi, ma di pochi incroci. A Madrid sarà il quinto della storia, e l’Inter non ha mai vinto contro i bavaresi in gara secca. Per la legge dei grandi numeri si è propensi a pensare alla vittoria nerazzurra, ma mettiamo da parte numeri e cabala, si tratta di una finale dall’esito incerto dove tutti i risultati possono venir fuori, tra due squadra, finalmente tornate al top d’Europa, laddove i club gloriosi, proprio come guidati da Massimo Moratti e Ulrich Hoeneß, si stagliano sovrani.
|di Alberto Casavecchia - Fonte: www.fcinternews.it| - articolo letto 166 volte


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