A Recanati c’era un poeta il cui infinito era “naufragare” (nel pessimismo cosmico); Sempre da Recanati, un altro Poeta, stavolta del goal, dedica alla piazza catanese il suo di infinito: “Segnare” (goal spesso cosmici). Ed in tutto questo “cosmico”, qualcuno, incautamente (da Bergamo) l’aveva anche paragonato ad una meteora, che non lascia traccia.
Eppure no, non è Paolucci, il protagonista indiscusso nella vittoria del Catania, ma qualcosa di più solido, materialmente parlando. Ci riferiamo al palo, anzi per meglio dire ai pali, perché di due legni differenti si parla. Ma di pali Coppola (che Del Neri manda in campo ignorando i “Consigli”) non vuol saperne (questioni personali? Allergia al legno, alla vernice?) e se ringrazia inebetito il secondo (nel primo tempo), non s’azzarda a coprire sul primo (nel secondo tempo). Una topica da “S-Coppola”, e Zenga, ex super-portiere, se la ride in panchina.
Cade al Crepuscolo, la Dea (da non confondere con l’omonima organizzazione americana e nemmeno con la DIA, che di tutt’altro si occupano), che non schiera Bellini (il maestro non ha voluto scendere in campo contro la città che gli diede i natali). Ne vien fuori un lungo assolo orobico, ma il gran finale è tutto per il Catania, che applaude all’acuto di Paolucci ed alle coreografie argentino-calatine del duo Mascara (Maresca per la Gazzetta)-Ledesma.
“La corazzata nerazzurra” (a dire dell’ “Eco di Bergamo” – Qualcun altro direbbe “Corazzata? Io conosce solo Corazzata Potemkin”) cola a picco infilzata “dalla meteora” (“Eco”docet) “reCatanese”. Esulta il popolo rossazzurro, che per 1’ (ad inizio gara), ha illuso l’Osservatorio del Viminale d’averci visto giusto definendolo “dormiente”. Esulta anche Tino, l’elefanTino, mascotte “diffidata” da Maroni (per apologia alle guerre pirriache contro Roma) e venduta su E-bay (al prezzo di una telefonata a Roma) dall’insolvente comune di Catania.
Piange la Dea anche se nel finale “Flopcari” osa avventurarsi nella pampa argentina (alias l’area rossazzurra), a metter paura, nulla di più.
Da notare in conclusione a queste brevi note la partecipazione corale del pubblico rossazzurro, vero e proprio dodicesimo uomo in campo. Peccato che l’abbonato 3456, settore A, fila 13 posto 24 di tribuna B (quella più vicina alla “iaggia”) non sia riuscito a sfruttare una felice (?) apertura del terzino etneo Sabato. Sarebbe stato il raddoppio assicurato per la felicità del nostro amato ministro degli Interni, tanto nominato in settimana, soprattutto dalle Curve.
E così, Catania primo, anche se poche ore… Se il Campionato si fosse fermato alle 15 di domenica… Fosse caduta una “meteora…” |di Alter Ego - Fonte: www.mondocatania.com| - articolo letto 173 volte