Pablo Ledesma, tante parole potrebbero non rendere l’idea del calciatore che c’è dentro questo ragazzo di 24 anni, apriamo allora una pagina della sua vita calcistica, per essere più chiari:
<< E’ il 17 Giugno del 2004, allo Stadio Monumental, Buenos Aires, River Plate e Boca Juniors si giocano l’accesso alla finale di Coppa Libertadores. Il “superclasìco” argentino è una gara da dentro o fuori che si decide ai rigori dopo la rete degli xeneizes che, a cinque minuti dal termine dei secondi ’15 supplementari, infrange il sogno dei 70.000 tifosi del River presenti, 0 del Boca. Non ha molto senso scegliere sotto quale curva calciare dagli 11 metri.
Tre espulsi, tre reti, Centoventi minuti, e tra le file del Boca un ragazzino di 21 anni, strappato alla Primavera per sostituire Cascini, squalificato. Carlos Bianchi lo mette dentro per “forza maggiore”, e questo che fa? A 21anni, esordio in Libertadores, semifinale, “superclasìco, dopo tre espulsi, tre reti, centoventi minuti sulle gambe, con 70.000 tifosi del River e 0 del Boca, che fa? “Uno lo tiro io”. La squadra è riunita intorno a Bianchi, Abbondanzieri (portiere del Boca) quasi non ci crede “Pablito, ma ne sei sicuro?”. Più che sicuro, prende il pallone, lo piazza sul dischetto, fischi dello stadio, fischio dell’arbitro, di potenza infila una delle 4 reti che danno la finale agli xeneizes. >>
Nasceva a La Falda, provincia di Cordoba, il 4 febbraio 1984. Questo è Pablo Ledesma. 24enne oggi, centrocampista con spiccata propensione offensiva, ma abile anche in copertura, un jolly a centrocampo, con Bianchi e Basile ha giocato a sinistra, attualmente Carlos Ischia lo vede al centro, ricopre il posto lasciato vuoto da Banega, ma i due anni nei quali ha reso di più, con Basile, Volpe e Russo in panchina, lo ha fatto sulla corsia di destra. Proprio dove il Catania cerca un mediano dai piedi buoni e con gran senso della posizione. Lui ha questo, ed anche qualcosa di più, in campo. Mentre in tribuna, di certo, può vantare due tifosi d’eccezione, uno è Diego Armando Maradona, che lo racconta così: “Un leone. Corre, marca, gioca, fa gol… Diventerà il grande simbolo del club nei prossimi anni”. L’altro, il Direttore del Catania, Pietro Lo Monaco, che vanta un passato da “mediano metodista”, pare sia stato amore al primo tocco di palla.
E’ il 2005, pochi mesi dopo l’aneddoto raccontato. La dirigenza del club vorrebbe mandarlo al Colon de Santa Fé, lui vuole restare al Boca. Si opta per lasciarlo con la Primavera, e lui segna ancora una volta contro il River, a sintomo che il derby è derby, a prescindere dalle categorie, e quando vede i “Millionarios” o “Las Gallinas” che si voglia, lui segna sempre, o quasi.
Nel Clausura 2006 entra definitivamente in prima squadra, e non l’abbandonerà più. Le presenze sono: 108 in Campionato, con 8 reti, delle quali 6 nell’ultima Apertura. 12 in Copa Libertadores, con tre reti, una già raccontata, su rigore, le altre contro Cucutà e Gremio nel 2007, anno in cui il Boca va in Giappone a giocarsi la Coppa del Mondo per club contro il Milan.
Partita sfortunata, con Ledesma espulso, ma ancora una volta in rete. Appunto, unico appunto al ragazzo la troppa veemenza, spesso scomposta, negli interventi (anche se ne subisce parecchi di più sulle sue gambe, 65 in questa stagione). “È perseguitato dagli arbitri”, ma questo solo secondo Maradona, beninteso.
Nel 2007, a coronamento di una splendida stagione, c’è l’esordio in Nazionale A, il 18 aprile, contro il Cile. Ma i problemi sono dietro l’angolo, e proprio in quel 2007 inizia una pubalgia che pregiudicherà prima le sue prestazioni, poi il suo ruolo da titolare, perso in questa stagione.
Nel suo palmares, tutti col Boca; 8 titoli nazionali, 2 Copa Sudamericana, 1 Recopa Sudamericana, 1 titolo di campione del Mondo per club, 2 Copa Libertadores. In passato compagno di squadra con Matias Silvestre. Inserimenti offensivi (anche di testa), ottima visione di gioco, freddezza nei rigori e gran tiro dalla distanza. Questo serviva al Catania, questo è stato preso. Ultima nota sul giocatore, nel dicembre 2007 sarebbe dovuto passare alla Lazio ma tutto saltò a causa del passaporto non comunitario del giocatore, che pure vanta origini abruzzesi.
Arriva a Catania con contratto fino al 2012. |dalla Redazione Mondo Catania - Fonte: www.mondocatania.com| - articolo letto 158 volte