Eccoti Sorriso, confortante amico dei momenti difficili, ti rivediamo all’ombra del Vulcano.
In un pomeriggio di Aprile, illuminato dal sole, e trasportato dal vento, riecco il Catania che conosciamo, vivo, bello, vincente!
Sì, son sempre loro, quelli che qualcuno gridava “senza attributi”, quelli della semifinale di Coppa Italia, i “mercenari”, gli stessi del derby vinto per 3-1.
Bastava solo riunirli un po’, incutergli un po’ di fiducia, metterli in campo bene.
Walter Zenga nella sua prima apparizione ha fatto il suo, completando il lavoro degli ultimi tempi, di un Baldini poco lucido, poco tranquillo, ma non incompetente.
Ecco un primo passo utile verso l’obiettivo ancora lontano, ecco una lieta iniezione di buon umore. Ci voleva, l’ambiente scottava tanto, troppo.
Meglio restare concentrati senza camminare sui carboni ardenti.
Fiducia come detto, ma anche un assetto tattico nuovo di zecca, che ha sorpreso oltre Reja ed il suo Napoli, gran parte dei tifosi.
“Quattroquattrodue”, un Catania con un abito diverso e con una nuova filosofia.
Squadra attendista, poco possesso palla, reparti corti, e veloci incursioni che aggrediscono gli spazi.
Già ieri si è visto di meno il tip-tap Baldiniano(specie in casa), l’azione che coinvolgeva tutta la squadra, alla ricerca del pertugio dove attaccare. Non si fa più cosi.
Le nuove “armi” del Catania sono gli esterni, quel diavolo di un Vargas a sinistra, e Sardo a destra, coperti ed appoggiati rispettivamente da Sabato e Izco.
Poi c’è quell’”uno” dietro Spinesi, che può essere davvero protagonista.
Ieri è toccato a Peppe Colucci, che prima del risentimento ha avuto l’occasione di esultare per la prima volta nella bolgia del Massimino.
A Palermo, nel prossimo derby di sabato, vedremo probabilmente l’altro Peppe, Mascara, ad agire dietro il centravanti, con lo spostamento di Colucci sulla linea dei centrocampisti; sarà da valutare se il fantasista di Foggia agirà da centrale o da esterno destro.
Chi vivrà vedrà.
Intanto andiamo a Palermo forti di un sorriso e una carica ritrovati, a giocarci un derby al cardiopalmo.
Perché il derby non è mai una partita come le altre; e un derby in questo periodo, a sei giornate dalla fine, in piena corsa salvezza, non può essere un derby “normale”.
Apprestiamoci a venir travolti da una girandola di emozioni, che solo un Palermo-Catania che può dare, quelle sensazioni fatte di calore, passione, sano e compiaciuto scherno, “sicilianità” doc.
E come le tragedie greche di Atene e Sparta, di popoli che non ci sono più e che tanto hanno dato alla storia, sarà il tramonto del monte Pellegrino a far da teatro all’epica sfida.
Rossazzurri contro rosanero, poesia per i cuori dolci di chi sa sognare con e per un pallone. |di Dario Damio - Fonte: www.mondocatania.com|. - articolo letto 154 volte