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2008-01-31

"Mori" finale


Ancora, sempre più, nella storia. E’ semifinale, sofferta sì ma meritata, senza dubbio alcuno. 180 minuti da crepacuore, chiedere a Baldini, colto da un leggero malore a pochi istanti dal termine. Niente di grave, ci mancherebbe. Calcio spettacolo doveva essere, così è stato. E’ nella filosofia di Baldini, ancor più in quella di Marino: quel che conta è segnare, a tutti i costi, senza far previsioni, non azzardando alcuna ipotesi con calcoli matematici. A dimostrarlo è l’Udinese, subito, appena al primo minuto. Calcio d’angolo, confusione in area, Pepe c’è, la butta dentro e fa 1-0. Scende il “gelo” sul Massimino, virgolette necessarie per la contraddizione con la straordinaria giornata, non solo calcistica, di oggi a Catania: sole e caldo, tempo primaverile. Nonostante lo svantaggio gli etnei reagiscono, lottano, a far capire che la prestazione vista contro il Parma è solo un brutto ricordo, passato, da restare tale almeno per tutta la durata del match. Tiri in porta, azioni pericolose, discese straordinarie, Sardo su tutti, sono la prefazione di ciò che avverrà fino al novantesimo: l’assedio rossazzurro. Fino al gol, quello del pareggio: Mascara viene atterrato da Lukovic, Tagliavento fischia, è rigore. Si prepara Spinesi, botta potente e precisa, imprendibile per Chimenti. E’ 1-1, si va all’intervallo. Ripresa fotocopia della prima frazione di gioco, forse con ancor più determinazione, necessaria per battere un’Udinese spesso fortunata, soprattutto nella propria area di rigore. Prima Spinesi fallisce da pochi passi, poi Mascara conclude sul fondo dopo aver saltato anche il portiere e infine lo stesso numero 24 etneo calcia fuori la più limpida delle palle gol, a meno di dieci minuti dal termine. Ed ecco la mossa, Baldini decide che è tempo di cambiare, dare nuove energie, rinvigorire e ringiovanire l’attacco: dentro Morimoto. Di minuti dal suo ingresso in campo ne passano cinque, forse otto, poco importa. E’ lui a metterci il piede, a realizzare il gol qualificazione, quello della vittoria. Il Massimino esplode, tutti esultano, stanchi della sfiga. Riaffiora intanto quel pensiero di un anno fa, proprio a gennaio, di quel piccolo, d’età e fisico, ma grande lottatore che segnò a Bergamo il gol di un 1-1 insperato, frutto di una gara mal giocata. Quelle mani nei capelli oggi non c’erano, perché Morimoto pian piano si rende conto, e Catania insieme a lui, delle grosse potenzialità da sfruttare, al meglio, con l’aiuto di tutti. Così come a Parma, decisivo con una rete strepitosa, ancora un pareggio, 2-2, quest’anno alla prima di campionato. E oggi un altro ricordo si fissa nel pensiero, anche questo da cancellare, di un italiano, linguaggio s’intende, ancora assente, non parlato e a volte neanche capito, frutto di interviste post gara da comiche. Bello così. Un giorno, meglio dire una serata, di gioia, divertimento e risate; poi di nuovo al lavoro, il campionato attende, il Genoa è alle porte. Con la Coppa Italia ci si ritroverà ad Aprile, il 16, contro la Roma. Per vincere, crederci, senza fissazioni e pretese inutili. L’obiettivo raggiunto è già tanto, non troppo, mai accontentarsi|di Fabio Alibrio - Fonte: www.mondocatania.com|. - articolo letto 90 volte


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