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2010-05-21

Milan-Ibra? Forse. L'unica stella per il salto di qualità però si chiama Berlusconi


"Farei la follia solo per un campione che faccia fare il salto di qualità alla squadra, uno come Ronaldo": la frase pronunciata dal Presidente Silvio Berlusconi a Villa Gernetto ha fatto eco in tutte le redazioni, tv, siti e giornali. E da lì, via a dividersi tra scettici e sognatori, tra chi ha ancora in mente il "telefonerò a Kakà lunedì" e chi invece ben ricorda tutti gli acquisti dei 24 anni di Presidenza: Berlusconi intanto torna a far parlare di sè come numero 1 rossonero ed un obiettivo è già raggiunto. Per quanto riguarda l'identikit tecnico, il panorama non è ampissimo: cercando in Europa, l'unico nome potrebbe essere quello di Zlatan Ibrahimovic, uno scenario a cui già qualche settimana fa da queste pagine si faceva riferimento. Gli spifferi già c'erano e l'acquisto di Villa per il Barça non fa che amplificarli: se ne riparlerà, forse, ma la questione importante poi forse non è davvero quella. Un colpo "grosso" può aumentare la competitività del Milan sulla carta, perchè avere Ibrahimovic o chi per lui al posto di Huntelaar è uno step non indifferente: resterebbero però tanti altri interventi minori da effettuare, ma imprescindibili. Terzino, centrale, centrocampista: il rischio è quello di tornare a spendere cifre importanti inutilmente, come acquistare una Lamborghini, ma con le ruote squarciate ed illudersi che abbia ugualmente prestazioni da fuoriserie. Il salto di qualità, più che un grande campione allora, può farlo fare solo un riavvicinamento del Presidente Berlusconi: occorre maggior interesse più che nuovi investimenti economici, chiarezza e sincerità per riportare nel gregge le pecorelle smarrite che hanno applaudito la contestazione (civile e sensata, ma forse un po' troppo vistosa) della Curva Sud. Che il Presidente si sieda al tavolino e scelga le linee guida a cui attenersi, in maniera scrupolosa: basta parlare di giovani (per la prima squadra) e poi acquistare trentenni bolliti, giustamente criticati dal Cavaliere in prima persona, ma con interventi ormai tardivi quanto sterili. Silvio Berlusconi deve tornare a fare il Presidente del Milan perchè è il secondo Presidente più titolato della storia del calcio, il numero 1 di quello moderno: non teme rivali, tantomeno da antagonisti che solo oggi, dopo decenni di fallimenti, sperano di sollevare una Coppa già passata per le sue mani cinque volte (e sfuggita tre). La scelta dell'allenatore sarà importante: non tanto per una valutazione tattica, perchè forse a quel punto è lecito che ognuno abbia i suoi gusti e le sue simpatie, quanto per l'aspetto simbolico. Che sia Berlusconi e solo Berlusconi a decidere il nome: Donadoni, Galli, Costacurta, Allegri o chi gli pare, a patto che dopo non lo definisca "testone", disconoscendone le scelte. Se questo è ancora il Milan di Silvio Berlusconi, oggi o forse mai più è il momento di tornare a dimostrarlo: il malumore dei tifosi dimostra che nel calcio (assolutamente ingiustamente) la gratitudine non esiste, ma gran parte del pubblico rossonero parla per affetto, da una posizione di vizio concessa dallo stesso Presidente. Basta parlare di "prime tre posizioni" e di "qualificazione raggiunta": buon discorso da Fiorentina, non da Milan di Berlusconi. Un maestro della comunicazione e dell'immagine, il simbolo vivente dell'idea di "successo" non può permettere tutto questo. "L'amore non è bello... Ci vediamo a Milanello" ha scritto la Sud: che il 20 luglio a Carnago, si riuniscano tutte le componenti del mondo Milan, pronte a remare nella stessa direzione. I tifosi, che devono portare maggior rispetto e gratitudine a chi ha permesso che la loro vita continuasse ad essere a tinte rossonere. I giocatori ed il nuovo allenatore, con impegno, fierezza ed idee chiare. Il Presidente, con la voglia di tornare ad onorare quelle parole, scritte all'indomani del primo successo intercontinentale della sua storia: "Domani sogneremo altri traguardi, inventeremo altre sfide, cercheremo altre vittorie. Che valgano a realizzare ciò che di buono, di forte, di vero c'è in noi, in tutti noi che abbiamo avuto questa avventura di intrecciare la nostra vita a un sogno che si chiama Milan". E che così sia.
|di Francesco Letizia - Fonte: www.tuttomercatoweb.com| - articolo letto 331 volte


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