Lunga intervista sul Corriere Fiorentino a firma Andrea Di Caro con Stevan Jovetic che dal Canada parla a tutto tondo. Queste le battute più significative:
Jovetic, partiamo dalla stretta attualità: l’addio di Prandelli.
«Il mister ancora non ci ha detto nulla. Finché starà con noi, ne saremo felici. Se andrà in Nazionale, gli faremo in bocca al lupo. Certi che farà bene anche come Ct».
Perché non glielo abbiamo chiesto?
«Anche i più anziani hanno soggezione di Prandelli, figurarsi il gruppo qui in Canada che è pieno di giovanissimi. Nessuno può permettersi di andare dal mister a chiedere cosa voglia fare. Io credo sia sempre giusto mantenere una certa distanza. Non bisogna essere amici del tecnico».
Firenze non si rassegna all’idea che Prandelli vada via.
«Anche Mourinho, che pure ha vinto tutto, lascerà l’Inter. Succede. Prandelli ha fatto benissimo, la gente lo ama. Merita tanto affetto. Ma nella vita si prendono decisioni. Nel calcio tutto è a tempo. Capita di cambiare: un giorno sei qui, un altro lì».
Quanto ti ha insegnato Prandelli in questi due anni?
«Tanto, soprattutto a livello tattico. Se oggi sono un giocatore più completo, lo devo a lui».
Ti sei mai arrabbiato per qualche sua scelta?
«Certo e non ho difficoltà a dirlo. Il primo anno speravo di giocare di più e invece venivo impiegato poco, mi dispiaceva, ma non ho mai fatto casino».
Corvino sta cercando un nuovo tecnico. C’è ne è uno che quest’anno ti ha colpito di più?
«Ci sono tanti tecnici preparati, ma Mihajlovic ha fatto davvero molto bene col Catania. Dovessi scegliere, direi lui, e non perché è serbo. Ma perché è bravo».
Con lui, te, Ljajic e Seferovic si formerebbe una colonia slava, potremmo chiamarla Fiorentinavic.
«Non avremmo problemi di lingua. Sono sicuro che mi troverei bene».
In Champions hai dimostrato di essere già al livello dei grandi campioni. Sogni in futuro una maglia prestigiosa come quella del Real o del Barcellona?
«Tutti sognano certe maglie. Ma c’è tempo. Ora voglio fare bene a Firenze. Gli stimoli a me non mancano. Sono felice di essere qui, mi fido della società, voglio riportare la Fiorentina in Champions e rigiocare la coppa con la maglia viola. Le sfide europee di quest’anno non le dimenticherò mai».
Sarà il tuo terzo anno in viola. La società punta forte su di te.
«Una responsabilità in più. Che non mi spaventa. Già quest’anno stavo andando bene, prima degli infortuni. Il prossimo anno andrò ancora meglio».
Obiettivi?
«Fare più gol e più assist. Ma non do i numeri. E non pongo limiti».
Corvino è stato chiaro: se non si gioca col tridente, sarà Mutu a partire. Pronto a raccogliere la sua eredità?
«Io vorrei che rimanesse. Ha avuto molti problemi quest’anno, ma resta un fuoriclasse. Possiamo giocare insieme io, lui e Gila: basta un po’ di sacrificio».
Sei migliorato molto anche a livello fisico.
«Sì, la palestra è servita. Ora buttarmi giù non è semplice».
Forse però devi acquisire ancora un po' cattiveria. Quella che impedisce a qualche compagno di scipparti i rigori.
"Mi sono arrabbiato molto in tutte e due le occasioni, primo perché volevo far gol io e poi perché mi hanno scansato dal dischetto senza troppi complimenti. Spero non succeda più. E comunque in futuro se sarò il prescelto, i rigori li batterò io". |di Simone Bargellini - Fonte: www.violanews.com| - articolo letto 687 volte