Gara attesa da mesi, anni, ventiquattro in totale.
20.000 spettatori, forse più, una festa grande, enorme, perché il Catania suscita gioia, passione, amore. Le difficoltà scompaiono, almeno per due ore, ci si dedica solo ad un pallone e a ventidue ragazzi, nonché all’arbitro, spesso protagonista, più in negativo che in positivo.
Ne è un esempio lampante oggi, Rocchi, miglior arbitro in circolazione, non è stato all’altezza: rigore quantomeno dubbio, goal di Spinesi in fuorigioco, seppur millimetrico, cartellini dati a casaccio, chiedere a Vargas per l’entrata di Nocerino su di lui: era rosso, neanche ammonito.
Dettagli, non è una battuta. Sarebbe inutile, assurdo, nocivo per se stessi, noi stessi, parlare dell’arbitro. L’attenzione va altrove, alla squadra, ad undici ragazzi straordinari, insostituibili, nel cuore così come nella grinta, passando per le qualità tecniche, non indifferenti.
Si parlava di “gap”, di “divario incolmabile” tra Catania e Juventus: forse sì, al contrario di quanto si pensasse, ovvero a parti invertite con i rossazzurri a comporre la “grande” e con i bianconeri “matricola di provincia”.
Sarà per il gioco, sarà anche per gli uomini. Paragoni possibili, prendiamo la nazionale, partendo dalla difesa: Chiellini e Legrottaglie, convocati da Donadoni, opposti a Terlizzi e Stovini, fuori dal giro. Eppure per un “ignorante” le parti si invertirebbero, perché quelli rossazzurri sono, ad oggi, i migliori centrali del campionato, almeno come coppia. Sarà pregiudizio, saranno gli occhi chiusi, ma al c.t. azzurro questi andrebbero aperti, aldilà dei nomi, del club di appartenenze e dell’età, per il bene dell’Italia, per quello, indirettamente, di Catania.
Altro paragone: Del Piero – Mascara. Giocatori simili, veloci, precisi e abili nel dribbling. L’uno a giocarsi gli europei, l’altro guarderà comodamente le gare seduto in tv. Eppure oggi, ancora una volta, le parti erano opposte rispetto alle previsioni.
Tre etnei presi in considerazione che vogliono, nelle intenzioni del sottoscritto, rappresentarne undici: andrebbero nominati uno per uno, per elogiarli, senza critiche né a loro e né a chi li ha schierati, Baldini, puntuale nelle scelte d’inizio gara così come in quelle prese in corsa, senza errori. Da Colucci al ritrovato Silvestri, passando per Vargas e l’acciaccato Martinez, il primo già nel mercato, il secondo in fase continua e rapida di crescita.
E infine lui, il più bersagliato dalla critica locale, colui che di gioie al Catania ne ha regalate tante, importanti, non ultima quella di stasera: Spinesi.
Lo avevamo visto in progresso, in allenamento. Era il 7 gennaio, si parlava della voglia di vincere, scrivevamo: “E se i rossazzurri a questo riuscissero ad unire uno Spinesi ritrovato, tutto cambierebbe, e i presupposti ci sono: gol in amichevole e impegno massimo sono stati ciò che del numero 24 etneo è emerso da quel di Massannunziata, in un cammino difficile ma proficuo”.
Sembrerebbe una profezia, è realtà. Speriamo duri per sempre, intanto fino al termine della stagione.
Che dire più? Grazie Ragazzi!|di Fabio Alibrio - Fonte: www.mondocatania.com|. - articolo letto 96 volte