Finalmente, dopo lungo penare, la Roma, rialza la testa e inizia a ragionare, tirando fuori gli attributi che sembravano persi. Il 3-0 con la Reggina, deve essere lo spartiacque tra la Roma e l'accozzaglia vista nelle prime uscite. Molti diranno che era solo la Reggina, giusto rispondo, ma il problema della squadra non erano gli avversari, ma se stessa. Spalletti ha mandato in campo una Roma diversa, con un 4-1-4-1 con De Rossi fisso davanti la difesa, con Aquilani e Brighi 10 metri piú avanti, il primo sul centro sinistra e l'altro sul centro destra. Sulle fasce Taddei a destra e Menez a sinistra. Vucinic unica punta. Un modulo che in fase di possesso si trasformava in 4-3-3, con Menez e Vucinic molto mobili e pronti a scambiarsi le posizioni. Era la prima del francesino, che é apparso ancora un pó indisciplinato, normale che lo sia, ma che si é mosso bene, con determinazione e facendo vedere di essere dotato di ottima visione di gioco e inventiva. Menez ha bisogno di tempo, prima di diventare determinante, ma i segnali sono stati sicuramente positivi. Non vá dimenticata la difesa con Cassetti e Riise attenti in copertura, con il norvegese che ha spinto molto sulla fascia. Panucci ha aperto le marcature e ha fatto sentire di essere fondamentale in questo momento, con la sua esperienza e saggezza tattica. Loria finalmente combattente. L'ex senese aveva di fronte l'avversario ideale, Corradi e lo ha annullato, giocando mezza partita con la testa rotta e sanguinante. Ma la chiave della gara é stata la disposizione del centrocampo, con il fondamentale apporto di corsa e grinta di Brighi e con la posizione, finalmente giusta, di Aquilani. Lo avevo scritto la settimana scorsa. Ed oggi mi viene da segnalare un'altra piccola chicca: i calci d'angolo. Perché li batte sempre De Rossi che sarebbe invece utile in area di rigore? |di Roma1975| - articolo letto 120 volte