Due settimane fa, sempre di lunedì, stavamo ad elogiare la bella prestazione di Torino, punto d’oro, per come maturato.
Una partita molto simile, nello svolgimento, a quella di ieri al San Paolo: Catania che nella prima frazione ben figura al cospetto degli avversari e del pubblico di casa, ma che va sotto di un gol a fine primo tempo. Da Malonga a Zalayeta.
Nella città della Mole, il Catania gioca (per altro in 10, ndr) un gran secondo tempo e pareggia con gol di Martinez.
Nessun artificio o particolare fortuna,solo una gran voglia, di combattere, una squadra con il coltello fra i denti, e, usando una metafora “Stalloniana” con gli occhi della tigre.
Quelli sono mancati ieri, alla squadra di Baldini, nello stadio che fu di Maradona.
Mancata reazione, mancato gioco, mancato tutto.
Individuiamone i possibili motivi.
Un Catania vuoto sia a livello psicologico, ma anche fisico e tattico.
Baldini è un predicatore della cattiveria agonistica; Davide Baiocco leader e capitano di questa squadra, è solito tirare fuori l’anima, a sé e a suoi compagni, in situazioni di svantaggio del genere.
Non è stato così; l’ex-perugino “sbranato” da Gargano e Blasi, i quali senza difficoltà ringhiavano sul nostro capitano, inerme e sostituito.
Da notare anche la staticità totale della manovra, la prevedibilità e banalità del gioco.
Il cambio di modulo, dal 4-3-3 al 4-2-3-1, non ha dato i suoi frutti, e tra centrocampo e attacco si creato un enorme vuoto.
Differentemente alla partita di Torino, dove la camaleonticità tattica, è stata l’arma in più che ha sorpreso i granata: la squadra è mutata più volte, intorno ad un unico punto fermo, Mark Edusei.
Il ghanese ha un ruolo chiave nelle alchimie tattiche di Baldini, il suo lavoro di raccordo e ricamo tra difesa e attacco è imprescindibile per entrambe le fasi.
Nel secondo tempo del San Paolo, la sua prestazione scialba si è fatta sentire…
Lento e molle nei contrasti, pasticcione nell’impostare il gioco.
Il valore del Michael Essien di casa nostra lo conosciamo bene, e contiamo di riapprezzare prestissimo il leone con la maglia numero 4 visto a Torino, feroce, instancabile, coraggioso.
Il derby si avvicina, l’adrenalina sale…i dolci cuori rossazzurri già fremono per domenica.
Desideri, speranze, sogni, rivincite, emozioni, suggestioni: un derby è questo; massima fiducia nei ragazzi, nell’allenatore, nella società, nel Catania tutto.
Il Catania che conosciamo, quello vero, a Napoli non c’era; sappiamo che verrà fuori, di nuovo, imperioso, già da domenica…perché quando il gioco si fa duro, i duri iniziano a giocare…|di Damiano Damico - Fonte: www.mondocatania.com|. - articolo letto 103 volte