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2008-04-11

Lippi: "Non sono venuto al San Paolo altrimenti tutti pensavano che avrei sostituito Reja"


Buon compleanno al ct campione del mondo in carica. I primi sessant'anni di Marcello Lippi, tanti successi con le squadre di club e la notte magica di Berlino, indimenticabile. Ricordi, sensazioni, apriamo il libro.
«Molti pensano che i grandi successi che ho riportato alla guida della Juve e della Nazionale occupino la mia mente, certo dal punto di vista tecnico e delle emozioni è così ma ho sempre vivi nei miei ricordi gli scalini che ho salito, passo dopo passo, dovunque sia stato ad allenare».
A cominciare da dove?
«Da Genova, da allenatore della primavera della Sampdoria, il primo scalino, il più importante».
E poi tanti altri pioli di una scala infinita.
«Certo: la salvezza - riferisce a "Il Mattino" - con il Cesena, il sesto posto alla guida dell'Atalanta, la zona Uefa conquistata con il Napoli, per me hanno costituito la conquista degli scudetti dell'esperienza, così ho riempito la mia valigia di nozioni utili che mi hanno consentito di approdare ad una grande squadra come la Juve».
Dai tuoi campioni del mondo ti stanno arrivando messaggi particolari di auguri. Buffon ha detto che oltre che un tecnico serio e competente sei una persona speciale.
«Questi attestati di stima e di affetto mi gratificano enormemente, costituiscono l'ufficialità attraverso le dichiarazioni rilasciate ai giornali, ma io sono in contatto continuo con i miei campioni del mondo perché l'affetto è reciproco».
Guardando dietro c'è qualche rimpianto?
«Dopo tutto quello che ho ricevuto di bello dal calcio, dopo le tante emozioni positive che ho vissuto, rimpiangere qualcosa non sarebbe giusto, ho avuto la fortuna di vivere una carriera gratificante al massimo sotto tutti i punti di vista».
A voler essere proprio pignoli non è che ti manca qualche Champions?
«Alla guida della Juve ho disputato quattro finali di Champions, certo che se ne avessi conquistato un'altra, dopo quella di Roma con l'Ajax, sarebbe stato meglio».
Che cosa rappresenta, a distanza di quasi due anni, il trionfo nel mondiale?
«Qualcosa di indescrivibile, ancora un insieme di emozioni che puoi solo vivere e che non puoi comunicare ad altri».
Qual è stata la partita più bella dei tuoi azzurri in Germania?
«Tutte importanti,tutte belle, ma una è stata decisiva: quella con la Germania a Dortmund nella città dove avevo già vinto in precedenza altre due volte con la Juve».
Stanco di essere un ct prestato al giornalismo?
«No, ma guarda che sto facendo il commissario tecnico in tv, commentare le partite richiede un aggiornamento continuo».
Manca soltanto il campo, è così?
«Non mi tirerò indietro se ci sarà la possibilità di rientrare, ma sarà determinante la proposta che eventualmente mi sarà avanzata: un programma chiaro, definito, in una parola che sia una cosa seria».
Un giudizio sul Napoli, una delle tue tappe importanti della carriera.
«È una squadra che mi piace molto, ha tanti giovani bravi ed interessanti da Gargano ad Hamsik, da Lavezzi a Santacroce, ma soprattutto mi piacciono la filosofìa e la politica della società, mi dispiace soltanto di una cosa...».
Quale.
«Che non sono potuto venire a vedere qualche partita degli azzurri perché si sarebbe subito detto e scritto: ecco Lippi sarà lui il tecnico del Napoli».
|dalla Redazione di Napoli Magazine - Fonte: www.napolimagazine.com|. - articolo letto 150 volte


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