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2008-01-29

Conosciamo Silvestre


Classe 1984, Quarto figlio di una famiglia benestante di Mercedes, a differenza dei fratelli preferisce il Calcio ai libri, pur ultimando le scuole di secondo grado: “Il calcio mi è sempre piaciuto, fin da quando ho mosso i primi passi. Già a quel tempo, la cosa più importante, per me, era giocare a calcio con i miei amici”. Già ad 8 anni entra nel “Club Mercedes”, società giovanile della sua città di nascita, e nel 1997 si incontra con Ramon Maddoni, l’uomo che cambierà da lì a poco la sua vita: “Ramon venne a Mercedes con gli Argentinos per disputare un’amichevole, ed anche se perdemmo 8-0, dopo la partita mi cercò, mi fermò e mi chiese se, nel futuro, mi sarebbe piaciuto, nel futuro, giocare con il Boca, che da là a poco sarebbe andato ad allenare. Io mi entusiasmai, la mia famiglia mi appoggiò, e per allenarmi insieme a lui inizia a fare per due volte a settimana i 100km che mi dividevano dal campo d’allenamento. Nel 1997 iniziò a giocare con la selezione giovanile allenata da Ramon, che da un centrale di centrocampo lo trasformò in un centrale di difesa. L’anno seguente fu promosso in Primavera, una stagione difficile: “Lì iniziarono i problemi, crebbi di colpo a livello fisico, e soffrii moltissimi dolori che mi costrinsero a saltare tutta l’annata. Nel 1999 e nel 2000 fui messo fuori squadra sia per ragioni tecniche che poi per una lesione al menisco capitatami proprio qualche giorno prima delle convocazioni. È qua che vien fuori il grande cuore di Silvestre, ripartì dalla sesta formazione, guidato da Helber Mastrangelo, che gli mise il numero 5 titolare senza fargli saltare nemmeno una partita di tutto il campionato: “Rischiò dandomi quella maglia, ed è un gesto che non dimenticherò mai. Uno dei tecnici che più mi ha insegnato e segnato nella mia vita. Se oggi posso definirmi un centrale con buona prestanza fisica, una tecnica accettabile ed un buon gioco aereo, lo devo soprattutto a lui. Da qui in poi solo soddisfazioni per lui, perfino Maradona, dopo un’amichevole col Brasile, incontrandolo in Hotel gli chiese la maglia dicendogli “hai fatto una grande partita”. A 17 anni, il suo debutto col Boca porta la data del 23 Marzo 2003, vittoria contro il Lanus alla Bombonera, giocò come centrocampista centrale, e la stampa lo classificò con un 7. Nel 2004 un altro infortunio gli impedì un impiego costante da titolare, nonostante tutto inanello 19 presenze ed una rete. La svolta decisiva della carriera avviene nel 2005, quando sulla panchina del Boca siede “El Chino” Benitez, che dal centrocampo, lo riscopre da centrale difensivo nelle ultime due partite dell’apertura, gioca con la maglia numero 22. “Tra i due ruoli c’è una visione del gioco ben distinta - dice Silvestre - A centrocampo si è sempre in contatto con la palla e si partecipa molto di più al gioco. Invece, in difesa, si entra nel gioco solo quando devi chiudere sull’attaccante, però non ti è concesso sbagliare, perché ogni errore è un goal. Ad ogni modo, in qualsiasi ruolo giochi a me interessa ottenere continuità come titolare, in modo da potermi abituare alla posizione da presidiare in campo. In cinque stagioni tra i professionisti, 63 presenze in campionato, 20 in Coppa, 6 reti. Col Boca vince 2 tornei di Apertura, Una Clausura, 2 Copa Sudamerica, 2 Recopa Sudamerica ed Una Libertadores, laureandosi già quest’anno vice Campione del Mondo, nella finale disputata contro il Milan. Tre milioni di dollari per approdare al Catania, circa 2mln di euro, la cifra più pagata di sempre dal Catania, per chiudere la trattativa con un giocatore. Il Boca se ne priva non senza remore, ma l’arrivo di Caceres, difensore paraguayano, avrebbe limitato fin troppo le chance di Silvestre per una maglia da titolare, alla bravura spesso prevale la gerarchia, ed il giocatore ha premuto sull’acceleratore per concludere la trattativa già avviata a Giugno. È per Baldini una pedina poliedrica, da poter impiegare tanto in difesa, come centrale, che a centrocampo, il ruolo col quale Silvestre è calcisticamente nato e cresciuto, quello che oggi, al Catania, vede Edusei come unico primario senza assistenti. L’argentino, infatti, è un prezioso baluardo anche in mediana, da dove spesso si concede anche qualche proiezione offensiva. Arriva in prestito con diritto di riscatto dell’intero cartellino|di Marco Di Mauro - Fonte: www.mondocatania.com|. - articolo letto 84 volte


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