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2008-04-25

La Sfida: Udinese - Catania


Due squadre che non possono dirsi arrivate. Marino spera ancora nel traguardo Uefa, distante cinque punti, rappresentato da Sampdoria ma più che altro Milan, sfida di scena a San Siro l’ultima di campionato dove, per logiche di differenza reti, sarebbe comunque necessario presentarsi con massimo due punti di svantaggio.
Dopo lo scivolone di Genova, proprio coi doriani, l’Udinese è una squadra che cerca riscatto e per voce diretta del suo tecnico, proporrà nuove soluzioni, così da far rifiatare qualche elemento apparso appannato nelle ultime uscite.
La situazione degli infortunati non influenza più di tanto le scelte tecniche, comunque ampie e di ottima caratura tecnica. Unico stop obbligato quello per Zapotocny, squalifica, e qualche dubbio, lieve, sulla presenza in campo di Di Natale, tenuto precauzionalmente a riposo nella partitella del giovedì contro una rappresentativa delle serie minori.
Una pedina così indispensabile si tiene in panca solo quando non riesce a reggersi in piedi con le sue stesse gambe.
Nel Catania c’è la consapevolezza di essere vicini, ma non ancora arrivati, all’unico traguardo stagionale, quello della salvezza. I tre punti contro la Lazio aiutano, ma in coda impazza la battaglia al grido “chi si ferma è perduto”.
Se non bastassero i fragori che arrivano dal piano di sotto, come ulteriore “deterrente” a mollare concentrazione e “vis pugnandi” c’è la semifinale di ritorno, in casa contro la Roma, da affrontare preferibilmente con anima e cuore liberi da altri pensieri, inutile ripetere quali. I punti che il campionato mette in palio, da qui al 7 Maggio, sono 6, sarà necessario racimolarne quanti più possibile.
Nessuno squalificato per Zenga, che punta molto sul vigore sciorinato dai centrocampisti, Vargas compreso, avanzato sulla mediana già alla prima uscita del nuovo tecnico, nella gara contro il Napoli, pedina più che mai decisiva per la fase offensiva degli etnei e del quale Mesto conserverà probabilmente un indelebile ricordo.
Uomini & Tattiche
L’interpretazione del Calcio secondo Marino è ben nota, soprattutto a Catania dove il tecnico marsalese ha trascorso due stagioni indimenticabili, per traguardi raggiunti e carica emotiva. A testimoniarlo la differenza reti, in segno meno, tutta colpa del -3 incassato la scorsa domenica e del numero nemmeno troppo mirabolante di goal realizzati, 44 che non sono pochi, ma vedendo il totale dei “vicini” restano usuali per una formazione attestata a quelle quote di classifica.
Centro nodale del gioco i cursori esterni, Dossena e Mesto, che ripiegano in fase difensiva, a costruire uno schieramento a 4 sulla linea di arretrata, a seconda di dove si sviluppa l’attacco avversario, e che in analoga maniera accompagnano la manovra offensiva della squadra, andando spesso al cross per le tre punte, o allo scarico sul limite dell’area per gli inserimenti dei mediani, dotati di un ottimo calcio dalla distanza, come Inler. Le doti della squadra friulano spiccano contro squadre che lasciano parecchio spazio tra le linee, dove a rotazione, centrocampisti ed attaccanti si insinuano per far saltare equilibri e creare superiorità sulle zone laterali.
Tanto micidiali nelle ripartenze, quanto vulnerabili nel subirle. La difesa copre discretamente a 4, mentre scricchiola non poco se colta d’infilata senza l’apporto dell’esterno.
Quagliarella e Di Natale non hanno bisogno di presentazioni. L’unica soluzione in grado di limitarli è non far toccare loro palla, giocando d’anticipo, compito dei difensori e di almeno un centrocampista rossazzurro.
Zenga cercherà anzitutto l’equilibrio difensivo, ovvero le contromosse per arginare lo spumeggiante fraseggio che i giocatori bianconeri sanno mettere in atto. Una squadra quadrata tatticamente e concentrata sull’evoluzione costante della gara. Cruciale ai fini della prestazione saranno i due esterni difensivi, Sardo e Sabato, due che leggono nella partita del Friuli non solo una tappa importante per il campionato, ma anche un “cordiale” vis-a-vis con l’allenatore che tanto li aveva fatti soffrire, in panchina, nemmeno troppo tempo addietro. Chiudere gli spazi, e ripartire, mai il contrario, poi sarà necessario il cinismo sottorete, carente nelle ultime trasferte.
Non c’è tattica offensiva che sia stata scartata in questi ultimi giorni di allenamento; dati alla mano a mancare non sono tanto le reti degli attaccanti, che potrebbero sì dare di più, quanto quelle spesso decisive dei centrocampisti, l’unico ad andare a segno Baiocco, alla prima di campionato. Per cui “tirare da fuori” chiede Zenga, soprattutto ad Izco, che in Coppa Italia ha già colpito, proprio ad Udine, unica sua rete in Italia. Se in difesa Terlizzi sembra destinato alla panchina per distonia caratteriale col mondo, si pensa già a Silvestre; mentre in avanti dubbi a centrocampo tra Biagianti ed Edusei, che ha riposato contro la Lazio, ed il duo Baiocco-Izco, sempre più somiglianti tatticamente, anche se il capitano, ristabilitosi pienamente, può mettere in campo più esperienza dell’argentino.
Formazioni
Udinese 3-4-3
Handanovic; Zapata, Coda, Lukovic; Dossena, D’Agostino, Inler, Mesto; Pepe, Quagliarella, Di Natale.
Catania 4-1-4-1
Polito; Sardo, Stovini, Silvestre, Sabato; Edusei; Vargas, Baiocco, Tedesco, Mascara; Spinesi
|di Marco Di Mauro - Fonte: www.mondocatania.com| - articolo letto 137 volte


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