Il Cluj allenato dal tecnico italiano dà una lezione di calcio ai giallorossi. La Roma ieri sera non ha perso solo una partita: la sconfitta con il Cluj ha segnato la fine di un progetto tecnico-tattico, che sarà difficile da rimettere in piedi. E' bastata la cessione di un solo giocatore, Mancini, per distruggere quella macchina spettacolare che era la squadra giallorossa. E' vero che ieri mancavano Pizarro, Mexès, Juan e Perrotta e che Doni, Taddei, De Rossi, Totti e Vucinic non erano al meglio, ma quello che (non) ha fatto vedere la Roma, è preoccupante, tanto più che di fronte aveva una squadra, ben organizzata, ma tecnicamente inferiore. Eppure il Cluj, allenato dall' italiano Trombetta, ha messo in campo un modulo speculare a quello giallorosso ma con una differenza fondamentale: i suoi giocatori correvano su ogni pallone e la squadra era tatticamente ordinata. L'autonomia fisica della Roma è durata invece una ventina di minuti e molti giocatori, soprattutto Baptista, sono sembrati essere totalmente fuori posto. La rete di Panucci è stata solo un'illusione. Da quel momento in poi c'è stato solo il Cluj. Trica, Konè e Juan Culio, quest'ultimo autore della doppietta vincente, hanno surclassato i vari Cassetti e Cicinho.
E come se non bastassero i problemi difensivi, dal centrocampo in su i soli De rossi e Vucinic provavano ad impensierire i rumeni. Il disastro della Roma è stato in parte aiutato dalla sciagurata scelta di Spalletti di inserire Cassetti come centrale al fianco di Panucci. Non che Loria quando è entrato al posto dell'autore del gol abbia fatto meglio, ma con una squadra così rattoppata mettere un giocatore fuori ruolo in una zona nevralgica è stato un suicidio. L'impressione è che la rinuncia a Ferrari prima e Andreolli poi sia stato un azzardo.
Il Cluj sembrava il Manchster United: ben 16 i tiri scoccati in direzione di Doni.
Spalletti è stato surclassato tatticamente da Trombetta, allenatore italiano che fino all'estate scorsa aveva allenato al massimo in Eccellenza.
Gli acquisti di Baptista e Riise paiono essere stati totalmente sbagliati, sooprattutto quello del brasiliano che sembra essere un corpo totalmente estraneo alla squadra. Menez invece continua a non vedere il campo. Probabilmente anche in questo caso la spesa di 13 milioni di euro è stata frettolosa ed eccessiva.
Spalletti è parso quasi rassegnato alla sconfitta. L'allenatore toscano sembra aver perso la bussola della squadra. Detto che un cambio tecnico non servirebbe a niente, perchè la squadra non rema contro, forse sarebbe opportuno cambiare il modulo. Questa Roma non è adatta per giocare con il 4-2-3-1. Né Menez, né Baptista. |di Davide Luciani - Calcio Magazine.net Redazione Sportiva L'Opinionista| - articolo letto 203 volte