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2010-05-20

Juve, ecco chi prende il posto di Blanc. La vecchia Signora mi piace


Una volta ci si svenava per i calciatori, veri o finti fuoriclasse che fossero. Adesso si litiga per direttori sportivi, ma soprattutto per allenatori. E' il segno dei tempi. Ma quali tempi? Ossia: i presidenti hanno capito che conta più il lavoro della capacità dei singoli, oppure, non avendo soldi, la buttano sugli allenatori, che costano di meno? Votiamo per una via di mezzo: il calcio italiano, prigioniero di vincoli economici, si mette a pensare e cresce culturalmente. Quando mai, altrimenti, la Juve avrebbe preso Gigi Delneri, classico allenatore da campo e lavoratore della palla, anziché un tecnico elegante, con la erre moscia e la cravatta giusta? Conosco Gigi da una vita e lo stimo moltissimo. Ci siamo presentati in un ristorante romano: lui era libero e girava per la città con la signora al fianco e una macchina fotografica in mano. All'ora di cena entrò nella classica trattoria romana del centro, a un passo dal Messaggero. La frequentavo anch'io. Entrai in sala. La signora fece: oddio, il giornalista della televisione. Gigi si alzò in piedi e, così facendo, toccò il piatto dei gamberoni, che saltarono in aria: grigliati, ma quasi vivi. Ci mettemmo a ridere. Nella sua semplicità e ironia, è Gigi Delneri.
Gli auguriamo tutti i successi di questo mondo, ma siamo anche costretti a d avvisare il nuovo presidente della Juve e i nuovi dirigenti (non Marotta, che lo conosce bene e di cui vi dirò): dovrete modellare il mercato sul disegno tattico di Del Neri: quattro, quattro, due e niente altro. A Roma provò con le tre punte e capì che non era nelle sue corde e nel suo cuore. Quindi: terzini che spingono, centrali forti di testa, due centrocampisti di cui uno in grado di giocare la palla, esterni che sappiano arretrare e andare al cross, due attaccanti che si completino. Si può fare, ma bisogna crederci. In che? Nel progetto di questo signore, che fideisticamente si affida solo al suo lavoro. Marotta l'ho conosciuto tanti anni fa a Venezia. Era un giovane e, si capiva, brillante manager. Con una marcia in più, che doveva a simpatia, intelligenza e cultura. Abitava in un vecchio palazzo sull'acqua. L'appartamento era da rivista del genere. Mi lasciò le chiavi e rimasi a lavorare a casa sua. Si fidò. Lo rividi tempo dopo a Salisburgo per il festival della musica classica, entrambi piazzati davanti alla casa natale di Mozart. La musica era già quella giusta.
Marotta e Delneri hanno fatto coppia a Genova. Sanno loro e devono sapere a Torino, che niente nasce per caso e che i fiori spontanei sono una rarità. La Sampdoria viene da anni e anni di lavoro e di crescita graduale: Novellino, Mazzarri e infine Del Neri. I giocatori che ha trovato Gigi avevano già la cultura del lavoro e conoscenze tattiche. Quelli della Juve a che punto si trovano? E quanti di quelli di oggi ci saranno domani? E la società è disposta a spendere e ad aspettare?
E' vero che ora i dirigenti cercano gli allenatori più che i campioni. Ma hanno anche l'obbligo di sapere almeno una cosa: niente fretta. Ci assicura Antonello Angelini, noto giornalista juventino, che Blanc se ne sta andando per far posto a Romi Gay. Il tennis ritroverà un esperto. Il calcio, come sappiamo, è un'altra cosa.
|di Roberto Renga - Fonte: www.tuttomercatoweb.com| - articolo letto 146 volte


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