Un’altra, è arrivata.
E sono cinque le sconfitte consecutive in terra ospite, una dopo l’altra, alcune simili tra di loro, qualcuna diversa, come oggi, contro il Genoa.
Si poteva fare di più, pareggiare sicuramente, vincere anche, gambe e testa c’erano, a gravare sul Catania è stata la deconcentrazione, frutto di errori grossolani ma gravi, decisivi, fondamentali.
Già dal primo gol, nel primo tempo: Borriello anticipa Terlizzi, poi conclude, Polito respinge, c’è Danilo, rete. Difensore etneo in amnesia, un intervento mancato che condizionerà la gara, tutta, la sua più che quella della squadra, buona nel complesso.
Un tempo, il primo, regalato però al Genoa, da salvare solo l’inizio, buono, più per demeriti degli avversari che per l’impegno dei rossazzurri, addormentati o quasi, mai capaci di rendersi pericolosi e superare il centrocampo, senza tuttavia soffrire più di tanto gli avversari, bravi questi a gestire il risultato, ingannati nella ripresa da un colpo di testa di Bovo finito alle spalle di Scarpi per uno sfortunato autogol.
Ma di fortuna non è che il Catania ne abbia avuta tanta, per altri punti di vista: gli arbitri con poca esperienza sembrano non amare gli etnei, prima Celi, oggi Velotto, casualità, non si dubita, ma dà fastidio perdere così, per episodi simili valutati in modo differente, alla faccia dell’uniformità di giudizio.
Terlizzi, sempre lui, colpisce di mano, è rigore, giusto. Prima è il Genoa a prendere palla con il braccio, tutto regolare, pazienza, ci si lamenta, nulla cambia, solo il rischio di prendere ancora cartellini, diffide e squalifiche. Contro l’Inter il giudice sportivo, però, non potrà squalificare nessuno, tutti gli ammoniti non erano in diffida.
E poi, ancora, tornando a Velotto, Morimoto si gira, colpito in area, prosegue, non riesce, cade, niente. Due rigori negati, peccato, poteva essere un’altra storia.
In realtà, la gara è stata diversa, innovativa, importante. Napoli e Roma sono brutti ricordi, la squadra senza anima non c’è più. Sarà la semifinale ottenuta, sarà la maturazione, ma il Catania di oggi è quello che vorremmo vedere sempre, in trasferta, ancor più in casa. Quello del secondo tempo, del “non si molla”, ad ogni costo, perché sarebbe un peccato rovinarsi alla fine.
La classifica parla, mai abbassare la guardia, un solco di quattro punti c’è con il Napoli, squadra immediatamente sopra i rossazzurri.
Baldini è sereno, noi con lui. In attesa di Alvarez e Silvestre, giovani di belle speranze ma già affermati e costati tanto, cinque milioni in due|di Fabio Alibrio - Fonte: www.mondocatania.com|. - articolo letto 157 volte