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2008-02-26

Uno contro Uno: Polito Vs Kalac


Una gara importante, fondamentale, da definire quasi con un essenziale che sa di salvezza da un lato, quello rossazzurro, e Champions dall’altro, sfonda rossonera. Due squadre che si fronteggeranno a viso aperto, un pari servirebbe poco ad entrambe, meglio vincere, rischiare, osare. Quando si prova a portare a casa l’intera posta in palio, spesso c’è un ruolo, il più difficile, che diventa quello più decisivo: il portiere. Se sbaglia l’attaccante fa niente o poco, è facile rifarsi, basta un’altra azione; se a commettere l’errore diventa l’estremo difensore tutto è più difficile, bisogna recuperare, il morale va però giù, facile prendere altri gol, con conseguente influsso sulla partita in corso e su quelle che verranno, motivo condizionamento di uno sbaglio già fatto e possibile a ripetersi. Onore e onere quello di giocare in porta, toccherà a Kalac e Polito mercoledì, senza dubbio, le alternative non ci sono, anzi sì, non valide, almeno così le giudicano i rispettivi allenatori, Ancelotti per il Milan e Baldini per il Catania. Due estremi difensori che si sono ben disimpegnati finora, spesso reputati non di categoria. Loro, con umiltà e tante panchine, si sono impegnati ed ora sono diventati i veri protagonisti delle squadre di appartenenza, Kalac in primis, Polito a seguire. Per conoscerli meglio è necessario sapere un po’ di storia, la loro, dalle origini partendo dal portiere etneo. Ciro Polito, napoletano doc, nasce nell’Aprile del ’79. Non ancora ventenne approda alla Salernitana, in Serie B, non trovando spazio e preferendo tornare indietro, alla C2, nel Rimini: ventinove presenze, quattordici reti subite, un’annata da ricordare, un po’ meno quella seguente, stessa serie al Mantova, meno partite disputate, dodici, più gol incassati, tredici. Nonostante questo a Gennaio il salto in C1 con la Lucchese, ma il mister lo vede esclusivamente da buon secondo, soltanto cinque apparizioni. Seguono le due stagioni all’Avellino, club nel quale, pur non avendo giocato molto, ha la sua consacrazione. Ventidue partite in due anni, quindici reti subite. Da lì in avanti il miglior portiere della C1, prima a Pistoia, poi ad Acireale. Ben cinquantanove gettoni di presenza in due campionati. Arriva quindi il passaggio al Catania, in serie B. Pantanelli lo copre, più esperienza e completezza. Resta nella città etnea per quasi tre anni, giocando pochissimo, nonostante in allenamento i miglioramenti fossero notevoli. A Gennaio 2007 la possibilità di tornare in B, in prestito e da titolare. Polito accetta l’offerta del Pescara, disputando al meglio le diciassette partite giocate, subendo tuttavia venticinque reti. Colpa del reparto difensivo più che sua. Le ottime prestazioni, anche con squadre importanti come la Juventus, convincono Lo Monaco a tenerlo, acquistando un altro compagno di reparto pari livello e con il quale giocarsi, partita dopo partita, il posto da titolare. Zeljko Kalac, classe ’72, australiano. Cresciuto con l’approdo in europa, campionato olandese nello specifico, è arrivato nel Milan come secondo di Dida. Le prestazioni davvero poco convincenti del portiere brasiliano hanno convinto mister Ancelotti a puntare su di lui già prima di metà campionato, partendo proprio dal periodo degli ottavi di finale di Coppa Italia, quando il Catania trafisse, tra andata e ritorno, più volte la sua porta, “Vargas docet”. Kalac, alto 202 cm per poco meno di 100 Kg, conta diverse apparizioni con la nazionale australiana, ben 54, nelle quali ha subito una media gol a partita inferiore all’unità, 41 nel complesso. Prima che con il Milan, sempre in Italia, ha giocato da titolare con il Perugia dove, dal 2002 al 2005, è sceso in campo in ben 80 occasioni, nelle quali ha incassato poco più di una rete ogni due partite, totale uguale a quello in nazionale meno uno, 40. Kalac è stato spesso definito portiere pararigori, vuoi per l’elevata statura, importante in tutto, vuoi anche per doti naturali d’istinto e fortuna, anche quest’ultima essenziale. Anche Polito si è fatto apprezzare in questi ultimi anni per le sue prodezze sui penalty, da ricordare quello parato a Del Piero lo scorso anno, in serie B, quando era in prestito al Pescara. Il numero 16 etneo deve ancora acquistare più sicurezza sia tra i pali che in uscita sui cross alti, in compenso mostra più temperamento e aggressività rispetto a Kalac, riuscendo spesso a spronare i compagni di difesa e non solo|di Fabio Alibrio - Fonte: www.mondocatania.com|. Le pagelle riepilogative dei due calciatori le trovate sul sito di mondocatania. - articolo letto 165 volte


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