Vittoria doveva essere, vittoria è stata.
Tre punti che dir fondamentali ne sminuisce il valore. Che danno fiato, che fan respirare, restando con i piedi per terra, per lottare, sempre, al massimo delle possibilità.
Ordinato, schiacciante, concreto. Il Catania di oggi si può sintetizzare così.
ORDINATO
Disposizione tattica perfetta, 4-4-2 mobile, trasformatosi in 4-3-3 o 4-4-1-1in apertura e 4-5-1 dopo, a risultato acquisito, o quasi. E di coraggio Zenga, all’esordio su una panchina di Serie A, ne ha avuto tanto: in settimana, dagli allenamenti all’amichevole del giovedì contro il Noto, sembrava si andasse verso la conferma di quel che aveva fatto e schierato Baldini. E invece tutto cambia, dalla difesa con l’inserimento di Terlizzi al posto di Silvestre, all’attacco, inedito il duo Colucci – Spinesi causa la squalifica di Mascara, passando per il centrocampo, con Edusei a giocare davanti alla difesa e Vargas a far a tratti, soprattutto nella prima fase, l’attaccante, riproponendo il tridente. Un ordine che dà sicurezza all’intera squadra.
SCHIACCIANTE
Sul piano tattico in primis. Il primo tempo il Napoli di palloni ne tocca tanti, inutilmente, rendendosi raramente pericoloso. Schiacciante il Catania sulle motivazioni, frementi di mettersi in mostra e di portare a casa l’intera posta in palio; al contrario di quelle campane, davvero poche, un campionato che per la squadra di Reja ha da dire molto poco: salvezza acquisita, qualificazione alle Coppe Europee irraggiungibile. Perche giocare? Forse per accontentare il presidente che, ad inizio stagione, chiedeva il decimo posto. E francamente le motivazioni rossazzurre appaiono molto superiori. Schiaccianti gli etnei anche nelle individualità: Colucci, Vargas, Izco e Stovini fanno sognare i tifosi, le giocate difficili diventano semplici, quasi elementari. Dall’altro lato è il solo Lavezzi a rendersi pericoloso, o per meglio dire, ad impressionare in positivo il pubblico.
CONCRETO
Cinicità, concretezza, finalmente. L’elemento mancato fino ad oggi, quello che contro il Torino costò la sconfitta, perché, parliamoci chiaro, anche lì il Catania surclassò gli avversari. Si comincia come meglio non si potrebbe, Colucci su punizione mette dentro da posizione semi impossibile; bravura, forse anche fortuna, va bene così, ogni tanto deve anche girare. Alla seconda vera opportunità è raddoppio, Spinesi fa il suo secondo goal su azione in altrettante partite: un appoggio semplice, decisivo, voluto da Sardo, liberatosi quest’ultimo dell’avversario alla grande, stop di petto a seguire e cavalcata sulla fascia da otto in pagella. E poi, ancora, Vargas,nella ripresa: primo tiro respinto, sul secondo nessuno può niente, è un gran goal, utile a far salire ancora di più le quotazioni del peruviano. Sul fronte napoletano è l’opposto, una traversa, seppur fortunosa, di Savini, poi due pali, potevano essere altrettante reti.
Vada dato merito a Zenga, bravo a dare l’interpretazione giusta alla gara e ad unire sempre più il gruppo. Dal punto di vista tattico gli vengano fatti i complimenti, senza dimenticare il lavoro di chi lo ha preceduto.
Un plauso anche al pubblico, un’accoglienza migliore al tecnico non poteva essere riservato. Dal primo al novantesimo, post partita compreso. |di Fabio Alibrio - Fonte: www.mondocatania.com|. - articolo letto 158 volte