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2008-08-25

Super Coppa Italiana 2008: le pagelle della Roma


Doni 5.5: Il confronto con Julio Cesar è impietoso. Effettua alcune uscite da brividi, e non dà mai sicurezza al reparto. Le uniche cose decenti che fa sono due parate su altrettanti tiri di Balotelli. Ai rigori poi sembra una vittima sacrificale. Non sa mai dove buttarsi e il rigore centrale di Cambiasso che ripristina la parità lo vede immobile come una statua. Portiere per caso.
Juan 4.5 : Nei primi 30 minuti Ibrahimovic lo irride senza pietà. Cerca di riprendersi col passare dei minuti, ma i nerazzurri gli sfuggono da tutte. Quando entra Balotelli poi i patemi aumentano. Come se non bastasse sbaglia il rigore decisivo e consegna la coppa all’Inter. La mediocrità al potere.
Mexes 5: Gli anni passano, la qualità è sempre quella: zero. Propizia con un quasi euroautogol il primo vantaggio interista. Si fa vedere più per i falli e le sfuriate contro i nerazzurri e l’arbitro che per gli interventi decisivi. Probabilmente ha ragione Domenech a non convocarlo in nazionale. Penoso.
Riise 5: E’ chiaro che la Roma ha acquistato il giocatore che si è visto nell’ultimo anno a Liverpool (quello dell’autogol al Chelsea per intenderci) e non la freccia rossa che maramaldeggiava sulla fascia sinistra dei Reds fino a due anni fa. Completamente avulso alla manovra. Bidone dell’anno?
Cassetti 6.5: Preferito a Cicinho dimostra di essere in gran forma. Si mangia Maxwell e si propone spesso per il cross. I maggiori pericoli per l’Inter arrivano tutti dalla sua parte. E’ l’unico a correre per 120 minuti, anche quando nella prima mezz’ora la Roma è in barca. Segna pure il suo rigore. Capopolo.
De Rossi 7: Primo tempo da “non pervenuto”, nella ripresa si ricorda di avere la fascia al braccio e scaglia una saetta che si infila alle spalle di Julio Cesar. Da lì in poi cresce di minuto in minuto e guida la squadra alla riscossa. Sigla con freddezza anche un rigore. Braveheart.
Pizarro 6.5: Il piccolo cileno accusa un piccolo risentimento prima della partita, ma questo non gli impedisce di scendere in campo e dare tutto quello che ha. Verso la fine del secondo tempo supplementare è vittima dei crampi, ma questo non gli impedisce di finire la gara e tirare uno dei rigori. Sempre lucido in fase d’impostazione. Geometra.
Aquilani 5: Spalletti lo mette lardo a sinistra e in quella posizione Alberto è emarginato dal gioco. Prova a entrare nel vivo del gioco, accentrandosi, ma va a pestare i piedi a Baptista. Al momento non si capisce quale sarà il suo destino in questa squadra. Le premesse dicono ancora panchina. Blackout.
J. Baptista 5.5: Appena acquistato e subito mandato in campo nel primo tempo non si vede mai. Prova successivamente a uscire dal cono d’ombra con alcune giocate, ma l’impressione è che la Roma abbia preso un giocatore di cui non c’era bisogno. Dopo Cicinho, un altro pacco flop brasiliano da Madrid. La storia infinita.
Perrotta 5: Si batte contro tutti, ma la coesione con Baptista gli preclude quegli spunti offensivi che lo avevano reso fondamentale per il gioco di Spalletti. Senza di essi è un giocatore normale e forse inutile nell’economia giallorossa. Commette anche l’errore che porta al gol Balotelli. Svalorizzato.
Vucinic 7: Ormai indispensabile per i giallorossi, incomincia la stagione con il gol al novantesimo che rimette in gara la Roma. E’ sempre lui il più pericoloso del quartetto avanzato ed è l’unico a mettere in crisi la difesa giallorossa. Freddo dagli undici metri. Killer.
Totti 5: Il capitano non c’è. Entra sul 2-1, ma le sue condizioni fisiche precarie lo rendono un peso per la squadra. Sbaglia, come Terry del Chelsea, il rigore che potrebbe consegnare la coppa alla Roma. Un anno fa, ancora in condizioni fisiche precarie, decise di far tirare il rigore partita a De Rossi. Qui, forse per essere lui a dare la coppa alla famiglia Sensi, decide di tirare l’ultimo e sbaglia. Non andare dove ti porta il cuore.
Okaka 6.5: Il confronto con Balotelli è improponibile. Troppo dinamico e molto più goleador il nerazzurro, rispetto a chi, colme lui, deve ancora crescere specie fisicamente, però dà vivacità all’attacco della Roma e sfiora il gol della vittoria atempo quasi scaduto. Piccoli campioni crescono.
Tonetto 6.5: Spalletti gli preferisce a torto Riise. Quando entra in campo Max propone subito le sue accelerazioni e fa capire al suo tecnico di essere ancora lui il titolare. Bello il duello con Maicon che pure corre come un treno. Vino d’annata.
|di Davide Luciani - Calcio Magazine.net| - articolo letto 189 volte


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